DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Romano Braggadocio del quotidiano “Domani”
Lunedì 12 Gennaio 2015
Oggi, uscito quasi di soppiatto dal portone di via Solferino ho imboccato, girando rapido sui tacchi a sinistra, in via della Moscova - direzione largo Foppa -, senza neanche ingollare un cognac al TedOne. Il bar-ristoro d’angolo tra le due strade di Brera che da anni serve pure a domicilio la redazione assediata del Corriere della Sera.
Via della Moscova, non via Moscova come invece si ostinano a chiamarla un po’ tutti i milanesi. Il suo toponimo, infatti, deriva dal fiume della Russia centrale sulle cui rive fu combattuta nel 1812 un’epica battaglia tra i francesi di Napoleone e i russi comandati dal generale Kutuzov.
Vinse il Bonaparte che poté così fare il suo ingresso trionfale nella capitale zarista prima di conoscere anche lui la sua Stalingrado.
MIELI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BISIGNANI
Eppure stamattina avevo davvero un gran bisogno di mandare giù qual cosa di forte. Neppure ai tempi di Tangentopoli sentivo le farfalle agitarsi nervose nel mio pingue pancione ormai devastato dalle lunghe notti insonni passate in questura o dentro il palazzaccio di Giustizia.
E per effetto delle “bevute” smodate per digerire panini farciti di salumi rancidi che, fino all’alba, continuavamo a trangugiare sfiniti in malfamati locali frequentati soprattutto da questurini e mignotte. Solo nell’attesa che i giornali arrivassero freschi nelle edicole, odorosi ancora d’inchiostro da stampa e molte censure preventive.
Un profumo unico, indimenticabile.
L’inchiostro usato in tipografia, l’ho letto da qualche parte, è infatti il risultato di sperimentazioni secolari alla ricerca del liquido migliore che, dopo Gutenberg, sostituisse l’inchiostro usato in precedenza per la scrittura.
Un composto ottenuto sostituendo l’acqua con l’olio di semi di lino, con l’aggiunta di altri elementi chimici misteriosi.
Già, il 1992!
L’anno che per il professor Umberto Eco è stato “un punto di displuvio nella storia della società italiana e che segna una cesura del modo di fare informazione in Italia”.
man21 ces romiti fab fabiani pao mieli
Come dar torto, mi domando allungando il passo, al semiologo-filosofo che ha studiato Sant’Agostino e scritto la “Fenomenologia di Mike Bongiorno?
Okei, professore Eco!
Anch’io ventitré anni dopo Mani pulite – una vita buttata, per dirla tutta – la penso come lei. E mi sorprendo a dichiararlo a voce alta con la gente che all’uscita della metropolitana gira a guardarmi come un matto, mentre vado all’appuntamento con il mio ex direttore dei primi anni Novanta al Corriere, Paolino Mieli.
Dopo avermi convocato telefonicamente alle sette di mattina, com’era solito fare quando lavoravamo in tandem sulle inchieste di Tangentopoli, il Gran Paraculo mi riceve all’antica bottiglieria Moscatelli in Corso Garibaldi.
Una vineria che ha una lunga storia iniziata nel 1895.
PRIMA PAGINA DEL CORRIERE SULL AVVISO DI GARANZIA A BERLUSCONI
“Romano, hai letto il doppio paginone nella cultura del Corriere di oggi con il mio faccia-a-faccia con quel bollito di Umberto Eco? Un capolavoro di mielismo”.
“…Il poverino c’è cascato nel tranello tesogli pur di promuovere il suo libro… Un gran brutto romanzetto, che la Rizzoli ha editato per i tipi della Bompiani, Numero Zero. E Umberto, che frequento dai tempi dell’Espresso, ha accettato di confrontarsi proprio con chi della verità giornalistica ha fatto, secondo lui, strame… Gli anni – che tu ben sai – della Rivoluzione italiana”, attacca soave Mieli mordicchiando il mezzo sigaro Toscano attaccato voluttuosamente alle labbra.
Il disegno di una fessura sorniona e beffarda che dà al suo volto la forma comica e suadente del salvadanaio.
“Sì…sì… ma pur dovendo a te carriera, compensi e promozioni, compresa una scandalosa corrispondenza a Hong Kong senza neppure, conoscere l’inglese - non dico per pudore il cinese -, ho provato un misto di orgoglio e tristezza per come hai gabellato il povero professore piemontese…”, osservo quasi parlassi ancora con me stesso.
“Sai – aggiungo tutto d’un fiato, quasi in apnea - leggendo il pamphlet di Eco ho immaginato che quel direttore di giornale cialtrone, spergiuro e spregiudicato, Simei, somigliasse tanto al Paolino che ho conosciuto in via Solferino al volante della macchina del fango…”.
“Come? L’abbiamo fregati tutti, ancora una volta, e tu - Giovanni Braggadocio - deliri…parli di macchina del fango. Non ti ricordi l’imbroglio dell’avviso di garanzia a Berlusconi nel 1994 nel pieno del vertice internazionale di Napoli, grazie alla soffiata della procura di Milano con l’intesa tacita del Quirinale di Scalfaro? Uno scoop malandrino. Altroché. Un capolavoro d’informazione costruita ad arte per far cadere il Cavaliere in carica a palazzo Chigi.
silvio berlusconii leader visti dall'artista cristina guggeri
“…e il memoriale Enzo Papi? Uscito ufficialmente dal carcere di San Vittore ma scritto nella redazione culturale del giornale per evitare che il dirigente Cogefar, tenuto in carcere da mesi, cantasse sulle tangenti Fiat di cui erano a conoscenza sia Avvocato sia Cesare Romiti? Non dimenticarti che l’editore di riferimento del Corrierone non era il Vimercate di Anno Zero, ma la Fiat di Agnelli e Romiti…”.
Il Gran Paraculo mi stringe con le dita a salsiccia della sua manona il braccio destro che sta per portare alla bocca il bicchierino di brandy appena ordinato che – già lo pregusto -, al primo contatto con il palato saprà di fiele.
“Braggadocio, tu mi sorprendi. Chiami macchina del fango un giornalismo che oggi è studiato nelle università dove insegna pure l’amico Umberto… I nostri titoli della cronaca di Mani pulite con l’uso abnorme della punteggiatura, tanto per creare il giusto pathos nel lettore, non facevano altro che richiamarsi ai campi semantici, appunto, della malavita e della carceri: Sembra davvero incastrato; Pizzo al 10%; Flagranza di reato; Sono scattate le manette… E sugli scudi mettevano gli eroi-giudici di Tangentopoli: Il Pm Di Pietro, quasi un eroe; Notte rock ballando per Di Pietro; Di Pietro, dal bunker con affetto; Di Pietro, accolto a Roma trionfalmente”.
“Non pensi che abbiamo criminalizzato un’intera classe politica e di aver contribuito alla sua delegittimazione alimentando l’antipolitica? E non tanto per servire la verità, bensì i Poteri marci, a cominciare dalla Fiat tangentara, come accusa Eco nel suo libro Numero Zero?”, domando al Mieli-Simei che adesso tormenta con i denti il mezzo “Toscano”.
carmen lasorella mieli scalfari
Prima di ricevere una risposta, abbassando gli occhi aggiungo con la forza di un filo di voce:
“Direttore, lei si professa uno storico contemporaneo, anche se non ha mai fatto ricerche d’archivio e si limita a recensire sul Corriere o in tv i libri dei suoi colleghi. Ch’è – a me pare - un mestiere diverso da quello dello storico come i suoi presunti maestri De Felice e Romeo...”
cap30 giac marramao napolitano mieli
“… Ora – no, lasciami dire Paolo -, se scendessi per un secondo dal trespolo accademico che ti sei costruito - a somiglianza di un partito d’opinione, foraggiando schiere di editorialisti cortigiani - dovresti domandarti come concili il fatto che avendo vissuto da testimone privilegiato una certa epoca, penso soprattutto agli anni di Piombo e alla rivoluzione di Tangentopoli, ora non avverti il dovere morale di tradurre la tua esperienza personale, senza reticenze, con un’esperienza di verità collettiva?”.
Al momento di rialzare lo sguardo Paolino si è dileguato. Ma il suo fantasma m’insegue fino a pagina 212 del libro Anno Zero dell’Eco finito tritato nei possenti tentacoli di Mieli-Simei:
“Le rivelazioni – leggo - superavano le più esaltate fantasie di Braggadocio. Per forza, diceva Maia, te l’ha ricordato anche lui che tutte queste notizie circolavano da tempo, solo che erano state cancellate dalla memoria collettiva, bastava solo andare per archivi ed emeroteche a rimettere insieme i pezzi del mosaico…”.
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO…
DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL…
DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI…
VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…