DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO -…
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Su Rai Due alle 21 passa la commedia horror “Una famiglia mostruosa” di Volfango De Biasi con Massimo Ghini, Lucia Ocone, Pasquale Petrolo, Ilaria Spada, Paolo Calabresi. Non era male. Era divertente. Povero, volgarissimo, sempliciotto nella sua parodia immediata come ai tempi d’oro del cinema basso italiano, il film offriva il suo meglio la rilettura romana moderna della vita dei mostri del passato, nella traduzione immediata dei tic di oggi.
L’instagram dei mostri, lo specchio parlante visto come un megaschermo da cellulare, e nel confronto tra le due famiglie. Trionfo dei comici. Anche dei vecchi ancora in forma, Pippo Franco e Barbara Bouchet, estremamente graziosi. Lillo domina la scena. Non ci so’ cazzi. “Metteteve a sede che ve faccio cagà sotto”, è la sua frase iniziale.
Da una parte c’è una famiglia di veri mostri. Il babbo vampiro Vladimiro, un Massimo Ghini, bravissimo, con erre moscia, elegante un po’ blasé, la mamma strega Brunilde, Lucia Ocone, perfetta, lo zio Nanni, rincojonito ma superdotato, un po’ Creatura di Frankenstein un po’ Zio Fester, Paolo Calabresi, super, una nonna fantasma, Barbara Bouchet, sempre grande, una figlioletta vampiretta, Sara Ciocca.
E un figlio lupo mannaro, Cristiano Caccamo, belloccio, il più normale di tutti, che si è innamorato, guarda un po’ di una bella ragazza romana, Luana ma si fa chiamare Luna, Emanuela Rei, che appartiene alla famiglia dei romani cafoni.
Che è appunto l’altra famiglia, non meno mostruosa della prima, anzi. Composta dal padre Nando, Lillo, strepitoso, la mamma coatta, Ilaria Spada, giustissima, che si sente un po’ psicologa perché ha fatto un corso (“5 mila euro di master in psicologia, ma ci ritornano tutti” spiega Lillo), il nonno rincojonito, Pippo Franco, che Lillo introduce con uno strepitoso “Cornicioni Paride, quando inizia a parlà è peggio di un gatto attaccato ai coglioni”.
Ora che vi ho detto il cast vi ho detto quasi tutto. Perché Lillo, Ocone, Ghini, Pippo, Calabresi, vanno a ruota libera, hanno buone battute e non sono limitati da nessun tipo di tentativo di effetto speciale o di complessità autoriale. “Stiamo bene a soldi, ma mica pisciamo dalle ginocchia”, è la battuta più oscura di Lillo.
Cine 34 alle 21, 05 passa “Amici come prima” firmato da Christian De Sica ma diretto dal figlio, Brando De Sica, con Christian De Sica, Massimo Boldi, Regina Orioli, Maurizio Casagrande, Lunetta Savino. Il gusto è quello che conosciamo. “Ma vaffanculo va!”. “Chi ti sembro?”- “Un ricchione”. “Papà! Anche tu gay?!”. “Cosa tiene fra le gambe, una vongola?”.
Massimo Boldi e Christian De Sica, la coppia protagonista di tanti cinepanettoni di nuovo insieme dopo 13 anni in un film. Non prodotto da De Laurentiis, ma da Indiana. Si ride quando vediamo Massimo Boldi con la parrucchetta ancora arzillo dietro alle signorine armato pure di pompetta alla Berlusconi, ma a tre velocità, c’è pure quella “trapanazione”.
E si ride con Christian De Sica truccato da badante del vecchio satiro, un po’ Crudelia De Mon un po’ Glenn Close un po’ Totò quando fa la donna in Totò Diabolicus. Ovvio che lui, il vecchio satiro, in carrozzella solo perché è pigro, si innamori della badante oversize. Come insegna il mondo della commedia.
Lei/lui un po’ si nega di fronte alle proposte più scandalose, “Non gliela faccio! Non gliela faccio!”, un po’ fa la civetta. Ma grande è il desiderio di tornare per entrambi ai bei tempi dorati della coppia Boldi-De Sica, alle scene di sodomia sotto la doccia, anche se qui, dopo anni, è Boldi che spinge e De Sica quello che riceve, alle situazioni ambigue, “Cosa è quella roba lì?” chiede Boldi di fronte a una mal celata erezione della “badante” De Sica eccitato da una bona nella sauna.
“Un’ernia collassata…”. Ma assistiamo anche a una sorta di canto del berlusconismo più meneghino, con un Boldi che erano anni che non si sfogava così tanto in milanese, e, guarda un po’, abita in una delle vere ville di Berlusconi, Villa Cernobbio.
C’è tutto, le olgettine, la follia da cavalier pompetta e il sesso in testa come chiodo fisso, ma anche un po’ degli anni della pulitura dei cessi di Poggio Bustone, raccontato con una frenesia anarchica antileghista che punta decisamente alla liberazione dei “culi” (non lo dico io, si sente nel film: “ma sei culo?”), dei trans, di tutti i diversi.
Al punto che Boldi e De Sica si troveranno liberi e felici solo nel baracchino che vende wurstel di fronte a San Siro in mezzo a veri trans milanesi molto agée e molto navigati. Mai visto un film così pieno di “vattelapigliànel..” o “mavaffanculova” contro ogni donna che passa.
Sembra una sorta di mantra liberatorio che i due protagonisti lanciano dallo schermo agli spettatori maschi schiavi da troppi anni di mogli, badanti e figlie petulanti. Roba del secolo scorso. Diciamo.
Su Canale 20 alle 21, 10 tutti al mare con “Baywatch” di Seth Gordon con il bisteccone Dwayne Johnson, Zac Efron, Alexandra Daddario, Ilfenesh Hadera, Kelly Rohrbach. Su Rai Storia alle 21, 10 l’ottimo, ma davvero triste, “Stanlio e Ollio”, diretto da Jon S. Baird con Steve Coogan come Stan Laurel e John C. Reilly come Oliver Hardy, Shirley Henderson, Nina Arianda, Danny Huston, Rufus Jones, affettuoso film sulla celebre coppia che tutti abbiamo amato da piccoli.
“Mi ami?” chiede Ollio. “Certo che ti amo”, risponde sua moglie Lucille. “Ma come fai a amare un ciccione come me?” gli chiede lui. “Non ti permetto di esprimerti così su mio marito”, chiude lei. Diciamo subito che l’aspetto più sorprendente di questo precisissimo film, è proprio la credibilità dei Mr. Laurel e Mr. Hardy interpretati dall’inglese Steve Coogan e dall’americano John C. Reilly.
Grazie anche al trucco, certo, la somiglianza è pazzesca, ma grazie anche alla recitazione dei due attori che riescono non solo a ricostruire la precisione delle gag dei due comici, ma riescono a renderli veri e commoventi. Nel 1953, l’anno in cui tutto il film si svolge, a parte due scorribande iniziali nel 1937, mentre girano I fanciulli del West con Hal Roach produttore e James W. Horne regista, e nel 1947, quando Ollio rimasto da solo sotto contratto con Roach è costretto a “tradire” l’amico girando con Harry Langdon Zenobia, Stanlio e Ollio sono due comici vecchi e malati che hanno visto tempi migliori.
Quelli del vaudeville, del muto, delle grandi comiche sonore degli anni ’30. Ma i loro lungometraggi degli anni ’40 con la Fox e la MGM, fuori dallo stretto controllo del genio di Mr Laurel, sono stati dei disastri. E da lì è iniziato il declino, unito alle passioni di entrambi per l’alcool, le donne, il gioco. Si rimettono insieme, un po’ malconci, per un tour europeo, gestito da Bernard Delfont, che sarà il loro ultimo tour assieme.
Un tour di grande successo, anche se interrotto dalla cattiva saluta di Ollio. Ma, come sempre accade nel mondo dello spettacolo, gli attori vivono solo sul palcoscenico e lì mettono in scena se stessi e i loro personaggi. Quando si tratta di una coppia, poi…
Rai Movie alle 21, 10 propone un a versione un po’ cafone del capolavoro di Dumas, “I tre moschettieri”, diretto da Paul Anderson con Milla Jovovich, Orlando Bloom, Logan Lerman, Matthew Macfadyen, Christoph Waltz. Su La7 alle 21, 15 torna il film che fece finalmente vincere l’Oscar a Leonardo DiCaprio, “The Revenant” diretto da Alejandro González Iñárritu, fotografato dall’incredibile Emanuel Lubezki e musicato da Ryuichi Sakamoto con Alva Noto e Bryce Dessner, con Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Will Poulter, Domhnall Gleeson, Paul Anderson, Lukas Haas.
Sì, c’è qualche esagerazione, ma la lotta con l’orso Grizzly è favolosa e vale metà film, Tom Hardy un grande cattivo, Inarritu e il suo direttore della fotografia fanno miracoli. Nella realtà, però, la storia di Glass e della sua lotta con l’orso e il suo viaggio nella neve e nel gelo, che si svolsero nel 1823 nel Missouri, qui ricostruito tra Canada e Argentina, e che già ebbe una grande trasposizione cinematografica nel 1972 con Man in the Wilderness, cioè Uomo bianco va’ col tuo Dio di Richard Sarafian, girato in Spagna, dove Richard Harris era il protagonista e John Huston il capitano Henry, ha toni meno vendicativi.
In pratica Glass, che allora aveva già una quarantina d’anni, se la piglia con i trapper che lo lasciarono a morire al gelo, ma perdonò Jim Bridger perché era giovanissimo, 19 anni, e tutto quello che fece a Fitzpatrick, che qui si chiama Fitzgerald e è interpretato da un cattivissimo Tom Hardy, fu riprendersi il suo fucile. Magari gli avrà anche dato qualche pugno, dopo 320 chilometri a piedi, ma la storia finì lì.
Al punto che Fitzpatrick/Fitzgerald, che nella realtà aveva 23 anni, campò ancora parecchio, e ancor di più Jim Bridger, che se ne andò nel 1881, dopo aver sposato ben tre donne indiane e essere diventato una celebrità del West. Fu proprio Glass, invece, a venire ucciso dagli indiani Arikara, quelli che vediamo all’inizio del film attaccare il convoglio di trapper del capitano Henry, interpretato dal bravissimo Domhnall Gleeson, nel 1833. Dieci anni dopo.
E aveva già una cinquantina d’anni. Poco importa, però. Perché a Inarritu e a Di Caprio serve questa vendetta, e serve aver dato dei ricordi a Glass, una famiglia indiana, una moglie uccisa dai bianchi, per dare vita a un film costruito per 156 minuti sull’attraversamento di un territorio selvaggio dove non sono gli indiani i soli selvaggi, e sul corpo a corpo continuo del protagonista con la natura, con l’orso, col gelo, con la morte, con gli alberi, con un Grande cielo alla Howard Hawks, impossibile non pensarci nella scena della fuga sul battello, con i Cacciatori del Missouri alla William Wellman. Grandi e incredibili film della nostra infanzia, che Inarritu e Di Caprio fanno rivivere magari casualmente, solo rimettendo in scena le stesse situazioni disperate di uomini che vanno into the wilderness.
Su Iris alle 21, 15 “Elizabeth: The Golden Age”, polpettone storico di Shekhar Kapur con Cate Blanchett, Clive Owen, Geoffrey Rush, Jeremy Barker. Rai4 alle 21, 20 passa il thriller di Renny Harlin “The Misfits” con Pierce Brosnan, Jamie Chung, Tim Roth, Hermione Corfield, Nick Cannon, Gonzalo Menendez.
Ci saranno sicuramente molti spettatori per “Batman Begins”, inizio della saga di Batman riletta da Christopher Nolan con Christian Bale, Michael Caine, Liam Neeson, Cillian Murphy, Morgan Freeman, Gary Oldman, Katie Holmes, Rutger Hauer, Tom Wilkinson, Italia 1 alle 21, 20.
C’è già dentro tutto il cinema di Nolan, anche se preferisco i Batman successivi. Nolan girò tutte le 129 scene del film da solo, senza registi della seconda unità. Christian Bale, leggo, si addormentò nella prima scena che lo vedeva assieme a Michael Caine e Morgan Freeman, ma sentì Caine dire a Nolan “Ma guarda questo, si è addormentato stecchito!”.
Nella scena di scontro sul ghiaccio tra Bale e Liam Neeson, si poteva sentire il ghiaccio che si rompeva. Il giorno dopo era tutto sciolto. Prima di iniziare le riprese, Nolan fece vedere a tutti gli attori e la troupe “Blade Runner”, spiegando che è così che voleva il film. E per questo c’era Rutger Hauer tra gli attori.
Su Cielo alle 21, 25 abbiamo un film australiano di mala, carcere, e una educazione sentimentale con un modello di criminale non proprio paterno, “The Son of a Gun” di Julius Avery con Ewan McGregor, Brenton Thwaites, Alicia Vikander, Jacek Koman, Matt Nable.
Rai Uno alle 21, 30 si ripresenta con angeli scesi sulla terra per risolvere problemi degli esseri umani in “Uno sguardo dal cielo” di Penny Marshall con Denzel Washington, Whitney Houston, Courtney B. Vance. Insomma… Passiamo alla seconda serata con “Natale a 5 stelle” di Marco Risi con Massimo Ghini, Ricky Memphis, Martina Stella, Paola Minaccioni, Massimo Ciavarro.
Rai Movie alle 23 si butta sul melodrammone turco con figli trovati sul campo di battaglia (addirittura nella Corea degli anni 50), “Ayla – La figlia senza nome” di Can Ulkay con Çetin Tekindor, Ismail Hacioglu, Kyung-jin Lee, Kim Seol, Ali Atay, Damla Sönmez. Iris alle 23, 25 propone lo storicone su Anna Bolena “L’altra donna del re” di Justin Chadwick con Natalie Portman, Scarlett Johansson, Eric Bana, Jim Sturgess, Kristin Scott Thomas.
nicolas cage meg ryan city of angels
Italia 1 alle 0, 15 continua la saga dei film di Christopher Nolan con “Inception” interpretato da Joseph Gordon-Levitt, Leonardo DiCaprio, Ellen Page, Marion Cotillard, Cillian Murphy. Su Rai Tre almeno è una prima visione alle 0, 25 “Io vivo altrove”, commedia di e con Giuseppe Battiston, con Rolando Ravello, Diane Fleri, Teco Celio. E’ la fuga dalla città per la vita di campagna in Venuto da parte di due uomini i mezza età che dividono lo stesso nome e la stessa voglia di tranquillità.
Bruttissimo e talmente trash che alla fine ti piace “City of Angels” di Brad Silberling con Nicolas Cage, Meg Ryan, Andre Braugher, Colm Feore, Dennis Franz, assurda rilettura in chiave new age del miglior film di Wim Wenders, “Il cielo sopra Berlino” trasportato a Los Angeles.
Su Iris all’1, 50 avete “Austin Powers. La spia che ci provava”, parodistico diretto da Jay Roach con Mike Myers, Heather Graham, Elizabeth Hurley, Michael York, Robert Wagner, Rob Lowe. Due risate le fate. Piuttosto raro “Tre sotto il lenzuolo”, commedia erotica diretta da Michele Massimo Tarantini e Domenico Paolella con Aldo Maccione, Walter Chiari, Orchidea De Santis, Lorraine De Selle. L’episodio con Maccione è ripreso da La telefonata, episodio con Nino Manfredi in Le bambole di Dino Risi. Sonia Viviani sempre nuda.
Nel primo episodio, diretto da Domenico Paolella, c’è un ottimo Walter Chiari, ma la Poggi non si spoglia. Nel terzo, i fratelli Giuffrè portano in scena una specie di pochade. E Cindy Leadbetter si spoglia molto.
Rai Movie alle 2, 55 torna su uno dei film che ho più amato in questi ultimi anni di streaming, “L’amore e il sangue”, prova di forza nello storico violento di Paul Verhoeven con Rutger Hauer, Jennifer Jason Leigh, Tom Burlinson, Jack Thompson, Fernando Hilbeck. Rutger Hauer e Jennifer Jason Leigh fanno faville nelle scene di sesso. Non per tutte le sensibilità.
Rai Tre alle 3, 05 ripropone i 432 minuti di “A longa viagem do ônibus amarelo”, sorta di film antologico della vita cinematografica di Júlio Bressane. Ma so che ieri sera non ve lo siete sicuramente perso. Cine 34 alle 4, 10 passa la commedia con scambio di coppie “Bruciati da cocente passione” di Giorgio Capitani con Jane Birkin, Aldo Maccione, Cochi Ponzoni, Catherine Spaak, Daniele Formica. Da vedere. Chiudo con una commedia di Giulio Base, fresco direttore del Festival di Torino, “Un cane per due” con Giorgio Tirabassi, Carolina Crescentini, Fabiano Troiano, Dino Abbrescia, Susy Laude, Cine 34 alle 5, 45. Non mancheremo.
Ultimi Dagoreport
IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO…
DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI -…
DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE…
TE LO DO IO IL 2024! - CARLO FRECCERO: “NELL’EPOCA DELLA NOTIZIA TAROCCATA, IL GOSSIP RAPPRESENTA…
DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…