
DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’,…
IL DIVANO DEI GIUSTI/2 – “VIVA LA MONARCHIA! INT’O CULO A CAVOUR!”, STASERA ABBIAMO “CETTO C’È, SENZADUBBIAMENTE” - SI PIANGE CON “ALLACCIATE LE CINTURE”, CON KASIA SMUTNIAK CHE SI INNAMORA PERDUTAMENTE DEL PIÙ STRONZO, FASCISTA, OMOFOBO E RAZZISTA DEI MASCHI DEL PAESE, IL BELL’ANTONIO INTERPRETATO DAL GIÀ TRONISTA E GIÀ CURATORE DEI PIEDI DI LELE MORA FABRIZIO ARCA – IN SECONDA SERATA AVETE L’OTTIMO “FORTAPASC” E “IL FEDERALE” DI LUCIANO SALCE, IL PRIMO FILM CHE OSÒ NON SOLO AFFRONTARE, MA ANCHE METTERE IN COMMEDIA IL FASCISMO QUOTIDIANO DEI SOLDATINI IGNORANTI… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
albanese cetto c e senzadubbiamente
E in chiaro che vediamo? Cine 34 alle 21 abbiamo il vecchio Cetto LaQualunque in “Cetto c’è, senzadubbiamente” di Giulio Manfredonia con Antonio Albanese, Nicola Rignanese, Caterina Shulha, Gianfelice Imparato. In Italia è sempre il momento giusto per Cetto. Questo è il suo terzo e finora ultimo film., dove si presenta con slogan addirittura monarchici, “Viva la Monarchia! Int’o culo a Cavour!”.
Allora mi sembrò più stanco e meno ispirato del primo film di Cetto, magari superiore al secondo, che si perdeva parecchio. Almeno qui la favoletta del pretendente al Regno delle Due Sicilie, diventate delle Due Calabrie, ha una sua unità di racconto, anche se tanti personaggi si perdono per strada, la moglie tedesca ad esempio, Caterina Schula, la prima moglie diventata suora, Lorenza Indovina, sempre bravissima.
Ma al di là della riuscita del film, fa piacere rivedere il vecchio Cetto a zonzo per gli schermi italiani accompagnato dal fido e torvo Pino di Nicola Rignanese, pronto a cedere ai piani politici del perfido Venanzio di Gianfelice Imparato. Come ben capisce lo stesso Cetto, non si tratta di offrire agli italiani la Monarchia, ma “la minchiata giusta al momento giusto”. Ecco.
Rai Storia alle 21, 10 passa un celebre film di Louis Malle dedicato a un ragazzo che si trova per caso, come tanti altri ragazzi, dalla parte sbagliata nel momento sbagliato, “Cognome e nome: Lacombe Lucien”, con Pierre Blaise, Aurore Clément, Holger Löwenadler, Thérèse Giehse, Stéphane Bouy. Fece colpo perché non c’erano stati troppi film con eroi negativi. Su Rai Movie alle 21, 10 si piange con “Allacciate le cinture”, mélo di Ferzan Özpetek con Kasia Smutniak, Francesco Arca, Filippo Scicchitano, Francesco Scianna. Ve lo ricorderete di certo.
kasia smutniak allacciate le cinture
E’ il film che segna, dopo un’esperienza non troppo riuscita con la Fandango, il ritorno di Ferzan Ozpetek a casa, cioè fra le braccia dei produttori Gianni Romoli e Tilde Corsi, con i quali fece nascere i suoi film migliori, “Le fate ignoranti”, “La finestra di fronte”, “Saturno contro”, tutti scritti assieme a Romoli. Ozpetek si serve qui della bellezza apparentemente fragile di Kasia Smutniak e del suo bagaglio di dolore personale che tutti conosciamo, la tragica storia con Pietro Taricone eroe del “Grande Fratello”, per farne un’eroina della passione e del dolore.
kasia smutniak allacciate le cinture
Kasia, bravissima, è qui la piccola cameriera di un baretto in quel di Lecce, che ha come migliori amici un ragazzo gay che parla romano, Filippo Scicchitano, una turbolenta Carolina Crescentina dai grandi occhi azzurri. Ha pure un bel fidanzato siciliano un po’ inutile, Francesco Scianna, una mamma che parla genovese, Carla Signoris, che vive con una strampalata zia che è in realtà la sua amante, Elena Sofia Ricci.
Anche se non si capisce minimamente cosa facciano tutti questi attori romani o non leccesi a Lecce, ma questi sono i dolori delle Film Commission, Kasia si innamora perdutamente del più stronzo, fascista, omofobo e razzista dei maschi del paese, il bell’Antonio interpretato dal già tronista e già curatore dei piedi di Lele Mora Fabrizio Arca, una specie di Antonio Cifariello muscoloso e tatuato come Pietro Taricone.
Canale 20 alle 21, 10 passa “Ocean's Eight” di Gary Ross con Sandra Bullock, Cate Blanchett, Anne Hathaway, Helena Bonham Carter, Sarah Paulson, l’Ocean’s 11 al femminile. Non convinse tutti, ma soprattutto non convinse il pubblico il commovente “First Man – Il primo uomo” diretto da Damien Chazelle a 33 anni con Ryan Gosling protagonista nei panni di Neil Armstrong, il primo uomo che mise piede nella Luna nel 1968, e Claire Foy, appena vista come Lisabeth Salander, come sua moglie.
A me, quando lo vidi a Venezia, sembrò bello e commovente, magari un po' troppo sentimentale. Lo posso ripetere, anche se i critici americani lo hanno accolto con un po’ di sufficienza per poi abbandonarlo definitivamente. Diciamo che, rispetto ad altri film sullo stesso tema, da Apollo 13 di Ron Howard a The Right Staff di Philip Kaufman, quello di Chazelle è più intimista e impostato sul sogno americano che leggiamo negli occhi da ultimo eroe del west di Ryan Gosling, specie di virginiano alla Gary Cooper.
Il suo è un personaggio chiuso e sofferente che sembra tramortito dalla morte per tumore della figlioletta Karen. La moglie, una intensa e inedita Claire Foy, completamente diversa dalla sua Lisabeth tatuata, lo capisce, e riesce a entrare in contatto con lui obbligandolo a fare il padre dei suoi figli e non solo l’eroe dello spazio. In anni, dal 1961 al 1969, che vedono la tragedia della morte di John Kennedy, il Vietnam e l'odio per Lyndon B. Johnson. L'uomo sulla Luna diventerà così “L'uomo bianco sulla luna” come nella poesia, citata nel film, del poeta nero Gil Scott Heron.
Chazelle sembra interessato a un film postmoderno, postkubrickiano ma anche postmalickiano, che possa viaggiare negli immaginari lunari anche musicali anni '60. Si va così dalla citatissima "Lunar Rhapsody" di Les Baxter, puro brano da exotica, a una sorta di valzer straussiano alla 2001 Odissea nello spazio. Ma una delle citazioni più commoventi è quella della canzone “500 miles” di Hedy West, che riporta il viaggio spaziale di Armstrong alla dimensione di grande viaggio metaforico verso l'Ovest che sarebbe piaciuto a Leslie Fiedler e agli studiosi di letteratura americana.
Cielo alle 21, 20 passa il thriller neozeakndese “119 giorni alla deriva” o “Abandoned” di John Laing con Dominic Purcell, Peter Feeney, Owen Black, Greg Johnson, Serena Cotton, Siobhan Marshall. Non leggo gran critiche. Attenzione invece al lanciatissimo “The Innocents”, thriller/horror nordico (ci sono tutti, norvegesi, danesi, ecc) scritto e diretto da Eskil Vogt, già sceneggiatore di “La persona peggiore del mondo”, con Rakel Lenora Fløttum, Alva Brynsmo Ramstad, Sam Ashraf, Mina Yasmin Bremseth Asheim, su un gruppo di bambinib che in una calda estate nordica rivelano straordinari superpoteri.
Passiamo alla seconda serata con il documentario “David Bowie – Nascita di una star” di Francis Whately su Rai5 alle 22, 45. “Uomo d’acqua dolce”, primo film diretto e interpretato da Antonio Albanese, ma scritto con Vincenzo Cerami, lo trovate su Cine 34 alle 22, 50. Musiche di Nicola Piovani fresco di Oscar.
Rai Movie alle 23 propone l’ottimo “Fortapasc”, ”, biopic sulla vita e la morte del giornalista napoletano Giancarlo Siani che si mise contro i poteri della camorra e per questo venne massacrato nel 1985, diretto da Marco Risi, scritto con Andrea Purgatori e interpretato da Libero De Rienzo come Siani, Ivano Marescotti, Gianfelice Imparato, Valentina Lodovini, Salvatore Cantalupo, Ennio Fantastichini.
Il film ebbe la sfortuna di uscire dopo “Gomorra” di Matteo Garrone e di sembrare quindi un Gomorra movie, quando in realtà era nato prima. La7 alle 23, 05 propone il primo film che osò non solo affrontare, ma anche mettere in commedia il fascismo quotidiano dei soldatini ignoranti, “Il federale” di Luciano Salce, scritto da Castellano e Pipolo, musicato da Ennio Morricone con Ugo Tognazzi, Georges Wilson, Mireille Granelli, Stefania Sandrelli, Gianrico Tedeschi.
Di fatto è un film on the road nell’Italia degli ultimi giorni della guerra dove un fascista e un antifascista si trovano sullo stesso mezzo a attraversare un’Italia dilaniata dalla guerra e dalla guerra civile. Fu un grande successo che lanciò Tognazzi solista, cioè senza Vianello, lanciò Castellano e Pipolo come sceneggiatori, Morricone. E il tema della rilettura del fascismo. Tv2000 alle 23, 05 propone la commedia con la coppia di americani in Inghilterra “Non disturbate” firmata dal solo Ralph Levy, ma diretta anche da George Marshall che lo sostituì quando si ammalò, con Doris Day, Rod Taylor, Hermione Baddeley, Sergio Fantoni.
Doris Day lo trovava insopportabile. Ma venne obbligata a farlo dal marito, Martin Melcher, senza il suo consenso. Venne girato interamente in America. Fu il primo film di Doris Day a andare male. Belli i titoli di testa di Fritz Freleng. Italia 1 alle 0, 05 passa “Scrivimi una canzone”, commedia canterina diretta da Marc Lawrence con Hugh Grant, Drew Barrymore, Scott Porter, Haley Bennett, Matthew Morrison. Graziosa .
Cine 34 alle 0, 35 passa il secondo film da regista di Antonio Albanese, “La fame e la sete” con Antonio Albanese, Lorenza Indovina, Aisha Cerami, Rosa Pianeta. Rete 4 all’1, 45 passa invece il terzo film dei Soliti ignoti, “I soliti ignoti vent’anni dopo”, supervisionato e scritto da Mario Monicelli, ma diretto dal suo aiuto, Amanzio Todini, che morì poco dopo. Il cast vanta quasi tutto il cast, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Tiberio Murgia, Clelia Rondinella, Luciano Bonanni, Mimmo Poli, Francesco De Rosa, Victor Cavallo. Devo dire che, anche se non è un capolavoro, me lo sono goduto quando uscì.
i soliti ignoti vent anni dopo 4
Ma quando ti ricapita di vedere Mastroianni che bussa alla porta di Gina Rovere, la vecchia moglie, e trovarsela assieme a Natale Tulli, il suo nuovo uomo, che lo caccia via malamente. E che hai bisogno di provino?, disse Marcello a Gina quando la vide a Cinecittà proprio mentre aspettava di fare il provino per un ruolo che era stato suo vent’anni prima. Il finale è molto triste. Vi avviso.
Rai Tre all’1, 45 passa un film senegalese, “Badou Boy” di Djibril Diop Mambety con Laminé Ba, Al Demba Ciss, Christoph Colomb, Aziz Diop Mambéty. LA7 all’1, 55 ci propone “Accadde al penitenziario” di Giorgio Bianchi con Aldo Fabrizi, Walter Chiari, Alberto Sordi, Peppino De Filippo, Mara Berni, Nino Besozzi. Strepitosa la partita a scopa tra Billi e Riva in carcere con Riva che conta i punti. “Dammi na carta… carte! Il bello non è bello è bello ciò che piace, io battezzo, a me piace il sette di picche e lo faccio settebello!”.
Su Cine 34 alle 2, 20 passa l’opera prima di Vito Zagarrio “La donna della luna” con Greta Scacchi, Luca Orlandini, Tim Finn, Marcello Perracchio, Mike Magistro. Non funzionava quasi per niente, ma Greta Scacchi era incantevole. Rai Tre alle 3, 15 presenta “Dust in the Wind” di Hou Hsiao-hsien con Shufang Chen, Lawrence Ko, Tianlu Li, Ju Lin. Chiudo con “Joe” di David Gordon Green con Nicolas Cage, Tye Sheridan, Gary Poulter, Ronnie Gene Blevins, Sue Rock, Heather Kafka, Rai Movie alle 5.
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Preparatevi, che stavolta Nicholas Cage torna a recitare sotto controllo e a bere, almeno nel film, assolutamente senza controllo. Ma pochi sanno fare come lui il fallito romantico e l’ubriacone in cerca di redenzione. A differenza dei film italiani, dove se si beve, c’è sempre un qualche sponsor del Friuli o del Trentino, nel Texas rurale di questo “Joe” si beve assolutamente senza sponsor né filmcommission texana. Il problema, sia in Friuli che in Texas, è evitare che i pizzardoni ti fermino per il controllo del livello alcolico. Quello del Joe Ransom di Nicolas Cage, è ovviamente oltre ogni livello. Lui stesso vive un po’ alla giornata.
Ha pure un cane killer che usa nei momenti di bisogno e una squadra di avvelenatori di alberi, sì proprio avvelenatori, in modo che poi il padrone del terreno possa chiamare la forestale per buttare giù le piante, ubriachi almeno come lui. Non c'è una scena, che veda Joe, con barba e trapianto rosso topo, senza bicchiere o bottiglia in mano. Per non parlare delle sigarette. Ma se c'è da affettare un cervo appena stecchito Joe sa come fare. Tira fuori il coltellaccio e ti prepara due bistecche lì per lì.
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Se gli sparano a pallettoni butta whiskey sulla ferita e si estrae i pallettoni dalla carne da solo. Ha una ragazza che non tratta in maniera proprio elegante. E preferisce sfogarsi con le mignotte del paese. Accettati gli scoppi di violenza quando proprio gli rode o l'uso del cane killer per eliminare l'odioso cane del bordello delle mignotte quando ha urgente bisogno di un pompino (viene in tempi record, 10 secondi), Joe, alla fine è un bravo ragazzo del Texas.
Paga chi lavora per lui, protegge le giovani, è amico del vecchio sceriffo Earl e soprattutto prende sotto la sua ala protettrice un ragazzino quindicenne, Gary, interpretato da Tye Sheridan, con padre alcolista, ladro, manesco, bastardo e irrecuperabile, interpretato da un favoloso e vero homeless Gary Poulson morto alla fine del film (e infatti a lui è dedicato). Deciso a lavorare per mandare avanti una famiglia di bastardi debosciati, Gary viene menato e derubato dal padre scroccone. Joe finisce per vedere nel ragazzo il suo passato e nel padre un suo possibile futuro di ubriacone e vorrebbe davvero cambiare il corso delle cose. Da vedere? Alle 5 di notte?
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MARCO RISI FORTAPASC
nicolas cage joe
fortapasc
dust in the wind
accadde al penitenziario
greta scacchi la donna della luna
accadde al penitenziario 3
accadde al penitenziario 1
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i soliti ignoti vent anni dopo 5
scrivimi una canzone. 1
scrivimi una canzone. 2
cognome e nome lacombe lucien
allacciate le cinture
allacciate le cinture kasia smutniak francesco arca
OCEAN S EIGHT
SUSPENSE - The Innocents
SUSPENSE - The Innocents
first man – il primo uomo 2
OCEAN S EIGHT
OCEAN S EIGHT
cognome e nome lacombe lucien 2
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