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Marco Giusti per Dagospia
A vedere il trailer sembrava un thriller con Jake Gyllenhall spaccatutto. C’è un Jake Gyllehall spaccatutto, è vero, con martellone pneumatico e mazze di ogni tipo, ma non è affatto un thriller. Questo Demolition diretto da Jean-Marc Vallée, il regista di Dallas Buyer Club, e scritto malamente da Bryan Sipe, è un curioso ma irrisolto melodramma che vede un uomo impazzire per la morte della moglie al punto da riuscire a sfogarsi solo quando ha la mazza in mano e addobba un muro. Sbang! Sbatabang! Mai visto un film così.
Insomma, lo sfortunato Davis Mitchell interpretato da Jake Gyllenhall, ha tutto, una bella moglie, una bella casa, un bel lavoro nella società del suocero, Chris Cooper. Quando, in un banale incidente, la moglie muore, non perde solo lei, perde anche se stesso e la propria identità. Dopo una prima strana euferia, cade in profonda depressione. Si fissa così nello spaccare tutto col martello pneumatico e nel pretendere un risarcimento da una società che gestisce le macchinette per le merendine negli ospedali, visto che una di queste macchinette gli ha fregato qualche spicciolo.
Così scrive una lettera all’ufficio reclami della società che sfora nel diario personale dei propri sentimenti repressi. Queste lettere finiscono nelle mani di Karen Moreno, cioè Naomi Watts, donna sensibile, repressa e svitata almeno quanto il vedovo, che decide di conoscerlo, anche se a casa ha un figlio di incerta sessualità, Chris, Judah Lewis, e una specie di fidanzato manesco e poco interessante.
Il film segue due o tre percorsi senza infilarne uno buono. Segue i rapporti di Davis-Jake Gyllenhall con la famiglia della moglie, soprattutto col padre, che capisce che sta di fuori. Segue la follia di Davis martellatore. E segue i suoi rapporti con Naomi Watts e poi col figlio Chris.
Alla fine i più demoluti sembrano proprio gli spettatori che non riescono a interessarsi davvero a nessun elemento di questa storia. Naomi Watts è brava, ma c’è poco, Jake Gyllenhall ha la stessa faccia per tutto il film come in Nocturnal Animals di Tom Ford, il nuovo venuto Judah Lewis, il ragazzino, però, è una bella sorpresa. Poco riuscito. In sala da giovedì 15.
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