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Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera”
Un Oscar gli farebbe piacere. Prima o poi. «Il gusto c' è, ma non è questa la molla che mi muove a fare musica». Ludovico Einaudi piace al cinema. Per 80 volte in carriera un brano del compositore e pianista è finito nella colonna sonora di un film o una serie tv (una selezione è in Cinema, raccolta che esce il 4 giugno).
Lo amano registi italiani come Piccioni e Moretti, ma le sue musiche sono arrivate anche in molte pellicole internazionali. Russell Crowe ha detto di averle usate anche sul set di The Water Diviner «solo per far venire la pelle d' oca alle persone». Chloé Zhao ha scelto due brani per il trionfatore agli Oscar Nomadland : «Cercavo musica ispirata dalla natura e ascoltando Seven Days Walking (album nato dalle sue passeggiate quotidiane, ndr ) sentivo che Ludovico stava camminando sulle Alpi. Mi sembrava che lui e il personaggio di Fern camminassero parallelamente: il loro comune amore per la natura li collega».
«Ho amato Nomadland da subito - racconta Einaudi -. L' idea di libertà, di una vita parallela al di fuori della società, è una possibilità che trovo interessante. La mia vita dentro la musica è così: sono libero di spaziare e muovermi senza sottostare a nessuno».
franco e ciccio satiricosissimo
E nell' arte la libertà va conquistata? Quante offerte ha rifiutato perché richiedevano un compromesso?
«Ho creato un mondo musicale che era quello in cui mi sentivo a mio agio e ho avuto la fortuna che questa visione corrispondesse al gusto di molti. Le proposte le valuto liberamente ma credo che essere rigorosi ti porti a durare di più e restare integro».
Lavorare con un regista limita la creatività?
«La vedo più come un' occasione per sperimentare, esplorare col suono. Per Il terzo omicidio di Kore' eda registrai su nastro per poterlo poi rallentare: in digitale non avrebbe dato le stesse sensazioni. Lavorare a una grande produzione ti infila in una macchina enorme che può limitarti, per questo preferisco il cinema indipendente».
Un' eccezione per chi la farebbe?
«007. È una serie che non ho mai lasciato. Sono legato a Sean Connery, Goldfinger è il mio preferito, e Roger Moore, mi diverte ancora. Musicalmente mi ricordo le canzoni di Paul McCartney, l' ultima di Adele e le orchestrazioni di Skyfall ».
Ama il cinema?
«Sin da ragazzino e mi spiace vedere che oggi non ci sia più la stessa attesa per l' uscita di un film, come del resto non c' è più per l' uscita di un album. Ricordo i pomeriggi a Torino per Lawrence d' Arabia , Il dottor Zivago , 007 appunto... E poi il cinema italiano di Sordi e Manfredi, Ciccio e Franco...».
Me la immaginavo a proiezioni di film della nouvelle vague o a una rassegna di cinema iraniano...
«Ricordo il Centrale a Torino, un cinema d' essai in cui la sala era avvolta in una nuvola di Gauloises: Godard era una noia... ci andavo per il gusto di stare con gli amici non per i suoi film...».
Cineforum e dibattiti?
«Me li risparmiavo. Come mi risparmiavo quelli politici. Mi entusiasmò invece Blow Up di Antonioni, da ragazzo appassionato di rock la scena con Jeff Beck che spacca la chitarra mi colpì: parlava anche a me. E mi piaceva anche Polanski».
Come ha passato il lockdown?
«È stato un momento di pausa di cui avevo bisogno.
Per anni ho condotto una vita girovaga. Mi mancava la possibilità di stare fermo, a casa, pensare agli affetti e approfondire le mie ricerche musicali. Ho anche scritto tanto».
La musica ha risentito di quanto accadeva nel mondo? Sarà dark?
sean connery con trina parks prima bond girl nera in 007 una cascata di diamanti 1
«No. Ho passato questo anno via da Milano, nelle Langhe. Ho vissuto a contatto con la natura, camminavo in mezzo alle vigne. È la dimensione che mi appartiene. Mi sentivo libero e anche la musica è uscita liberamente, ho trovato una vena nuova».
A parte le passeggiate e la musica?
«Ho cucinato molto. Piatti di pesce e verdure. Condivido le ricette con l' accordatore del mio pianoforte».
Le manca il contatto con il pubblico?
«L' ultima volta che ho suonato dal vivo è stato a febbraio dello scorso anno a Berlino.
Ero alla Philharmonie, un tempio della musica. Ho pensato, mi capita a volte in occasioni speciali, "devo suonare come se fosse il mio ultimo concerto"...Lo è stato...Quest' estate tornerò a fare concerti, posti naturali magari da raggiungere a piedi».
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