
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
IL DIVANO DEI GIUSTI - CHE VEDIAMO STASERA? FRANCAMENTE È MEGLIO BUTTARSI SULLE PIATTAFORME IN CERCA DI QUALCHE NOVITÀ COME "CONCLAVE", IN VISTA DELL'ELEZIONE DEL NUOVO PAPA - IN PRIMA SERATA C'E' "I DUE CARABINIERI" - ALLA STESSA ORA C'E' ANCHE "AMERICAN GIGOLO" O IL PORNO SOFT "MALOMBRA" - CINE 34 ALL’1:30 PROPONE "ECCO LINGUA D’ARGENTO". ALLORA SEMBRÒ MOLTO SCANDALOSO, PERCHÉ LE DUE PROTAGONISTE SI SPOGLIAVANO DAVVERO PIÙ DEL SOLITO...
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Francamente stasera meglio buttarsi sulle piattaforme in cerca di qualche novità come “Conclave” di Edward Berger su Sky, riuscito anche in sala, o “The Alto Knights” di Barry Levinson con Robert De Niro in doppia parte, su Amazon, o “Io sono la fine del mondo” di gennaro Nunziante con Angelo Duro, successo outaliano della stagione, su Sky. O di qualche vecchio classico in bianco e nero, come “Ladro lui, ladra lei” di Lugi Zampa con Alberto Sordi e Sylva Koscina, visto che in chiaro è tutto un già visto e rivisto.
Io ieri sera mi sono rivisto con estremo piacere “Brivido caldo”, opera prima di Lawrence Kasdan con William Hurt e Kathleen Turner su Amazon. E’ ancora una meraviglia di film, e Kathleen Turner una bomba che ci fece perdere la testa nel lontano 1981. Non è come vederlo la prima volta, però…
Canale 20 alle 21 propone l’action “From Paris with Love” diretto da Pierre Morel con John Travolta, Jonathan Rhys Meyers, Kasia Smutniak, Amber Rose Revah, Melissa Mars. Cine 34 alle 21 passa "I due carabinieri” di Carlo Verdone con Enrico Montesano e Carlo Verdone in coppia, Massimo Boldi, Paola Onofri. Fu un film anomalo nella filmografia di Verdone, ma qualche risata la fate.
Rai Movie alle 21, 10 propone “Un matrimonio mostruoso” di Volfango De Biasi con Cristiano Caccamo, Ilaria Spada, Sara Ciocca, Ricky Memphis, Paolo Calabresi. Vediamo cosa ne scrissi quando uscì. Ecco… Non è certo un capolavoro, ma mi fa ridere, anzi, me fa ride, più o meno come il precedente coatto-mostruoso-‘gnorante movie, “Una famiglia mostruosa”, proprio perché è così semplice, ha battute immediate (Chopin è battezzato con un “Ammazza che trifolata de palle”), richiami musicali scorretti (“I Watussi” di Edoardo Vianello) e dà molto spazio agli attori di costruirsi i loro personaggi o personaggini coatti e mostruosi e i loro dialoghi un po’ come vogliono.
Lo so che è una debolezza, ma abbiamo visto così pochi film comici italiani negli ultimi tempi e questo, se cascate nel gioco delle battute e degli attori, ha un suo funzionamento. Da una parte, come nel film precedente, c’è una famiglia di veri mostri. Così ritornano il babbo vampiro Vladimiro, un Massimo Ghini, anche qui bravissimo, con erre moscia, elegante un po’ blasé, la mamma strega Brunilde, interpretata stavolta da Paola Minaccioni al posto di Lucia Ocone, perfetta, lo zio Nanni di Paolo Calabresi, più sviluppato che nel film precedente, sempre rincojonito, ma che grazie al cervello di Isadora Duncan, trafugato nello studio del Dottor Frankenstein, cioè Greg (new entry), diventa la favolosa Isadora. Meglio di Drusilla. E c’è la figlioletta vampiretta, Sara Ciocca, simil Jenny Ortega.
Il figlio lupo mannaro, Cristiano Caccamo, belloccio, è ormai sposato con Luana, Emanuela Rei, che appartiene alla famiglia dei romani cafoni. Cioè l’altra famiglia, formato dai romanissimo Terra Bruciata e i Cornicioni. Diciamo subito che il Remo Corniconi di Ricky Memphis (new entry), avvocaticchio romano “Mi chiamano l’uomo che sussurrava ai cavilli”), prende il posto del fratello supercoatto Nando, Lillo, dato per morto con tanto di funerale e discorso funebre, appunto, di Remo, nei primi minuti nel film (“Nando era avido, insensibile, arrogante, ma aveva anche altre qualità e ha visto tutti i suoi processi andare in prescrizione”).
In realtà Nando non è morto, ma è solo scappato da infame in un paradiso fiscale assieme a Sole, moglie di Remo (“mio fratello è scappato co’ mi moje”) e sorella bionda, gemella e traditrice proprio della coattissima ma più pratica Stella (“mi marito è scappato coi miei sordi”), interpretata alla grande da Ilaria Spada, che fa ovviamente anche Sole. Al posto di Pippo Franco, che era il vecchio padre di Nando, morto nel film precedente, troviamo un debordante Maurizio Mattioli, nel ruolo di Glauco Terra Bruciata, padre delle gemelle e strozzino romano di lungo corso (“le gambe che ho dovuto spezzà… e i diti”) con tanto di ferro, anzi “fero” in tasca, che pretende di riavere da Nando i 50 mila euro che gli ha prestato a strozzo, con gli interessi, ovviamente (“invece del 25% gli farò il 10%”).
La scomparsa di Nando muove gli interessi di Remo verso la cognata Stella, che, riempita di debiti dal marito infame, punta invece a sposarsi il vampiro Vladimiro, che ha parecchie proprietà e si attizza come vede il sangue e il collo di Stella. (“hai già i canini barzotti, pare che non ha mai vista una vena!”). Questo scatena la moglie Brunilde (“ti ho dato i secoli migliori della mia vita”), che si allea con l’avvocato Remo per massacrare il marito (“tra un po’ non gli si allungano più nemmeno i canini”) e riprendersi tutto. Se la storia del figlio lupo mannaro, Cristiano Caccamo, e di sua moglie, Emanuela Rei, ci interessa poco e niente, prende quota, e diventa uno dei veri motori del film il corteggiamento romantico di Mattioli (“gradischi una noce?”, dice, aprendola col ferro sul tavolo) all’Isadora bionda di Paolo Calabresi, che abbiamo visto da poco caratterista strepitoso in “Rapito” di Bellocchio. Pensa un po’…
Tv2000 alle 21, 10 passa “Giotto, l’amico dei pinguini”, commedia per bambini australiana diretta da Stuart McDonald con Shane Jacobson, Sarah Snook, Alan Tudyk, Coco Jack Gillies, Deborah Mailman. Giotto non è il pittore ma un cane. Rai Storia alle 21, 10 passa un bellissimo “Il mulino del Po” nella versione cinematografica del 1949 diretta da Alberto Lattuada, scritta da Federico Fellini e Tullio Pinelli con Carla Del Poggio, Jacques Sernas, Leda Gloria, Giulio Calì, Nino Pavese. Quella che mi ricordo meglio è la versione televisiva del 1963 con Gastone Moschin, Raf Vallone, Camillo Pilotto, Renzo Montagnani, Giulia Lazzarini. Non mi ricordo per nulla quella con Valeria Moriconi e Nando Gazzolo del 1973.
Su Mediaset Italia 2 alle 21, 15 passa l’horror italo-jugoslavo del 1989, “Il treno” diretto da Jeff Kwitny con Mary Kohnert, Bo Svenson, Victoria Zinny, Savina Gersak, Sarah Conway Ciminera. Mai visto. Iris alle 21, 15 propone il buon thriller “Extreme Measures. Soluzioni estreme” diretto da Michael Apted, scritto da Tony Gilroy e tratto da un romanzo di Michael Palmer, con Hugh Grant, Gene Hackman, Sarah Jessica Parker, David Morse. Questo non lo avete visto.
Su La7D alle 21, 20 ricompare “American Gigolo” di Paul Schrader con Richard Gere, Lauren Hutton, Hector Elizondo, Nina van Pallandt, Bill Duke, Brian Davies. Italia 1 alle 21, 20 propone oil kolossal “Animali fantastici e dove trovarli” diretto da David Yates con Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Alison Sudol, Dan Fogler, Colin Farrell. Il mondo dei maghi di J.K.Rowling, a cinque anni dalla fine della saga di Harry Potter, colpisce ancora. L’idea era di uno spin-off della saga in cinque parti, ma ne sono state girate solo tre. Non funzionò come si pensava. Ma questo primo film fu un evento pazzesco, con budget da 180 milioni di dollari e altri 150 solo per il marketing.
Magari, scrivevo allora, ha una trama un po’ confusa, non tutte le fantastic beasts sono riuscite, i personaggi non sono proprio profondi, ma va detto che la New York del 1926 ricostruita dagli scenografi inglesi Stuart Craig e James Hambridge, resposabile il primo della saga di Harry Potter e il secondo di quella del Cavaliere Oscuro, grazie anche alla fotografia di Philippe Rousselot è una meraviglia per i nostri occhi.
E i costumi dell’americana Colleen Awood, socia da sempre di Tim Burton, lo sono altrettanto. Da quando vediamo il maghetto Newt Scamander di Eddie Redmayne sbarcare a New York con la valigia di cartone che racchiude tutte le bestie fantastiche con le scarpe alla Charlot e il cappottino blu zucchero siamo già rapiti dal lavoro della Atwood e di chi ha costruito l’impatto visivo del film e dei personaggi dentro al film.
E’ vero che Redmayne, senza ciuffo sugli occhi, cappottino blu, scarponi, pantaloni a zompafossi, e totale immersione nella New York d’epoca, lo perderesti nella folla. E, invece, la maghetta Tina, interpretata dalla inglesissima Katherine Waterstone lo riconosce subito. Il regista, David Yates, non un genio, ma responsabile del successo degli ultimi quattro Harry Potter, sa come costruire un successo e come gestire un set così ricco e importante. Il film, con tutti i suoi difetti, e non ne ha pochi, soprattutto quando si entra nel dettaglio dello zoo di Newt e nello sviluppo della trama, con gli animali in giro per la città e il maghetto inglese pronto a prenderli, è altrettanto pieno di trovate e di apparizioni più o meno strepitose.
ANIMALI FANTASTICI E DOVE TROVARLI
Il mega-ippopotamo che insegue il no-mago cicciotto Kowalski per inchiappettarselo a Central park è favoloso. Personalmente adoro lo Snaso, un mostro peloso che ruba soldi e oro ovunque nascondendoli non si sa dove, ma è notevole anche l’ambiguo mago Mr.Graves di Colin Farrell, la bellissima maga presidente Carmen Ejogo, e tutta la parte dark della storia, che vede la congregazione dei Salemiti combattere la magia. A capo dei Salemiti troviamo la fanatica e sadica Mary Lou di Samantha Morton, che domina il ragazzone ultranerd Credence di Ezra Miller e una serie di bambini orfanelli e morti di fame.
ANIMALI FANTASTICI E DOVE TROVARLI
Ma sono belli anche i cattivi capitalisti comandati da Jon Voight, sorta di megaTrump che domina la città, i suoi media e la sua polizia. Notevolissimi anche le apparizioni più mostruose, come lo Gnarlak di Ron Perlman e il Red di Dan Hedaya, che vi sfidiamo a riconoscere. La parte più umana e comica è affidata al grosso Kowalski di Dan Fogler e alla scatenata Queenie, maghetta sorella di Tina, di Alison Sudol. Piuttosto imbarazzante, invece, Johnny Depp biondo e grasso con un assurdo taglio di capelli.
Su Cielo alle 21, 20 troviamo ancora una volta il mezzo porno (soft) “Malombra” di Bruno Gaburro con Paola Senatore, Maurice Poli, Claudia Cavalcanti, Maurizio Boni. Su Rai4 alle 21, 20 l’action “Un uomo sopra la legge” di Robert Lorenz con Liam Neeson, Jacob Perez, Juan Pablo Raba, Katheryn Winnick, Teresa Ruiz, Ming Wang.
Su Canale 27 alle 21, 20 trovate “Sergente Rex” di Gabriela Cowperthwaite con Kate Mara, Bradley Whitford, Tom Felton, Common, Edie Falco, Will Patton. Passiamo alla seconda serata con, Rai Movie alle 22, 55, “Sotto il sole della Toscana” di Audrey Wells con Diane Lane, Sandra Oh, Lindsay Duncan, Raoul Bova, Vincent Riotta e il nostro Mario Monicelli.
Almeno era veramente toscano. Rai4 alle 23, 10 passa il thriller sud-coreano “The Roundup” diretto da Sang-yong Lee con Ma Dong-seok, Sukku Son, Gwi-hwa Choi, Ji-hwan Park, Heo Dong-won. La7 alle 23, 30 propone la commedia legata alla tv del mattino “Il buongiorno del mattino” diretto dal bravo Roger Michell con Rachel McAdams, Harrison Ford, Patrick Wilson, Jeff Goldblum, Diane Keaton, 50 Cent. Grande cast. Adoro i film sulla tv americana.
Su Iris alle 23, 35 rispunta il mervaiglioso “Zodiac”, thriller dei thriller diretto da David Fincher con Jake Gyllenhaal, Mark Ruffalo, Robert Downey jr., Anthony Edwards, Brian Cox. Non so perché ma mi addormento sempre. Magari è troppo lungo per un thriller (153’). Rete 4 alle 23, 45 passa il thriller “Un alibi perfetto” diretto da Peter Hyams, uno degli ultimi registi americani davvero di genere, con Michael Douglas, Jesse Metcalfe, Amber Tamblyn, Sewell Whitney, Michael C. 'Mike' Allen. Diciamo che è un remake moderno di “L’alibi era perfetto” di Fritz Lang. Ovvio che non valga il film di Lang, ma non sottovalutate troppo Peter Hyams.
Ha i suoi fan, Italia 1 alle 23, 55, “Rush Hour”, fortunato buddy buddy diretto da Brett Ratner con la coppia Jackie Chan e Chris Tucker, Tom Wilkinson, Tzi Ma, Ken Leung, Chris Penn. Rai Movie alle 0, 55 passa “Il sipario strappato” il primo film di Alfred Hitchcock senza la musica di Bernard Herrmann. Hitchcock, su consiglio dei capi della Universal, aveva contestato la musica che aveva scritto e si ruppe una vecchia amicizia, e senza la direzione della fotografia di Robert Burks.
E’ una storia, un thriller politico legato alla Guerra Fredda e alla fuga di cervelli verso l’Ovest che vede protagonisti Paul Newman, Julie Andrews, Lila Kedrova, David Opatoshu, Tamara Toumanova, Wolfgang Kieling come Hermann Gromek, che viene ucciso nella scena più forte e truculenta del film. Per Hitchcock doveva far capire al pubblico che è difficile uccidere un uomo.
Sebbene fosse andato benissimo al botteghino, il film non piaceva a Hitchcock, che non si trovò bene con i due protagonisti, troppo moderni, troppo diversi. Al loro posto avrebbe voluto Cary Grant e Eva Marie Saint. Legò molto invece con Lila Kedrova. Ma la verità è che la sceneggiatura non piaceva a nessuno e inutilmente Hitchcock la fece riscrivere.
Il mio film preferito della serata non può che essere “Paterson” di Jim Jarmusch con Adam Driver, Golshifteh Farahani, Kara Hayward, Sterling Jerins, Luis Da Silva Jr. Perché ci piace così tanto Paterson di Jim Jarmusch? Non accade praticamente nulla nel film, nella cittadina di Paterson, dove il film è ambientato, e soprattutto nella vita del suo protagonista, che si chiama anche lui Paterson, anonimo conducente di autobus interpretato da Adam Driver.
A Cannes, dove venne presentato, vinse ingiustamente solo un premio, quello del miglior cane, grazie all’interpretazione di Nellie, una bulldog che fa una serie di dispetti al protagonista. Ma non c’è un filo di drammaticità, e quella che c’è è subito trasformata in commedia. Lo amiamo perché in un cinema dominato da supereroi fracassoni, action movie e avventure in 3D, è un film totalmente dedicato alla poesia, anzi alla creazione poetica.
Costruito proprio come una poesia. In sette capitoli, o sette stanze poetiche, dentro le quali da un lunedì mattina al lunedì mattina della settimana dopo, si muove il suo protagonista. Ripetendo sempre le stesse azioni. Nella cittadina del New Jersey, il mondo sembra essersi fermato proprio per dare tempo al suo protagonista di osservare i passeggeri del suo autobus, le chiacchiere al bar, i dialoghi a casa, e quindi di scrivere le sue poesie.
Jarmusch ci parla di William Carlos Williams, il poeta preferito di Paterson l’autista, che a Paterson tenne un corso di fisica, di Allen Ginsberg, anche lui nato a Paterson, di Iggy Pop, che nel 1970 venne a cantare a Paterson, di Lou Costello, il cittadino più celebre di Paterson. Paterson, l’autista-poeta, non usa né computer né cellulare e adora un solo colore, il blu. E su questo costruisce tutta una serie di riferimenti poetici. Magari non c’è più spazio nelle nostre sale per un film come Paterson, ma lo vedo ogni volta con infinito piacere.
Cine 34 all’1, 30 propone invece “Ecco lingua d’argento” di Mauro Ivaldi con Carmen Villani, Nadia Cassini, Roberto Cenci, Gianfranco D'Angelo, Huberta Shaw. Allora sembrò molto scandaloso, perché le due protagoniste si spogliavano davvero più del solito. Carmen si esibisce integralmente nuda e vestita da kapò in un sogno erotico del protagonista. Fu per questo che il film, presentato originariamente come Lingua d’argento, viene bloccato in censura per ben due volte, scatenando così le reazioni della stessa attrice: «Hanno parlato di oscenità, atti di libidine, ma io sono una persona sana.
[...] Voglio anche sottolineare che non mi sento una vittima della censura. Il mio film non è offensivo della morale: è una favola estetica, del tutto corretta, che non cerca l’alibi politico o falsamente impegnato per contrabbandare scene erotiche gratuite (Il Messaggero, 2 aprile 1976).
Passerà solo alla terza istanza con alcuni tagli e un nuovo titolo, Ecco lingua d’argento, in data 29 aprile 1976. Così viene messo in circolazione per la gioia dei fan dell’attrice, al punto che sui flani de La Gazzetta del Mezzogiorno, al 12 maggio 1976, è salutato così: «Oggi è arrivato il film più famoso di Carmen Villani, finalmente sbloccato dalla censura. Ritorna nel personaggio di Andrea ancora più bella e seducente per riprendere e concludere una faccenda lasciata a metà». Così è tutto chiaro.
Il critico barese Piero Virgintino de La Gazzetta del Mezzogiorno si piega alla bellezza della protagonista: «Carmen Villani, oltre alle splendide forme, mostra doti di commediante da impiegare meglio». Per Giuseppe Turroni, dalle pagine di Filmcritica, parte il primo elogio della diva e del suo film: «Se Carmen mena il can per l’aia, lo fa secondo le regole di una commedia tradizionale. Il pubblico sta al gioco (quello speciale pubblico povero che assiste alle proiezioni di film consimili…).
Il pubblico intellettuale niente affatto: il sogghigno è di prammatica [...]. Al di fuori di tanti italiotismi, questa commedia prende possesso di un corpo finora trascurato: è quello della gioia del sesso. E si sa che una cosa tanto desiderata, acquista poi maggior sapore, profumo e verità ideale, oltre che materica, quando, dopo tanto, la si potrà avere». Iris alle 2, 35 passa un giallo erotico che mi piace molto come “Quando il sole scotta” o “Road to Salina” diretto da Georges Lautner con una giovanissima e ancora scandalosa Mimsy Farmer, aveva da poco girato “More”, e Robert Walker Jr e i due vecchi Rita Hayworth e Ed Begley.
Vietatissimo non l’ho potuto vedere quando uscì cinquant’anni fa e vederlo oggi, ahimé, non è la stessa cosa, ma il trailer inglese con Mimsy Farmer nudissima ve lo consiglio. La chiudo qui.
il sipario strappato 5
quando il sole scotta 1
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