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UN “TESTO” DOLENTE – FABRI FIBRA DOVRÀ PAGARE UN RISARCIMENTO DA 70MILA EURO A VALERIO SCANU: IL RAPPER MARCHIGIANO È ACCUSATO DI AVER DIFFAMATO IL CANTANTE SARDO NELLA CANZONE “A ME DI TE”, CHE CONTIENE IL VERSO “VENTO IN POPPA, COME UN VELIERO / VENGO IN BOCCA, COME A VALERIO / CHE IN VERITÀ È UNA DONNA” – SCANU: “LA MUSICA È LIBERTÀ, MA INSULTARE SQUALLIDAMENTE UNA PERSONA NON È MUSICA E NON È ARTE…”

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Fabri Fibra

Estratto dell’articolo di R. S. per il “Corriere della Sera”

 

Fabri Fibra dovrà risarcire con 70 mila euro Valerio Scanu: lo ha stabilito la terza sezione civile della Corte di Cassazione del Tribunale di Milano che ha condannato il rapper in via definitiva per diffamazione, assieme alla sua casa discografica, a causa del testo del brano «A me di te».

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Nei versi della canzone, contenuta nel disco «Guerra e pace» del 2013, Fibra prende di mira Scanu in maniera piuttosto esplicita, dicendo fra le altre cose: «Vento in poppa, come un veliero / Vengo in bocca, come a Valerio / Che in verità è una donna / A me sta bene, il mondo è vario / Vladimir era invertito, un travestito al contrario / “Davvero?” Certo, l’ho visto a Porto Cervo / Esplodevo come a Chernobyl, dopo il suo concerto /Eravamo nel suo camerino a bere vino / Io l’ho spinto in bagno, lui m’ha detto “In tutti i mari” / “In tutti i laghi, non capisci, mi bagno”».

 

I riferimenti, considerati lesivi, proseguono anche nei versi successivi e il cantautore sardo si era subito rivolto agli avvocati che avevano sostenuto che «la musica è libertà, ma insultare squallidamente una persona non è musica e non è arte. Ognuno è libero di manifestare liberamente il proprio pensiero, non di offendere e diffamare una persona».[…]   

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