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IL DIVANO DEI GIUSTI – STASERA, AL POSTO DEL PREVISTO “NO OTHER LAND”, CHE FORSE AVREBBE OSCURATO L’APPARIZIONE DI GIORGIA MELONI A “PORTA A PORTA”, PASSA UN FILM ISRAELIANO DEDICATO AL MASSACRO DEL 7 OTTOBRE, “OF DOGS AND MEN”. DICIAMO CHE È UN BUON COMPROMESSO, DOPO LA PATACCA TUTTA DA TELEMELONI DEL FILM ANNUNCIATO E TOLTO SENZA SPIEGARE PERCHÉ - FORTE DELLE ELEZIONI VINTE DALLA DESTRA IN CALABRIA, ARRIVA ANCHE “CETTO C’È, SENZADUBBIAMENTE” – NELLA NOTTE TORNA “RICCHI, RICCHISSIMI…PRATICAMENTE IN MUTANDE”. L’EPISODIO PIÙ CELEBRE È QUELLO DI PIPPO FRANCO CHE VA CON LA MOGLIE E LA FAMIGLIA AL MARE E SI RITROVA IN MEZZO AI NUDISTI CAPITANATI DAL SIGNOR BATACCHIO… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

OF DOGS AND MEN

Che vediamo stasera? In chiaro vedo che passa su Rai Tre alle 21, 20, al posto del previsto “No Other’s Land”, il bel documentario di Basel Adra e Yuval Abraham, uno palestinese e l’altro israeliano, vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero quest’anno, che forse avrebbe oscurato l’apparizione di Giorgia Meloni a “Porta a porta”, un film tutto israeliano pacifista diretto da Dani Rosenberg, dedicato proprio al massacro del 7 ottobre, “Of Dogs and Men”.

 

OF DOGS AND MEN

E’ una sorta di film verità (ma quanto è fiction e quanto è verità?) presentato un anno fa a Orizzonti a Venezia, costruito su una ragazza, la Dar di Ori Avinoam, un’attrice ma il personaggio e la storia sono vere, che torna al kibbutz Nir Oz il 18 ottobre del 2023 per cercare il cane, Shula, che ha perso durante il massacro di pochi giorni prima.

 

Assieme alla ricerca del cane, forse ucciso dal commando assieme a tanti coloni del kibbutz e buttato in una fossa comune, ricostruisce, con i sopravvissuti, personaggi veri, come il vecchio Nathan Baham o Nora Lifshitz, la canara tatuata che cerca di salvare le bestie rimaste, e lettere della madre scritte anni prima, la storia del kibbutz, la sua realtà prima dell’attacco, l’orrore vissuto da tanti in prima persona e l’orrore della reazione israeliana.

OF DOGS AND MEN

 

 Dani Rosenberg lo fa attraverso i terribili video pubblicati da Telegram senza censure che vediamo ogni tanto attraverso gli occhi di Dar. Video del massacro nel kibbutz e video dei massacri a Gaza. Un unico flusso di follia e di sangue.

 

OF DOGS AND MEN

Anche se il racconto è costruito da una sola parte, e ogni tanto sentiamo dichiarazioni terribili abbinate a altre che ci fanno riflettere (“Non siamo mostri, non possiamo sterminarli”), appare evidente il tentativo di fare della ricerca di Shula una sorta di ricerca di un filo di speranza per sopravvivere pacificamente a Gaza. ”Of Dogs and Men”, coprodotto anche dall’Italia, dalla nostra Donatella Palermo, la produttrice die film di Rosi, è una sorta di instant movie su un massacro recente che non riesce e non sa spiegare molto di quanto è successo..

 

Ma si limita a documentare un percorso di follia che porta a altra follia dove non c’è più pietà per nessuno. Diciamo che è un buon compromesso, dopo la patacca tutta da Telemeloni del film annunciato e tolto senza spiegare perché. E’ anche un film più pertinente nella giornata di oggi rispetto al massacro del 7 ottobre, ma non ha la stessa forza politica di “No Other Land”. E, evidentemente, darà meno noia a qualcuno.

cetto c’e', senzadubbiamente

 

Forte delle elezioni appena vinte dalla destra in Calabria, arriva anche il parodistico-politico “Cetto c’è, senzadubbiamente” di Giulio Manfredonia con Antonio Albanese, Nicola Rignanese, Caterina Shulha, Gianfelice Imparato, Cine 34 alle 21. Magari andava fatto vedere prima. Lo ricordiamo per una serie di buone battute del Cetto addirittura monarchico, “Viva la Monarchia! Int’o culo a Cavour!” o per l’idea per nulla sbagliata che ha Cetto di vincere le elezioni in Italia con “la minchiata giusta al momento giusto”.

 

Il film mi sembrò, a nove anni distanza dall’ultimo Cetto, più stanco e meno ispirato del primo film di Cetto, magari superiore al secondo, che si perdeva parecchio. Almeno qui, scrivevo, la favoletta del pretendente al Regno delle Due Sicilie, diventate delle Due Calabrie, ha una sua unità di racconto, anche se tanti personaggi si perdono per strada. Ma al di là della riuscita del film, faceva piacere rivedere il vecchio Cetto a zonzo per gli schermi italiani accompagnato dal fido e torvo Pino di Nicola Rignanese, pronto a cedere ai piani politici del perfido Venanzio di Gianfelice Imparato.

47 ronin

 

Canale 20 alle 21, 10 propone “47 Ronin” di Carl Rinsch con Keanu Reeves, Hiroyuki Sanada, Tadanobu Asano, Rinko Kikuchi, Kô Shibasaki. Come era? Un disastro epocale. 175 milioni di dollari in fumo grazie a un solo film sbagliato. Il regno della Universal sull’orlo del tracollo per aver puntato su un’idea sbagliata. C’è della grandezza in tutto questo.

47 ronin

Certo, solo un pazzo a Hollywood poteva pensare di far soldi con “47 Ronin”, remake del capolavoro di Kenji Mizoguchi “Genroku Kushingura”, cioè “I 47 Ronin”, trasposizione del 1941 di una delle storie più dolorose e famose del Giappone, conosciuta anche come la Vendetta di Ako, avvenuta nel 1702, quando un gruppo di ronin, cioè di samurai senza padrone, per vendicare il seppuku del loro signore, Lord Asano, obbligato a uccidersi per l’inganno del pessimo Lord Kira che intendeva impadronirsi del feudo di Ako, si sacrificano in uno scontro titanico riprendendosi la città e affettando Kira, ma sono poi obbligati, per doveri di bushido, a uccidersi loro stessi uno per uno col seppuku per riacquistare l’onore perduto davanti allo Shogun.

47 ronin

 

Nel film di Mizoguchi, uscito una settimana prima di Pearl Harbour, lunghissimo e diviso in due parti, quasi senza primi piani dei ronin, solo il suicidio dei 47 ronin portava via una quarantina di minuti. Bellissimo, ma noiosissimo. Lo adoravo. Ora. Provatevi a farne una versione per un mercato doppio, orientale e occidentale. Con tutti attori giapponesi, meno uno, Keanu Reeves, che parlano un pessimo inglese. Con l’intero cast trasportato prima a Budapest, poi a Londra e infine in Giappone per gli ultimi esterni.

 

47 ronin 3

Una sceneggiatura scritta e riscritta da troppe mani, dal Chris Morgan di “Fast & Furious 5 e 6” all’iraniano Hossein Amini di “Drive” al Walter Hamada di “Venerdì 13” e “The Conjuring”, che non andava mai bene. Un regista, Carl Erik Rinsch, che viene dalla pubblicità alla sua opera prima. E unica. La storia che non viene trattata in maniera classica, ma come un fantasy in 3D, con una strega che si trasforma in volpe, esseri mostruosi con sei occhi e dragoni infernali. Qualche divagazione piratesca sulle navi olandesi non si capisce perché.

 

47 ronin 2

Il cattivo Kira è interpretato dalla superstar di “Thor” e “Mongol” Tadanobu Asano, la sua amante strega con un occhio celeste e uno marrone pronta a trasformarsi è la meravogliosa Rinko Kunimoto di “Norvegian Wood”. Il tutto viene girato nell’ormai lontana estate del 2011, poi rigirato, rimontato più volte. Tutta la parte di Keanu Reeves schiavo da combattimento degli olandesi viene massacrato, il personaggio del Capitano olandese, interpretato da Yorick Van Wagenheim, scompare quasi.

47 ronin

 

A fine 2013 si tenta un’uscita in Giappone, convinti che almeno loro ameranno il film. Malgrado il cast di star giapponesi e le 753 sale il rifiuto è totale, l’incasso è solo di un milione e 300 mila dollari, il film viene visto come un pasticcio americano impossibile. Non abboccano. E i 47 ronin nun se toccano. E’ come girare la vita di Totti con Valerio Mastandrea in Bulgaria che parla inglese. La critica americana lo massacra: “Solenne come una marcia funebre”, “senza humour, giapponese come un involtino primavera fatto in California”, “trovate qualcosa da fare a Keanu Reeves”.

 

buon compleanno, mr grape

Rai Movie alle 21, 10 propone invece “Buon compleanno Mr. Grape” di Lasse Hallström, il film dove si incontrano Johnny Depp e un giovanissimo Leonardo DiCaprio che fece furore come malato di mente, venne anche candidato all’Oscar, ma ci sono anche Juliette Lewis Mary Steenburgen. La7Cinema alle 21, 15 passa “Syriana”, importante film sulle relazioni tra Cia e paesi arabi, diretto nel 2005 da Stephen Gaghan, scritto da Tony Gilroy con George Clooney, Matt Damon, Christopher Plummer, Chris Cooper, Jeffrey Wright, Viola Davis e William Hurt.

syriana

 

Clooney vinse l’Oscar come non protagonista, ma dopo una caduta si fece una profonda ferita alla spina dorsale e il peso, che aveva preso per il ruolo, non lo aiutò affatto a guarire rapidamente. Vennero tolti al montaggio i ruoli di Greta Scacchi come moglie di Bob Barnes e quello di Michelle Monaghan con Miss America sposato a un emiro.

 

Tv200 alle 21, 15 propone una commedia della nostra infanzia, “Il Gran Lupo chiama” diretto da Ralph Nelson, un ottimo regista (“I gigli del campo”, “Soldato blu”), che rimpiazzò David Miller, con Cary Grant, Leslie Caron, Trevor Howard, Jack Goode, Sharyl Locke, Pip Sparke. Vinse un Oscar per la sceneggiatura di Peter Stone e Frank Tarloff. Era il penultimo film di Cary Grant, e uno dei personaggi che preferiva, anche perché del tutto diverso dal solito. Si sentiva ormai vecchio per fare ruoli romantici.

 

il gran lupo chiama

Ma preferì questo film a “My Fair Lady”, dove gli era stato chiesto di fare Henry Higgins. Avrebbe voluto con sé l’adorata Audrey Hepburn di “Sciarada”, che a differenza sua preferì fare la protagonista di “My Fair Lady”. Così venne chiamata Leslie Caron. Su Iris alle 21, 15 passa uno degli ultimi film di Steve McQueen, “Tom Horn” firmato da William Wiard con Steve McQueen, Linda Evans, Richard Farnsworth. Steve McQueen ruppe con ben tre registi, e di peso, come Don Siegel, Elliot Silverstein e  James William Guercio (che rimase sul set tre giorni), prima di pensare di girarlo lui, ma non poteva per motivi sindacali e prese il quasi prestanome William Wiard.

casper

 

Su Canale 27 alle 21, 15 arriva il fantasmino Casper The Friendly Ghost, nato dal personaggio del cartone animato anni ’50 ideato da Joe Oriolo per la tv, in “Casper”, versione live action diretto da Brad Silberling con Christina Ricci, Bill Pullman, Cathy Moriarty, Eric Idle, Garette Ratliff Henson. Rai4 alle 21, 20 passa il thriller “Chi è senza peccato - The Dry” di Robert Connolly con Eric Bana, Genevieve O'Reilly, James Frecheville, Keir O'Donnell, Matt Nable.

machete

 

Cielo alle 21, 20 ripropone “Machete” di Robert Rodriguez con il coatissimo Danny Trejo, Michelle Rodriguez, Jessica Alba, Robert De Niro, Lindsay Lohan. Rai5 alle 21, 20 passa “Volare”, opera prima da regista di Margherita Buy scritto assieme a Doriana Leondeff, dove interpreta una sorta di suo alias, l’attrice popolare Anne Bi, che vorrebbe tanto girare cinema d’autore in giro per il mondo come La Binoche o la Huppert, ma, non riuscendo a vincere la paura del volo, si deve accontentare del seriale in tv.

volare

Ohibò! Addirittura stagioni su stagioni dedicate alle avventure della Guardia di Finanza. E quindi decide di vincere la sua paura di volare in una sorta di scuola, che sembra più un centro di recupero. Come quei film che partono in un modo e poi prendono misteriosamente un’altra strada, “Volare” ha una parte iniziale che mi sembra decisamente più riuscita, e che avrei gradito ancor più sviluppata, e una che mi sembra meno riuscita e che si mangia tutto il film.

 

volare

La parte più riuscita è quella dedicata alla vita da attrice nevrotica di Anna Bi, divisa tra casa, dove abita con la (vera) figlia, Caterina De Angelis, lei reduce sì dal seriale, cioè dalle due fortunate stagioni di “Vita da Carlo” come figlia di Verdone, e set, dove se la vede con registi, organizzatori, stuntman, e l’onnipresente agente, una Anna Bonaiuto particolarmente vispa che cerca di starle dietro come un doberman. Diciamo che questa parte è praticamente uno spin-off della Buy attrice morettiana, con le sue manie, le sue paure, i suoi problemi mai risolti, e fa decisamente ridere.

 

volare

La parte (per me) meno risolta è quella che riguarda la cura che la Buy e un folto gruppo di paurosi del volo, Giulia Michelin, Maurizio Donadoni, Euridice Axen, Roberto Di Francesco, fanno a Fiumicino per risolvere il loro problema sotto la guida di Francesco Colella. Forse pensando che fosse solo un siparietto promozionale per Ita, il film è pieno di sponsorizzazioni, credevo che la scuola per i paurosi del volo fosse solo una scenetta.

 

Avevo capito che il film, insomma, fosse l’altro. Ma sbagliavo. Perché alla fine il siparietto del volo dilaga come fosse uno Squid Game all’italiana e solo vagamente ritorniamo alla situazione dell’attrice nevrotica iniziale, che aveva i suoi momenti divertenti. Soprattutto con l’apparizione della attrice nemica della Buy, cioè Elena Sofia Ricci, che, avendo la stessa agente, finisce per prendere tutti i ruoli che lei rifiuta. E apriva qualche possibilità in più al racconto.

 

SANDRA BULLOCK E MELISSA MCCARTHY IN THE HEAT CORPI DA REATO

Italia 1 alle 21, 25 passa il thriller “Retribution” di Nimród Antal con Liam Neeson, Jack Champion, Embeth Davidtz, Matthew Modine, Noma Dumezweni, Arian Moayed. Canale Nove alle 21, 30 la commedia poliziesca al femminile “Corpi da reato” di Paul Feig con Sandra Bullock, Melissa McCarthy, Demián Bichir, Marlon Wayans, Michael Rapaport.

 

Passiamo alla seconda serata con “Viva la sposa”, opera seconda di Ascanio Celestini con Ascanio Celestini, Alba Rohrwacher, Salvatore Striano, Francesco De Miranda, Rai5 alle 22, 55. Ricordo che mi piacque.

 

VIVA LA SPOSA

E’ un film un film dedicato al Quadraro, il quartiere più duro di Roma, quello di Remo Capitani, il mitico Mezcal, che coi suoi compagni tenne testa ai tedeschi nel ’44 e evitò tre o quattro volte di esser fucilato. E dedicato anche alla memoria di Giuseppe Uva, Stefano Cucchi, Federico Aldovrandi, ai tanti ragazzi che in questi anni hanno perso la vita dopo aver incontrato la polizia e non hanno mai avuto giustizia. Ne La pecora nera, il suo primo film, c’era una voce off dello stesso protagonista-regista che raccontava la storia rendendola ridondante.

 

viva la sposa 1

In questo caso non ce n’è affatto bisogno, e le singole storie, i singoli personaggi, anche se molto “alla Celestini” tutti, prendono vita naturalmente e ruotano lievemente attorno alla figura di Nicola, il regista stesso, una specie di santo bevitore del quartiere che vive tra il bar e una casa che non è nemmeno adatta a un suicidio dignitoso. Certo, c’è sempre l’impiccagione, dice lui. Ma è una cosa ancora più squallida, le dice l’amica Sofia, Alba Rohrwacher, specie di doppio celestiniano, figlia del padrone di una salsamenteria che l’ha chiamata Sofia in onore della Loren.

 

VIVA LA SPOSA

Sogna di andare in Spagna ma non riesce a muoversi da Cinecittà. Poi c’è Anna, la prostituta, suo figlio Salvatore, che vive con Nicola… Se conoscete il teatro di Celestini, sapete a cosa andate incontro. Ma qui c’è una distribuzione più forte dei personaggi, e una ricostruzione più ricca del quartiere. Grazie anche a attori come Sasà Striano, una delle facce più belle e vere che si siano viste nel nuovo cinema italiano, che vive con piccole truffe e magari sogna in grande, o alla stessa Alba, che porta alla sua Sofia una sofferenza palpabile, o a Barbara Valmorin, che fa la mamma del protagonista.

VIVA LA SPOSA

 E grazie anche alle luci di Luca Bigazzi, forse troppo autoriali, ma che riprendono con grande intelligenza il quartiere con un occhio allo schermo di Tonino Delli Colli per Accattone. Certo. Siamo sempre nel mondo dei Centri Sociali romani, dei quartieri post-pasoliniani, dei baretti, delle cene da mamma la domenica, delle mignotte e dei pappa, della tristezza di non saper uscire per sempre dal proprio mondo, ma almeno Ascanio Celestini racconta un mondo che conosce alla perfezione con amore e dolore senza inventarsi un altro mestiere o altre storie lontane da lui.

 

ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande

In un mare di repliche vi segnalo “A.I. Intelligenza artificale” di Steven Spielberg con Haley Joel Osment, Jude Law, Frances O'Connor, Sam Robards, Tv2000 alle 23, 20. Ma anche “Ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande” di Sergio Martino con Pippo Franco, Lino Banfi, Renato Pozzetto, Edwige Fenech, Janet Agren, Daniele Formica, Cine 34 alle 0, 45. Dei tre episodi, lo sapete sicuramente, il più celebre è quello di Pippo Franco, l’imbranato che va con la moglie e la famigliola al mare cantando sulla 128 Fiat «Tutti ar mare, tutti ar mare… a mostrà le chiappe chiare!», e si ritrova in mezzo ai nudisti capitanati dal celebre signor Batacchio.

 

robin williams l'uomo dell'anno 2

Nome dato non a caso, che rivela una sua certa particolarità anatomica. La moglie ci rimane di stucco non avendo mai visto una tale abbondanza di virilità, soprattutto se confrontata con quella del marito. Iris all’1, 25 propone “L’uomo dell’anno” di Barry Levinson con Robin Williams, Christopher Walken, Laura Linney, Jeff Goldblum, Lewis Black, dove un celebre comico televisivo si candida alla presidenza degli Stati Uniti.

 

2night

Rai Due alle 2, 35 propone “2night”, opera seconda di  Ivan Silvestrini, scritto da Antonella Lattanzi, Marco Danieli con Matilde Gioli, Matteo Martari, Giulio Beranek, dove due ragazzi si incontrano di notte… Su Rete 4 alle 2, 45 trovate “Ringo e Gringo contro tutti” diretto da Bruno Corbucci con Lando Buzzanca che fa coppia con Raimondo Vianello, prendendo quindi il  posto di Walter Chiari, per questa produzione italo-spagnola messa in piedi da Emo Bistolfi con la Fenix di Madrid.

 

lando buzzanca raimondo vianello ringo e gringo contro tutti

“Mi avevano molto divertito questi film western comici con Tognazzi, Vianello e Chiari”, mi ha detto Buzzanca. “Quindi accettai volentieri, anche perché non era una parodia. Inoltre non ero stato mai in Spagna e il regista era Bruno Corbucci, mio amico. Con lui avevo appena girato il primo James Tont. Con Raimondo Vianello abbiamo avuto un buon rapporto professionale, certo lui era più anziano mentre io ero un comico ancora giovane, ma avevo grande stima.”

raimondo vianello lando buzzanca ringo e gringo contro tutti

 

Per Buzzanca è il migliore dei suoi due western, perché è più ingenuo, più divertente, “pieno di cazzate, di cose nate sul posto, anche perché il film, a bassissimo costo, era girato senza sonoro e quindi potevamo inventarci cosa ci pareva”. Le ragazze, Mónica Randall e María Martín, Buzzanca le ricorda un po’ come due “squinzie spagnole”. La prima, la Randall, “era più attrice, aveva un occhio leggermente strabico. L’altra era una flamenchera”.

 

ringo e gringo contro tutti 5

La Randall, che ho poi conosciuto non aveva un gran ricordo di Lando, a dir la verità. Buzzanca ricorda che il film venne girato a Hoyo de Manzanares, in una Spagna ancora abbastanza arretrata, con donne che si vergognavano a mostrare le cosce, al punto che per girare una scena di lui sotto un tavolo nel saloon che vede gambe dappertutto, si dovettero chiamare delle prostitute vere, perché nessuna attrice voleva mostrare nulla.

 

Bistolfi, per Buzzanca, era “una persona stupenda”. Uno degli aiuto regista è il mitico Mario Castellani, spalla storica di Totò e un altro uno spagnolo, del quale Buzzanca non ricorda il nome, che si scontrava ripetutamente con lui. “Allora un giorno l’ho acchiappato e gli ho detto: Guarda che io sono siciliano, di Palermo. E lui si è spaventato. Andava da Corbucci e gli chiedeva se era vero che ero di Palermo”.

TI HO SPOSATO PER ALLEGRIA

Cine 34 alle 3, 05 passa “Ti ho sposato per allegria” di Luciano Salce con Monica Vitti, Giorgio Albertazzi, Maria Grazia Buccella nel primo dei suoi ruoli di svampitella. Il cast dello spettacolo teatrale, sempre diretto da Salce, era formato da Adriana Asti e Renzo Montagnani. Fu un trionfo quello spettacolo, che lanciò davvero Montagnani, anche se, al momento di costruire il cast chiamarono al suo posto Giorgio Albertazzi. Che non faceva ridere. Il film è stato recentemente restaurato e mostrato a Venezia. Quella di stasera sarà la copia restaurata? Chissà?

 

e continuavano a chiamarlo figlio di...

Nella notte arriva di tutto. “La ballata del boia” o “El verdugo” di Luis Garcia Berlanga con Nino Manfredi, Emma Penella, Guido Alberti, José Isbert, Rete 4 alle 4, 25. “Attrazione pericolosa”, erotico di Bruno Mattei con Monica Carpanese, Gabriele Gori, Tracy Kelly, Antonio Zequila, Achille Brugnini, Cine 34 alle 4, 40. “E continuavano a chiamarlo figlio di…”, che traduce il titolo spagnolo “El Zorro justiciero” di Rafael Romero Marchent con Fabio Testi, Frank Braña, Antonio Gradoli, Martin Moore, film rarissimo, Rai Movie alle 5.

 

colpo rovente 3

Chiudo col “Colpo rovente”, primo e unico film dello scenografo Piero Zuffi, scritto da Ennio Flaiano, prodotto da Roberto Loyola, con Michael Reardon, Barbara Bouchet supernuda appena arrivata dall’America, Carmelo Bene doppiato da Ferruccio Amendola in un ruolo assurdo, David Groh, Isa Miranda, ma ci sono anche Margaret Lee e Helen Mirren. Pieno di nudi frontali femminili. La lavorazione, nel ricordo del suo produttore esecutivo, Angelo Jacono, ma vedo che ci lavorò anche Valerio De Paolis, fu un disastro.

 

colpo rovente 1

Si girò dieci volte quello che serviva e il film era praticamente immontabile. Franco Arcalli riuscì a salvare il salvabile, e dire che la fotografia era di Pasqualino De Santis, le musiche di Piero Piccioni, era cioè una produzione ricca. Lo feci vedere nella rassegna “Italian Kings of B’s” a Venezia. E non riuscimmo, allora, neanche con le forze della Fenice, a ritrovare Zuffi, morto due anni dopo, nel 2006.

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