DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Beh. Io ieri sera mi sono visto le prime due puntate, su otto, di “Ripley”, bellissima miniserie Netflix in bianco e nero che Steven Zaillan, sceneggiatore di capolavori come “Schindler’s List”, “Gangs of New York”, “Il petroliere”, ha scritto e diretto tratta dal celebre Mr.Ripley di Patricia Highsmith. Alta, altissima classe, sia di scrittura, che di messa in scena, che di fotografia, il dop è Robert Elswith (“Il petroliere”, “Lo sciacallo”) che di recitazione.
Come Tom Ripley, sciagurato anti-eroe senza morale che abbiamo visto in cinquant’anni recitato da star come Alain Delon, Dennis Hopper, Matt Damon e John Malkovich, troviamo la nuova star inglese Andrew Scott, che abbiamo apprezzato in “Fleabag”, “Victor” e, soprattutto, in “Estranei” di Andrew Haigh. I ricchi annoiati americani che nei primi anni ’60 troviamo spiaggiati sulla costa amalfitana in quel di Atrani a fare gli artisti, sono invece Johnny Flynn come Dickie Greenleaf e Dakota Fanning come Marge. Lui dipinge, lei scrive, con scarsi risultati. Ripley, come sappiamo dagli altri film, è un mascalzone in cerca di soldi facili che ottiene con truffe e piccole ruberie.
Andrew Scott lo rende ancora più antipatico, ma ha il fisico giusto per entrare nel bianco e nero di Robert Elswith e nelle trame perfette di Zaillian che dirige tutti e otto gli episodi. Meglio delle serie dove troviamo troppi registi alle prese con la stessa storia. Infatti qui tutto funziona perfettamente e si nota che c’è una mano unica dietro a tutto.
Ne ho viste solo due, ma già sono perfettamente entrato nel mood Ripley, che ci riporta anche un po’ nella costiera di John Huston e Truman Capote ai tempi di “Beat the Devil”. Anche se non c’è nessun tipo di humor alla Capote. E, ovviamente, neanche nella costiera dei napoletani in vacanza alla La Capria-Caprioli. Che nostalgia, eh…
Su Mubi trovate anche il freschissimo “How to Have Sex” di Molly Manning Walker, opera prima su un gruppetto di giovani inglesi in vacanza in Grecia che vogliono perdere la verginità, grande successo a Un Certain Regard lo scorso maggio. Ma occhio a “Eros”, film a episodi diretti da maestri come Wong Kar Wai, Michelangelo Antonioni e Steven Soderbergh. Se il mio episodio preferito è quello con Robert Downey Jr e Alan Arkin, che era un attore meraviglioso, in quello di Antonioni troverete una Luisa Ranieri giovanissima con un nudo esplosivo che fece molto parlare…
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