
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
Elena Rosselli per "Il Fatto Quotidiano"
Il compagno Fo non scende dal palco. Anzi, rivendica con orgoglio di esserci stato su quel palco, a Genova, insieme a Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio e "i ragazzi" del Movimento 5 stelle per il terzo V-Day. Dalla redazione del fattoquotidiano.it il premio Nobel, ospite d'eccezione dell'appuntamento settimanale in diretta streaming, risponde a Vauro. Il vignettista, il 3 dicembre, aveva scritto una lettera aperta chiedendo "Dario, ma che ci facevi lì a Genova?".
A stupire il vignettista, la frase pronunciata da Beppe Grillo - "dobbiamo vincere e vinceremo" - che richiama alla mente Mussolini: "Che brutte parole", scrive Vauro contestando anche le dichiarazioni sui "partiti morti a cui dare l'estrema unzione" perché , secondo il vignettista "non è rivoluzione strillare che tutti sono morti, cadaveri. E se lo è non mi piace".
Dario Fo respinge entrambe le critiche, il paragone tra Movimento 5 stelle e fascismo nonché l'utilizzo di metafore "mortuarie". "Dire âvincere e vinceremo' è fare una battuta che âsputtana' il gesto tronfio - spiega Fo - à tecnica molto diffusa nel teatro: quella di sputtanare se stessi nel momento in si produce una forma banale, inaccettabile e volgare. à ironia e uso del grottesco sulla parola âvincere'".
E il discorso sulla morte? La risposta del grande attore si fa polemica: "Fai il satirico? - chiede rivolgendosi direttamente a Vauro - Sai tutto delle tecniche per provocare, ma di colpo fai il moralista?".
Di nuovo torna in campo il teatro: "Potrei fare un elenco di pezzi famosi in cui si parla della morte. Arlecchino e la sua danza macabra, per esempio. O anche Shakespeare con l'Amleto". Insomma, Beppe Grillo è un comico e la sua è una storia di teatro. à una sorta di "re di Norvegia" che arriva, al termine dell'Amleto, quando tutti i rappresentanti del potere si sono scannati, a proporre "un nuovo tempo".
"Ma Dario Fo, uomo di sinistra, può davvero andare âoltre' i partiti come chiesto da Grillo?", domanda il direttore del sito Peter Gomez. "Sì, sono un uomo di sinistra, ma credo sia necessario andare oltre tutti i partiti. La loro posizione è sorpassata dai tempi, dal linguaggio, dalla cultura, dai valori, dalla credibilità ".
E ancora: "Sono smaccatamente spudorati e soprattutto non hanno dignità ". Obiettivo polemico del Premio Nobel sono le "larghe intese": "Dopo un fidanzamento segreto, i due partiti hanno deciso di sposarsi, andare a letto insieme accettando tutto quello contro cui si erano battuti. Alla fine, nonostante tutto, si uniscono nell'abbraccio delle larghe intese". Non manca neppure il "gioco della torre".
A tre giorni dalle primarie dell'8 dicembre che decideranno chi sarà il segretario nazionale del Pd, Dario Fo deve scegliere a chi, fra i tre candidati - Renzi, Cuperlo, Civati - si sentirebbe di dare il proprio voto. "Io non andrò - puntualizza - à una scelta molto difficile, ma se proprio fossi costretto, voterei per Cuperlo". Eppure è il candidato dipinto come "l'uomo di apparato". Già , "ma Civati non ha un suo linguaggio". E Renzi? "à quello che a Milano chiameremmo un âbauscia'".
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA…
DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE…
DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL…
FLASH – BRUNO VESPA, LA “SPALLA” DEL GOVERNO MELONI: IL GIORNALISTA IN RAI E' PERFETTO PER DARE…