IL CINEMA DEI GIUSTI - RIDLEY SCOTT PRESENTA IL PREQUEL DI “ALIEN”: “PROMETHEUS” LASCIA TROPPE DOMANDE SENZA RISPOSTA E TROPPI PERSONAGGI INCOMPLETI - È UNA PERFETTA MACCHINA DI PAURA, TRA COLPI DI SCENA, DONNE FORTI, ALIENI RETTILOIDI E REPLICANTI AFFASCINANTI: TUTTO STRAVISTO MA CON MOLTI LIVELLI DA SCOPRIRE - IL SUICIDIO INIZIALE NON PUÒ NON FAR PENSARE AL FRATELLO DEL REGISTA, TONY SCOTT…

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Marco Giusti per Dagospia

Nella prima scena di questo quasi-prequel di "Alien", progetto maggiore di Ridley Scott che ha scontentato un po' tutti, lasciando troppe domande senza risposta e troppo personaggi nella più totale ambiguita' aspettando un "Prometheus 2", assistiamo a un suicidio clamoroso di una specie di gigante divinita', un nostro antenato? un nostro fratello?, che non puo' farci pensare all'ancor più clamoroso suicidio di Tony Scott, il fratello di Ridley, lo scorso mese.

Ma che "Prometheus", l'atteso ritorno del regista di "Alien" e "Blade Runner" ai temi della space opera con donne forti, degli alieni rettiloidi e dei replicanti affascinanti, nasconda e riveli molto più di quello che apparentemente vediamo, lo dovrebbero ben sapere i fan del regista e della fantascienza.

Scritto dai giovani Damon Lindelof e Jon Spaiths, uno degli autori principali di "Lost", nasce come vero prequel di "Alien", al punto che ritroviamo tra i produttori Walter Hill e David Giler e come disegnatore-ispiratore il vecchio H.R.Giger, per poi trovare una sua propria strada, anche se tante sono le trappole e i riferimenti che ci riportano dalle parti di Ripley e della sua ciurma a bordo del Nostromo.

Siamo nel 2093, sulla navicella spaziale Prometheus e il robot David, interpretato con la consueta grazia da Michael Fassbender, in fissa con il Peter O'Toole di "Lawrence d'Arabia" (conosce le sue battute a mente), conduce una ciurma di soldati di ventura e scienziati dormienti da due anni verso un lontano e misterioso satellite. La missione, si viene a sapere al loro risveglio, dovrebbe rispondere all'eterna domanda sulle origini della nostra specie.

Chi ci ha creato? Perche'? Dove sono i nostri creatori? Sull'oscuro satellite, infatti, i due giovani scienziati Elizabeth Shaw, cioe' Noomi Rapace, e Charlie Holloway, il baldo Logan Marshall Green, sperano di trovare i nostri antenati e creatori. Ovviamente troveranno anche molte altre sorprese che spiegheranno la vera natura del viaggio e i molti misteri del Prometheus.

Costruto esattamente come "Alien", alternando scoperte e colpi di scena violenti, lasciando allo spettatore più smalizato il piacere di ricostruire a suo modo la vera natura dei tanti personaggi, "Prometheus" funziona perfettamente come macchina di paura, anche se gioca nello stravisto, e nella costruzione di eroi e cattivi, anche questi gia' visti tra sotto Ripley e soldataglia.

Osa di più nella struttura di racconto, che in "Alien" doveva molto a Dan O'Bannon, anche se alla fine il tutto e' un po' troppo confuso e pieno di buchi. Va bene lasciare aperte certe ambiguita' dei personaggi, ma cosi' ci pare spesso eccessivo e più adatto a un seriale fantastico tipo "Lost".

Cosi' restano un po' in aria, il vecchissimo miliardario Peter Weyland, un irriconoscibile Guy Pearce, che ha finanziato il viaggio, sua figlia Meredith Vickers, una bellissima Charlize Theron che si muove come un replicante, e perfino il vero replicante David di Michael Fassbender, che e' forse il figlio maschio che Weyland non ha avuto e che lui stesso ha costruito sul modello di Peter O'Toole.

Attorno a questa famiglia, all'idea di creazione, di maternita' e paternita' si muovono gli altri personaggi, a cominiciare dalla dottoresa Shaw di Noomi Rapace, la nuova Ripley che dovra' portare avanti il racconto e l'avventura probabilmente anche nel sequel.

 

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