
DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI…
Goldie Taylor per “Daily Beast”
Sono arrivati con le minicar, una Cooper, una Fiat, una Zip noleggiata o qualsiasi mezzo in voga. Qualcuno ha portato i cani e i passeggini. Si sono diretti al bar in stile bohemien per un cappuccino o un tè allo zenzero. Un magazzino abbandonato ora ospita loft milionari, un deposito è stato buttato giù per far spazio a un grattacielo di lussuosi appartamenti grandi quanto un garage. E’ il progresso urbano, dicono, un modo per risanare un ghetto.
E’ la Brooklyn post-razziale, con i suoi abitanti hipster e liberali. Le facce nere in giro non si vedono più, sono andate via a causa dell’aumento selvaggio degli affitti. E’ stata casa per generazioni, ora non lo è più, come accade in altre grandi città americane: Chicago, Atlanta, San Francisco, Washington.
LA QUINOA DALLE ANDE AL MERCATO GLOBALE
La gentrificazione urbana è stata studiata e se ne è scritto molto. Lo chiamano “effetto Cristoforo Colombo” e non riguarda solo le case, il trasporto, il lavoro, ma anche il cibo. Le famiglie povere, soprattutto del sud, un tempo contavano sul cibo naturale della tradizione, che costava poco, come fagioli, riso, patate, piselli. Ora, per via del trend dietetico, aumenta la richiesta di questi prodotti: tutti vogliono il cavolo, le patate dolci, e i blogger del cibo sfornano ricette sempre più gentrificate.
La classe media ha scoperto un nuovo modo di nutrirsi con ingredienti sani ed economici, che però sono approdati anche nelle cucine degli chef dei ristoranti con un numero limitato di tavoli. La preoccupazione è che questi ingredienti abbordabili, ora salgano improvvisamente di prezzo, come è successo nel settore immobiliare.
E’ già accaduto con la quinoa. La sua popolarità ha avuto un grande impatto sul prezzo. Nasce nelle Ande, è sempre stato alimento delle famiglie povere, ma da qualche anno è diventato chic. I contadini ci guadagnano, invece la gente comune non se la può più permettere. In Bolivia il consumo è crollato del 34%. Che dire dell’aragosta? Un tempo si dava ai detenuti, poi è diventata pregiata, e anche se ora è tornata a costare poco, nei menù il suo prezzo resta altissimo.
Dovremmo segregare il cibo allora? Naturalmente no. E’ la nostra politica alimentare ad essere colpevole, con il suo marketing zeppo di etichette che spinge prodotti non nutrizionali. Bisogna ridefinire i sussidi alle fattorie, spingere a consumare prodotti sani ma mantenere l’equilibrio economico.
DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI…
DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO…
FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO…
DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN…
DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY…
DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE…