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DAGONOTA
Il flop di ‘’Dieci Cose’’ è l'ultimo di una lunga serie di errori da parte della dirigenza Rai, il più lampante (oltre alla mancanza di idee) è pensare di 'campodallortizzare' una TV che è troppo frammentata e troppo vecchia per farsi piacere il buonismo tout court o il qualunquismo radicalchic.
Vale per Veltroni, l'autore che ha affondato il sabato sera di Raiuno con Dieci Cose, una sorta di Leopolda dei sentimenti. Vale per Daria Bignardi che ha disseminato il palinsesto di Raitre di vecchi e nuovi amici (come in un circolo letterario) e con Politics e il tristissimo Semprini ha portato Raitre ha sfiorato un primato storico (il 2 per cento).
Vale anche per Fabio Fazio che su quel buonismo ci ha costruito un format e una carriera e ora ha stancato tanto che ogni weekend stenta a racimolare spettatori. E allora una domanda è necessaria: oggi alla Rai hanno capito 'che tempo fa'? Siamo sicuri che il pubblico parli la stessa lingua dei conduttori politicamente corretti o dei direttori a capo dei tre canali del servizio pubblico che con i loro programmi invece di intrattenere vorrebbero cambiare il paese?
Forse vale la pena chiederselo e guardare come fanno a Canale 5 dove la qualità della TV forse è scandente e i soldi sono sempre meno, ma dove almeno nessuno ha abdicato alla vecchia regola della televisione: dare al pubblico ciò che gli piace.
Canale 5 dal daytime alla prima serata vince su Raiuno perché i suoi programmi e i suoi conduttori non hanno la pretesa di fare i fenomeni, tantomeno di 'catechizzare' il loro pubblico. Maria la Sanguinaria da anni propina gli stessi format e vince a mani basse il pomeriggio e il sabato sera, la Palombelli e la D'Urso al pomeriggio asfaltano i concorrenti di Torto e ragione e della vita in diretta, uguale la Toffanin contro la Perego, lo stesso dicasi per la Panicucci, che ricicciando un po' di attualità e un po' di grande fratello vip, resta regina incontrastata del mattino, oscurando la concorrenza delle signorine Rai.
E dall'altra parte, a Raiuno che si fa? Nulla, poche e confuse idee. L'alibi ricorrente e' che sì certo, l'auditel piange ma Raiuno è servizio pubblico e quindi pazienza. Ma il famoso rinnovamento annunciato ai quattro venti? Rimandato. Finora lo si è visto solo a parole. Più importante dare programmi agli amici, autori e conduttori che siano. Nel frattempo il pubblico scappa, verso il vecchio e trucido canale 5, ma più che per colpa di 'dieci cose', per più di dieci ottimi motivi, il più importante di questi: la noia.
renzi semprini
renzi campo dall orto coldagelli sensi dietro le quinte di politics foto fq insider
fabio fazio
semprini bignardi
RENZI CAMPO DALL ORTO
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