1. IL “CORRIERE” SCIOPERA: OGGI IL GIORNALE NON È IN EDICOLA, E IL SITO È FERMO, PER PROTESTA CONTRO LA VENDITA DELLA SEDE STORICA DI VIA SOLFERINO. EPPURE NON SI SENTONO RISUONARE LE VOCI TONANTI DI FLEBUCCIO DE BORTOLI E ABRAMO BAZOLI 2. IL DIRETTORE AVEVA PROMESSO: SE SI TOCCA LA SEDE, ME NE VADO. MENTRE IL BANCHIERE AVEVA MINACCIATO DI NON FINANZIARE IL PIANO DI SCOTT JOVANE IN CASO DI VENDITA 3. INVECE DE BORTOLI HA DETTO ALLA REDAZIONE CHE NON SI ERA GIOCATO LA DIREZIONE, MA L’ “INDIRIZZO”, E HA TRATTATO PER MANTENERE L’AFFITTO DELLA SEDE DA BLACKSTONE 4. MA IL PALAZZO SI CEDE A PREZZO DI SALDO E SI RIAFFITTA AGLI ALTI PREZZI DI MERCATO. E SI TRATTA DI UN ASSET IMMOBILIARE CHE TUTELA LE LIQUIDAZIONI DEI CRONISTI 5. IL CDR: “SCOTT JOVANE HA FATTO MOLTI ANNUNCI MA NESSUN PIANO CONCRETO. COME POSSONO FIAT, MEDIOBANCA, INTESA ACCETTARE CHE IL PATRIMONIO DELLA RCS VENGA SACCHEGGIATO E VENDUTO AGLI SPECULATORI COME SE IL GRUPPO FOSSE ALLA DISPERAZIONE?

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1. DE BORTOLI AVEVA PROMESSO: O VIA SOLFERINO O VIA IO
DAGOREPORT

Prosegue il blackout dell'informazione al Corriere della Sera: i giornalisti scioperano in difesa del palazzo di via Solferino, non solo come storica sede del giornale, ma anche come un importante asset immobiliare a tutela delle loro liquidazioni. Com'è noto la Rcs sta trattando la vendita con il fondo statunitense Blackwood, che ha messo nero su bianco: o ci date tutta la sede, soprattutto la parte storica, o non se ne fa niente.

Molte volte si era parlato di vendere soltanto la metà del palazzo, quella che dà sul retro di via San Marco, ma questa volta Blackstone ha messo l'aut-aut, con la benedizione dell'azienda e dell'ad Pietro Scott Jovane.

E Flebuccio de Bortoli che fa? Quando nei mesi scorsi si era iniziato a ipotizzare la cessione, il direttore del Corriere si era letteralmente stracciato le vesti: il palazzo storico non si tocca! O la mia poltrona o la sede di via Solferino, aveva tuonato, ma al dunque le cose non starebbero proprio così.

De Bortoli ha fatto sapere al comitato di redazione, che non ha mai messo in gioco le sue dimissioni per difendere la proprietà della sede, ma soltanto il suo "indirizzo". Sarebbe quindi stato lui a costringere l'azienda a stipulare un contratto di vendita con obbligo di affitto alla stessa Rcs. Ma si parla soltanto di 5mila mq rispetto ai 28mila totali, mentre anche sul periodo non v'è certezza: 15-20 anni?, 6+6?, 6+9?, libera contrattazione?

Anche Jovane resta vago. Quello che è certo, lamentano molti giornalisti, è che il risultato sarà svalutare il palazzo (Blackstone compra a prezzo di saldo e affitta a prezzo di mercato), restituire fin da subito al compratore parte dei soldi e, per de Bortoli, mantenere stretta la sua poltrona. Perché difendere soltanto l'indirizzo - sfottono a via Solferino - il codice di avviamento postale no?


2. IL CORRIERE DELLA SERA E VIA SOLFERINO - QUANDO SI VENDE UN PEZZO DI STORIA
Comunicato del Comitato di redazione del "Corriere della Sera"

Cari lettori,
domani non troverete in edicola il Corriere della Sera , il vostro giornale, mentre il Corriere.it non verrà aggiornato per tutta la giornata. Da mesi il Comitato di redazione sollecita l'amministratore delegato Pietro Scott Jovane a prendere iniziative concrete per rilanciare il giornale e l'intero gruppo Rcs. Ma finora abbiamo sentito solo annunci.

Nessuna decisione concreta di investimento. Nessuna decisione strategica, per esempio, sul mondo digitale. I nostri concorrenti, in Italia e nel mondo, galoppano, noi siamo fermi. Abbiamo avuto l'ultimo incontro con l'amministratore delegato mercoledì 11 settembre. Lo avevamo chiesto proprio per discutere di come rispondere alla sfida dell'innovazione tecnologica.

Invece il manager si è presentato prospettando la vendita dell'intero immobile in cui hanno sede il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport . I contorni dell'operazione non seguono alcuna logica economica. L'intenzione è vendere in blocco un immobile collocato nella zona più costosa di Milano (Garibaldi-Moscova-Solferino) al fondo americano Blackstone a un prezzo largamente inferiore ai valori potenziali, per poi riaffittarne una parte a prezzi di mercato, quindi altissimi.

In questo modo l'azienda otterrà il classico piatto di lenticchie per aver svenduto la sede storica di via Solferino 28, lo specchio di un'identità che ha oltre 100 anni di storia. E che costituisce, inoltre, una garanzia economica per tutti i lavoratori dell'azienda.

Il gruppo Rcs è oberato da debiti causati da scelte compiute nel recente passato (vedi acquisto in Spagna del gruppo Recoletos a valori esorbitanti). L'esposizione finanziaria è stata solo parzialmente ridotta con l'aumento di capitale, appena sottoscritto dai soci.

Ma come possono azionisti come Fiat, Mediobanca, Intesa SanPaolo (il nucleo di comando della società) accettare che lo stato patrimoniale della Rcs venga saccheggiato come se il gruppo fosse alla disperazione? Che senso ha sottolineare in continuazione il valore culturale del Corriere e poi consegnare alla finanza speculativa un pezzo dell'identità storica del giornale? Il Cdr chiede di bloccare l'operazione.

Cari lettori, un'altra via esiste e non può che passare da un vero piano industriale che si ponga come primo obiettivo l'aumento dei ricavi. Il Cdr, nei limiti della sue prerogative, farà il possibile perché azienda, direzione editoriale, azionisti mettano subito in campo investimenti, idee editoriali, innovazioni di prodotto.

 

Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.Ferruccio De Bortoli FERRUCCIO DE BORTOLI BEPPE SEVERGNINI A BAGNAIA SCOTT JOVANE A BAGNAIA il Presidente de La Stampa e di Fiat John Elkann e lAd di RCS Pietro Scott Jovane GIOVANNI BAZOLI FOTO ANSASede del Corriere della Sera in via Solferino