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IL CINEMA DEI GIUSTI - POCHE STORIE: ''DEEPWATER'' È UN FILMONISSIMO, OLTRE OGNI ASPETTATIVA. LA PIÙ GRANDE SCIAGURA PETROLIFERA AMERICANA, QUANDO LA PIATTAFORMA PRESE FUOCO NEL MEZZO DEL GOLFO DEL MESSICO DIVENTA UN 'DOCBUSTER' CON GRAN RITMO E GRAN TENSIONE. MARK WAHLBERG E KURT RUSSELL EROI, JOHN MALKOVICH IL CATTIVO. DA NON PERDERE

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Marco Giusti per Dagospia

 

Deepwater – Inferno sull’Oceano di Peter Berg

 

Poche storie. E’ un filmonissimo. Oltre ogni aspettativa. Se ne sono accorti tutti, critica e pubblico. Eppure, sulla carta, non ci aspettavamo granché. Questo Deepwater – Inferno sull’Oceano, infatti, non partiva benissimo. Peter Berg, il regista, ex-attore, veniva da due action movie un po’ cafoni come Battleship e Lone Survivor.

 

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Inoltre, aveva ereditato questo progetto di docbuster, cioè di filmone semidocumentaristico su un tragico fatto reale accaduto solo nel 2010, la più grande sciagura petrolifera americana degli ultimi tempi, quando una piattaforma petrolifera gigantesca, la Deepwater Horizon, prese fuoco, crollò, con tanto di 11 morti e una fuoriuscita di petrolio che andò avanti per 87 giorni, a causa della avidità dei dirigenti della BP.

 

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Il film, scritto da Matthew Michael Carnahan e Matthew Sand, infatti, avrebbe dovuto dirigerlo il più noto, più autoriale e interessante J.C.Chandor. Ma quando Chandor ruppe coi produttori per “divergenze creative”, il tutto venne affidato a Mark Wahlberg, protagonista e co-produttore, e alla regia di Peter Berg. Berg e Wahlberg, che da anni è attore e produttore di fiuto e di grande intelligenza, riescono a ricostruire alla perfezione il disastro della Deepwater Horizon senza perdersi in storie parallele e psicologismi.

 

In poche ore un gruppo di specialisti della Transocean che dovevano controllare il perfetto funzionamento della piattaforma nel Golfo del Messico, si ritrovano a combattere con un incendio mostruoso in alto mare causato da una colonna di gas metano che era risalito dalle profondità dell’oceano. Mike Williams, Mark Wahlberg, e il suo capo Jimmy Harrell, detto “Mister Jimmy”, un grande Kurt Russell, assieme alla più giovane Andrea Fleytas, Gina Rodriguez, devono cercare di salvare la vita loro e dei loro compagni più o meno feriti nel minor tempo possibile, perché i soccorsi da terra non riusciranno a arrivare in meno di mezzora.

 

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Non esistono trame parallele. Il cattivo della situazione è John Malkovich, dirigente della BP che cerca di non perdere tempo nei controlli sulla sicurezza e sul buon funzionamento della piattaforma. Ma, alla fine, il suo ruolo è quasi marginale. Come lo è quello della moglie di Mike, Kate Hudson, che aspetta a casa trepidante notizie del disastro. Tutto il film è pura azione, molto ben ricostruita, molto realistica, con Wahlberg e Russell che rappresentano, come il Tom Hanks del recente Sully di Clint Eastwood, l’uomo normale americano che si confronta col disastro.

 

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Non siamo più di fronte a macchine di grande cinema con intrecci sentimentali, come nei vecchi disaster movie fine anni ’70, dove sfilavano decine e decine di attori. Le star qui servono quasi per evidenziare il più presto possibili i caratteri dei personaggi. Ovvio che Mark Wahlberg e Kurt Russell siano gli eroi, proprio perché sono loro con il peso di tutti i film precedenti che hanno girato. Gran ritmo, gran tensione. Da non perdere. In sala da giovedì.

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