DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Carlotta Scozzari per “la Repubblica”
Marco Rosini Franco Ricci Pier Silvio Berlusconi Yves Confalonieri
Non c’è il due senza il tre nel mercato, ormai sempre più trafficato, dove le telecomunicazioni incrociano i contenuti. E così Telecom Italia, dopo accordi analoghi con Sky e Netflix, ora è sul punto di siglare un’intesa commerciale anche con la Mediaset della famiglia Berlusconi. Negli ultimi tempi, le due controparti non avevano certo tenuto segreta la trattativa in corso, ma ieri il direttore finanziario di Mediaset, Marco Giordani, ha dichiarato che manca ormai pochissimo alla firma definitiva: «Siamo molto vicini, lo annunceremo presto. E’ un accordo molto importante per i media, per l’immagine, per l’innovazione e per i prodotti» anche se «non avrà un impatto rilevante sui nostri conti».
L’accordo è simile a quello che la società della telefonia ha appena siglato con Netflix, e prevede di portare Mediaset Premium, cioè i canali a pagamento del digitale terrestre, su Timvision, che è il servizio di tv su richiesta in fibra ottica di Telecom. Quest’ultima, oltre che con il gruppo californiano noto per le serie televisive che sbarcherà in Italia in autunno, ad aprile aveva siglato un analogo accordo commerciale la tv satellitare Sky.
Non solo. Da Mediaset non è arrivata una secca smentita nemmeno alle indiscrezioni secondo cui l’intesa commerciale con Telecom potrebbe un domani aprire la strada a una vera e proprio integrazione tra i due gruppi, per sfruttare al massimo le sinergie tra telecomunicazioni e media. «Oggi - ha dichiarato la società guidata da Pier Silvio-Berlusconi - Mediaset gioca sul campo dei media, Telecom Italia su quello delle connessioni. Poi tutto può sempre cambiare». Come a dire che l’attuale assetto potrebbe poi non essere così definitivo.
Nel frattempo, Mediaset ha annunciato conti semestrali in miglioramento grazie al mercato spagnolo, mentre in Italia la situazione appare ancora complessa. In particolare, il gruppo presieduto da Fedele Confalonieri ha annunciato un utile di 24,3 milioni rispetto alla perdita di 20,5 dello stesso periodo del 2014, con ricavi sostanzialmente stabili a 1,72 miliardi. In Italia, i ricavi pubblicitari televisivi lordi del semestre si sono attestati a 1.011 milioni, in flessione dello 0,8% sull’analogo periodo del 2014. Nel solo secondo trimestre, il calo si è ridotto allo 0,1 per cento.
Tuttavia, per l’incertezza del quadro economico generale per Mediaset «risulta ancora estremamente difficile formulare previsioni circa l’evoluzione annua del mercato pubblicitario italiano». Il margine operativo di gruppo del semestre è salito a 137,5 milioni rispetto ai 109,5 del precedente esercizio. In Italia, l’indicatore è sceso a 27 milioni dai 29,4 del 2014 mentre in Spagna è cresciuto da 80 a 111 milioni.
Se, però, i conti spagnoli del primo semestre sono in miglioramento, agli occhi degli analisti appaiono meno incoraggianti le prospettive per la seconda parte dell’anno, che potrebbero gettare un’ombra sul raggiungimento degli obiettivi di gruppo. Questo spiega la flessione del 10% accusata ieri alla Borsa di Madrid dal titolo Mediaset Espana.
Mentre in Italia la capogruppo è scesa del 3,6 per cento. Da segnalare, inoltre, che il cda di Mediaset ieri ha autorizzato la controllata Rti a perfezionare l’operazione di acquisizione dell’80% di radio R101 da Mondadori, anch’essa controllata dal gruppo Berlusconi, con un’operazione che sarà finalizzata entro settembre.
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