“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Marco Molendini per Dagospia
TIMOTHEE CHALAMET INTERPRETA BOB DYLAN - A COMPLETE UNKNOWN
Sono rimasto deluso da A complete unknown, il film su Bob Dylan. Considerando la forza del personaggio, la sua personalità enigmatica, il periodo in cui si è affacciato nella scena musicale newyorkese, la ricchezza di fermenti del mondo che si muoveva nelle strade e nei locali del Village, speravo in qualcosa di più.
Invece il film punta soprattutto sulla faccia del protagonista, reso con certosina precisione il più possibile somigliante all'originale.
Un lavoro di ricostruzione che non ha trascurato la parte musicale, con Timothée Chalamet che si è prodotto in una imitazione pedissequa di Dylan cantante. Sicuramente un grande sforzo, perfino sorprendente, ma quando si sentono nel film Like a rolling stone o Blowin' in the wind non si può non aver voglia di ascoltare l'originale che è inevitabilmente meglio della copia.
Il film punta sul fascino della riproduzione, così Chalamet viene calato nelle copertine e nelle foto di Bob, ritagliate e ricucite.
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Così la storia diventa sostanzialmente una sequela di scatti fotografici: Dylan-Chalamet con gli occhiali da sole, con la parrucca tutta ricciolini, con la giacca di pelle sulla motocicletta Triumph, mentre accende una sigaretta dietro l'altra, quando lancia le sue occhiate dal basso, quando si siede sul letto a suonare la chitarra, quando duetta con Joan Baez, quando passeggia con la sua ragazza.
Il balletto con le due fidanzate è una matassa che tiene insieme il racconto. La prima è Suze Rotolo (che viene ribattezzata Sylvie Russo), la ragazza per la quale Bob a un certo punto venne in Italia inseguendola e capitò una sera al Folkstudio di Roma.
ELLE FANNING E TIMOTHEE CHALAMET CHE INTERPRETA BOB DYLAN - A COMPLETE UNKNOWN
L'altra, ovviamente, è Joan Baez, partner musicale e amante sexy (Monica Barbaro, l'attrice è molto più bella dell'originale): banalissima la scena in cui Sylvie, dipinta come una martire d'amore piuttosto che un personaggio complesso, figlia di una famiglia di comunisti e sappiamo cosa voleva dire in America, oltre a essere la coscienza politica che lo avvicina all'impegno politico, si mette a piangere come una fidanzatina disillusa e scappa via vedendo l'affiatamento fra Bob e Joan che duettano al Newport folk festival (tra l'altro in epoca in cui la sua storia con Dylan era abbondantemente finita).
Un altro filo narrativo è la rinomata querelle con il mondo rigoroso del folk che ha accolto il ragazzo di Duluth, l'ha aiutato, portato al successo, poi si è sentito tradito quando, raggiunto il successo, Bob fa propri i suoni del rock e delle chitarre elettriche, con la figura di Pete Seeger dipinta come uno sprovveduto difensore della purezza folk e il prestigioso studioso del folk, Alan Lomax, trasformato in macchietta.
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Del più celebrato e influente dei cantautori, del suo mistero, del suo talento, dei suoi tormenti, dei suoi vizi (siamo nella New York animata, sconvolta, travolta dalle droghe, dagli acidi, dalla cocaina) alla fine viene fuori ben poco.
Il film del regista James Mangold, basato sul libro di Elijah Wald Dylan Goes Electric!, resta stereotipato e frammentario. Pensare che sia stato lo stesso Dylan (che ha partecipato alla produzione) a volere un ritratto così edulcorato di sé, è far torto alla sua intelligenza. Se lo ha imposto, ha fatto un cattivo servizio a se stesso. Se non lo ha voluto ha sbagliato a non intervenire.
TIMOTHEE CHALAMET INTERPRETA BOB DYLAN - A COMPLETE UNKNOWN
Il film non azzarda nulla sulla sua personalità (vale la pena vedere il documentario di Martin Scorsese No direction home), sorvola sui tanti personaggi che lo hanno contagiato, non solo Woody Guthrie e Pete Seeger (le cui figure hanno largo spazio ma sono ridotte a semplici maschere) ma Dave Van Ronk, Sonny Terry e Brownie McGhee, John Hammond.
La delusione sta nel salto fra l'aspettativa e il risultato: una biografia incompiuta che si accontenta di far muovere in scena l'avatar di Dylan che resta, come canta in Like a Rolling stone, a complete unknown. Forse non poteva essere altrimenti, ma perché allora fare il film?
bob dylan e suze rotolo bob dylan al newport folk festival del 1965 BOB DYLAN AL Newport Folk Festival CON LA CHITARRA ELETTRICA BOB DYLAN AL Newport Folk Festival CON LA CHITARRA ELETTRICA JOAN BAEZ E BOB DYLAN A NEWPORT NEL 1964Joan Baez Bob Dylanjoan baez bob dylan 2bob dylan suze rotolo suze rotolo cover disco bob dylan bob dylan suze rotolo 1joan baez bob dylan 1
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