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Marco Giusti per Dagospia
Magari non ve ne siete resi conto. Ma gran parte dell’immaginario violento, zombesco, desolante, sempre giocato sul senso del viaggio, della frontiera, con in vista un futuro di poche speranze che circola nelle serie tv e al cinema viene più o meno direttamente dalla penna di un genio come Cormac McCarthy. Appena scomparso. Ahimé per lui, un attimo dopo Berlusconi.
Basterebbero due romanzi capolavoro come “Non è un paese per vecchi” e “The Road”, usciti all’inizio del 2000 e portati sullo schermo il primo dai Coen con Javier Bardem come il terribile killer Anton Chigurn e il secondo da John Hillcoat con Viggo Mortensen, per farci capire le strade aperte da McCarthy nell’immaginario americano di questi ultimi vent’anni. In maniera più originale di Tarantino che, in fondo, opera su un immaginario pre-esistente, quello formato dalle commistioni del cinema di genere anni ’60 e ’70 internazionale.
Pensate a “Kill Bill” che mischia kungu fu, revenge movie spaghetti western, animazione giapponese o sub-Corman. McCarthy è più originale.
Il suo romanzo più celebre e più violento, “Blood Meridian – Maridiano di sangue”, scritto nel 1985, non solo ha ispirato decine e decine di film e filmacci western o post-western di questi ultimi tempi, penso a “Bone Tomahawk" di S. Craig Zahler, ma anche a tante serie tv western di pochi mesi fa (“The English”), ma è stato l’oggetto imprendibile di tanti registi, come Ridley Scott. Che alla fine accettò l’offerta dello stesso McCarthy, portare sullo schermo un copione del tutto originale, pensato per il cinema, “The Counsellor”, che Scott girò con un cast da paura, Michael Fassbender, Penelope Cruz, Javier Bardem, Brad Pitt, Bruno Ganz, Cameron Diaz.
Ma non era “Blood Meridian”, una follia tutta americana che punta alle matrici della violenza del paese. Un po’ come “The Hateful Eight”. Tutti a dire che non si poteva fare. “Tutte stronzate”, disse McCarthy a riguardo. “Il fatto che sia una storia cupa e sanguinosa non ha nulla a che fare con il fatto che si possa o meno metterla sullo schermo. Non è questo il problema. Il problema è che sarebbe molto difficile da fare e richiederebbe un regista dotato di una ricca immaginazione e un sacco di palle. Ma la ricompensa potrebbe essere straordinaria”.
E’ notizia di solo due mesi fa che “Blood Meridian”, alla fine si farà. Lo girerà l’australiano John Hillcoat, lo stesso regista di “The Road” con McCarthy padre e figli come produttori esecutivi. Aspettiamo di capire. Perché in questi ultimi vent’anni, in realtà, ha funzionato più l’atmosfera alla McCarthy, pensiamo solo a serie come “The Walking Dead” o “The Last of Us” che a precise ricostruzioni dei suoi romanzi.
Billy Bob Thornton girò nel 2000 “Passione ribelle”, dotta ricostruzione del suo romanzo “All the Pretty Horses” del 1992, con Matt Damon, Penelope Cruz e Henry Thomas protagonisti, ma si vide massacrare il film dal Harvey Weinstein. Tre ore di director’s cut diventarono 1h 56 di montaggio del produttore. Lo stesso McCarthy, anche sceneggiatore del film, accusò Weinstein. Inutilmente.
Più interessante il film che Tommy Lee Jones, amico di vecchia data di Mc Carthy, girò nel 2011 da un suo testo, “The Sunset Limited”, dove due personaggi diversi, interpretati dallo stesso Tommy Lee Jones e Samuel L. Jackson si confrontano in una stanza. Mai arrivato da noi. Da recuperare.
THE ROAD - LA STRADA - LOCANDINA
James Franco girò poco dopo “Child of God”, tratto dalla terza novella di McCarthy, con Scott Haze e Tim Blake Nelson. Ma non venne accolto benissimo, anzi venne proprio odiato a Venezia, come del resto tutti i film di James Franco. Ma era un'operazione coraggiosa.
Diversi i casi di “Non è un paese per vecchi” dei fratelli Coen, riconosciuti da tutti come una messa in scena fedele e perfetta del romanzo di McCarthy, che sembra già una sceneggiatura, a dire il vero, e del più sofferto “The Road”, che ebbe una prima visione a Venezia in piena Mccarthymania.
Ma, ripeto, alla fine troviamo più i suoi temi e le sue atmosfere di frontiera, di avventura, di solitudini nelle tante serie tv che abbiamo visto in pandemia che nei film tratti dalle sue opere. Aspettando che arrivi la versione “ufficiale” di “Blood Meridian”, il film che nessuno sarebbe mai riuscito a fare.
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