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“PER ME TOTÒ È UN SANTO HA DONATO A TUTTI ARTE E GIOIA” - ESTRATTO DEL LIBRO DI PAOLO ISOTTA, “SAN TOTÒ”, CHE USCIRÀ IL 4 MARZO: “E’ RIUSCITO, CON LA RISATA CHE SUSCITAVA, A FAR DIMENTICARE A TUTTI, NON SOLO AI REIETTI, LE LORO TRAGEDIE. NON UN CINEFILO MA, SICCOME TOTÒ È UN ARGOMENTO UNIVERSALE, CHE TRAVALICA LA STESSA NAPOLI E LA STESSA ITALIA, RITENGO CHE CHIUNQUE ABBIA DIRITTO DI PENSAR SU DI LUI”
Per gentile concessione dell’editore Marsilio anticipiamo in questa pagina uno stralcio dell’ultimo lavoro del musicologo Paolo Isotta che sarà pubblicato il 4 marzo nella collana «Specchi»: San Totò (pagg. 320, euro 18). Il volume ricostruisce la carriera artistica e la vita di Antonio de Curtis (1898-1967). Quale filo unisce Totò ad Aristofane, Plauto e Orazio fino alle maschere della Commedia dell’Arte e alla Rivista del Novecento? Com’è nato l’uomo-marionetta (una delle tante facce di Totò)? Perché nelle sue mani persino la lingua latina diventava strumento eversivo? Da quali tare della cultura italiana deriva il disprezzo che gli intellettuali gli riserbarono dagli anni Quaranta alla morte? Un ritratto in cui rivivono il genio e le contraddizioni di un gigante.
Testo di Paolo Isotta
Io sono un uomo all' antica, e credo solo nei Santi: e nemmeno in tutti, se penso a Sant' Antonio abate, a San Giovanni Crisostomo, a San Cirillo, l' assassino di Ipazia, a San Roberto Bellarmino e tanti altri. Quando sento nominare la perìcope o la didaché, Agostino d' Ippona o Karl Barth, mi cade in testa un nero velo di depressione e fastidio.
Per me Totò è un Santo: per l' altezza della sua arte, per la gioia da lui per decennî donata a milioni di persone: gente del popolo, piccola borghesia, poi persino alta, ma anche autentici reietti. Per esser riuscito, con la risata che suscitava, a far per un attimo dimenticare a tutti, non solo ai reietti, le loro tragedie. E, incredibile, per esser l' idolo dei ragazzi di ogni ceto, da molte generazioni. Affatto disgiunti dalla realtà storica e sociale che aiutò a generarne l' arte, vedono i suoi films e pronunciano le sue battute, entrate misteriosamente nel loro gergo.
Questo libro può apparir frutto di presunzione. Non sono un critico cinematografico né uno storico del cinema. In fondo, di films ne ho visti pochi, nella mia vita. Non sono un «cinefilo». Tuttavia credo di posseder ancora un po' di esercizio del pensiero e della memoria. Non pretendo di mettermi in lizza cogli illustri Scrittori che ringrazio e cito in bibliografia. Peraltro, facile est inventis addere.
Ma, siccome Totò è un argomento universale, che travalica la stessa Napoli e la stessa Italia, ritengo che chiunque abbia diritto - esito a parte - di pensar su di lui. Il fatto d' esser io napoletano, e di esser restato uno dei pochi che nel sermo cotidianus in napoletano - quello vero - si esprima, mi fornisce qualche arma in più.
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