DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Barbara Tomasino per “Libero Quotidiano”
La sua vita sembra un film, e in parte lo è diventato, ma il paradiso (artificiale), l' inferno e infine il pianeta terra Jerry Stahl li ha attraversati per davvero. Oggi un affermato scrittore e sceneggiatore per il cinema e la televisione, Stahl nella sua prima vita era un tossico perso che si arrabattava scrivendo per Hustler e Playboy, uno che - mentre la sua compagna dava alla luce una bimba - si nascondeva nei bagni dell' ospedale per farsi di eroina.
Queste e altre disavventure, diventate un film con Ben Stiller, sono state narrate in Mezzanotte a vita (pubblicato in Italia da Leconte nel 2007): un ruvido, disincantato, affresco di uno scrittore di belle speranze, completamente inadatto ad essere genitore e vergognosamente dedito alla droga.
In questi giorni, invece, è stato pubblicato il suo secondo libro autobiografico, Stronzate che capitano quando non muori giovane (Ed. Baldini&Castoldi, pp. 256, euro 16), dove racconta le gioie di essere padre e sobrio, con un tono dissacrante e ironico a tratti irresistibile.
Non è un caso che gente come James Ellroy lo consideri «un fottutissimo genio», che Ben Stiller l' abbia voluto come sceneggiatore dei due Zoolander e che le puntate scritte da lui della celebre serie crime CSI siano state le più viste in assoluto.
Ma prima del successo - e del miracolo del «ritorno» alla vita - Stahl ha conosciuto il dolore, la paura (di morire) e una buona dose di umiliazioni…il tutto messo nero su bianco sfidando con humour il destino.
Dall' inizio: la sua vita prima della riabilitazione che vita era?
«Mi preoccupavo del perché non fossi ancora morto, adesso mi preoccupo perché succederà… All' epoca ero più che altro un tossico confuso, un perdente. Una cosa che impari quando sei un drogato è questa: quando sei sotto con la coca o l' eroina, e sei un idiota, puoi dare la colpa alle droghe; ma quando sei pulito e sei un perfetto idiota, beh quello sei tu, non c' è molto da dire…un idiota sobrio».
Ha sempre lavorato con le parole, prima come giornalista e poi come sceneggiatore, eppure ha vissuto una vita da rockstar. Una sorta di emulazione di Lester Bangs e Hunter S. Thompson?
«Volevo essere un musicista rock, ma con la chitarra facevo pena. Sono un fan di Lester Bangs e possiamo mettere nel mazzo anche Thompson e il mio amico Nick Tosches (critico e scrittore statunitense autore, tra gli altri, della biografia di Jerry Lee Lewis e de Il mistero Sindona, n.d.r.).
Sono sempre stato un timido e per affrontare i tremendi articoli che mi assegnavano, ero pronto a ingollare qualsiasi cosa mi desse coraggio. Stiamo parlando di weekend nudi per single, oppure passare il tempo ad una convention di pompe funebri con un mucchio di gente stramba, o ancora partecipare alla parata di Miss America con le teste più quadrate che abbia mai incontrato.
Tutto questo perché ai tempi del Gonzo Journalism la scrittura aveva a che fare molto con te, in situazioni al limite della sanità mentale, piuttosto che con gli argomenti trattati».
Un giorno lei era a Phoenix in riabilitazione e lavorava in un McDonald, il giorno dopo era coccolato dalle star di Hollywood…come può succedere tutto questo?
«È stata un' esperienza surreale: poco prima della pubblicazione del libro ero praticamente un senzatetto, subito dopo mi ritrovo su un jet privato con Ben Stiller diretto a St. Barth.
Ed è nata una bella amicizia, sono stato testimone alle sue nozze. Strana coppia: uno scrittore tossico e la star del cinema! Comunque, dopo che ti ritrovi a 38 anni a lavorare in un fast-food dove ti trattano come un buffone mentre servi patatine, niente può andare peggio».
In questo memoir racconta di essere diventato padre di nuovo, ma con consapevolezza diversa…
«Crescere un figlio è una responsabilità e richiede un mucchio di energie, ma per fortuna la mia prima figlia è cresciuta bene ed è diventata una meravigliosa giovane donna nonostante abbia avuto me come padre. La vita è sempre piuttosto ridicola, come diceva Italo Calvino, "Io soffro ogni giorno della mia vita"».
Dopo serie Tv di successo, film e libri, qual è il suo prossimo passo?
ben stiller owen wilson da valentino versione zoolander 2 7
«Per 20 anni ho vissuto con i dottori che mi ripetevano che mi restava un anno di vita a causa dell' epatite C, poi sono miracolosamente guarito, quindi direi che non faccio programmi a lunga scadenza…ogni giorno ringrazio di respirare ancora. Comunque sto lavorando a diversi progetti, tra cui uno con il regista Jeffrey Feuerzeig che ha girato un bel documentario su J.T. Leroy».
Quando scrive sembra non prendersi troppo sul serio. Qual è la sua idea di scrittore?
«Sono cresciuto tanto con Nabokov quanto con Pynchon, mi piacciono i giornalisti-scrittori fuori di testa e amo Tom Wolfe, uno che ha raccontato l' America più strana, profonda.
Per anni i miei scritti sono stati rifiutati dagli editori, anche se alcuni capitoli venivano pubblicati nelle riviste letterarie e su Playboy. Sono un outsider, in passato non mi sono inserito nel giro che conta e forse neanche adesso mi hanno realmente accettato. Ma i miei libri vengono pubblicati in Italia, quindi che vadano pure all' inferno».
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