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1- DISNEY, LA CARICA DEI 200 MILIONI DI DOLLARI
http://on.wsj.com/GA2LMs
Walt Disney Co. si aspetta di perdere circa 200 milioni di dollari a causa del flop ai botteghini del suo ultimo costosissimo film "John Carter".
2- "QUASI AMICI" BOOM
Michele Anselmi per "il Riformista"
L'idea di Medusa era di farlo uscire sperando che andasse benino, per poi rifarlo in chiave italiana, sul modello di "Benvenuti al Sud". Invece il francese "Quasi amici" sta marciando fortissimo, nonostante il tema che sulla carta avrebbe fatto inorridire qualsiasi nostro produttore. Saprete: il bizzarro incontro, che si trasforma in cameratesca amicizia, tra un tetraplegico parigino, aristocratico, colto e ricchissimo, e il suo badante franco-senegalese, insolente, scostumato e manesco, pure reduce da sei mesi di prigione per furto.
Un caso senza precedenti in patria, dove ha superato i 19 milioni di biglietti, per un totale di 160 milioni di euro. Ma davvero nessuno poteva immaginare che in Italia, dove il cinema transalpino di solito arranca pur essendo ben migliore del nostro, il film di Ãric Toledano e Olivier Nakache, protagonisti François Cluzet e Omar Sy, avrebbe incassato quasi 8 milioni di euro in quattro settimane. Tanto più con l'aria primaverile che si respira, mentre gli incassi languono e anche l'ultra-reclamizzato "Magnifica presenza" di Ferzan Ozpetek totalizza appena 1 milione e 100 mila euro nel primo week-end.
"Quasi amici", invece, non molla. Quasi 1 milione e mezzo di euro tra venerdì e domenica scorsi, più di "Posti in piedi in Paradiso" di Carlo Verdone, forte di un passa parola positivo che ne sta facendo qualcosa di più di un "long seller", per dirla in gergo letterario: un'esperienza emotiva da condividere, tra risate e commozione.
Se va avanti così arriverà a 11-12, battendo ampiamente il primato detenuto da "Il quinto elemento" di Luc Besson: coi suoi 7 milioni e 800 mila euro pare il film francese più visto di sempre in Italia. Poi, certo, le cifre non sono tutto, e anzi bisogna diffidare di chi, molto schematizzando, fa sempre coincidere tout court box-office e qualità artistica, magari sfotticchiando il cinema d'autore, ritratto per forza come triste e deprimente (vero Brizzi?).
A questo punto, forse, Medusa farebbe bene ad archiviare il progetto del remake italico, senza elaborare astruse coppie dialettali, godendosi i risultati dell'originale francese. Che non è affatto buonista, come molti hanno scritto a sinistra, semmai toccante nel riscrivere con qualche libertà (nella realtà il badante era arabo e non così muscoloso) la storia vera di quell'inatteso connubio, alternando affondi politicamente scorretti e svolte esistenziali sui temi della malattia invalidante.
Ma soprattutto "Quasi amici" dimostra quanto fosse insensata l'accusa formulate dallo zelante Jay Weissberg di "Variety", la supposta "Bibbia dello spettacolo", il quale, applicando alla Francia annotazioni magari pertinenti per gli Usa, ha evocato addirittura «un tipo di razzismo alla "zio Tom" che si spera sia definitivamente sparito dagli schermi americani». Vogliamo chiamarla provocazione idiota? Anche perché è da una vita che Eddie Murphy si comporta al cinema più o meno come Omar Sy nei suoi film, solo che è meno bravo.
PS. Nel film il badante, restio a forme di pelosa pietà e anzi deciso a suscitare una reazione, strappa un sorriso al ricco che cita Apollinaire raccontandogli barzellette del genere: «Dove si trova un tetraplegico? Dove l'hai lasciato».
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