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FACEBOOK ALLA RICERCA DEL SACRO GRAAL DELLE NOTIZIE: FARSI PAGARE GLI ARTICOLI (AUGURI) - IL SOCIAL NETWORK INTRODURRÀ UN ‘PAYWALL’ PER ALCUNE TESTATE, E PERMETTERÀ DI ABBONARSI AI LORO CONTENUTI. O CON MICRO-PAGAMENTI O CON PIANI A MEDIO TERMINE. I TEST PARTIRANNO DOPO L’ESTATE

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Simone Cosimi per www.repubblica.it

FACEBOOK E ANZIANIFACEBOOK E ANZIANI

 

A ottobre Facebook comincerà a fare davvero l’editore? Chissà. Campbell Brown, ex anchorwoman televisiva e da qualche mese responsabile dei rapporti con i media e dei progetti giornalistici di Menlo Park ha dichiarato al Digital Publishing Innovation Summit di New York che il social network lancerà un paywall interno alla piattaforma. “Lo stiamo facendo” ha detto Brown, perché a chiederlo sarebbero stati gli stessi editori.

 

In pratica, come capita con alcune testate internazionali e anche nazionali, le notizie si pagheranno: alla visualizzazione attraverso Instant Articles, la modalità di lettura snella e veloce accessibile direttamente da Facebook lanciata nel 2015, si accederà tramite una sezione dedicata. Una decina i pezzi liberi nell’arco di un certo periodo per una certa testata dopo i quali l’utente dovrà attivare un qualche tipo di abbonamento.

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Ma le offerte potrebbero essere numerose. Potrebbe essere offerto un accesso in blocco o una serie di microabbonamenti a specifiche testate solo per gli Instant Articles. O, ancora, un classico invito ad abbonarsi in modo tradizionale. Su questo ancora nessuna certezza.

 

In parallelo i dubbi sono molti. Dal momento che Facebook istituzionalizzerà in questo modo il suo ruolo di distributore giornalistico diventando un’edicola digitale a tutto tondo, quali condizioni applicherà alle testate di cui rivende i contenuti? Quanto terrà per sé? Quali saranno i movimenti degli editori tradizionali?

 

L’obiettivo concreto, a dire il vero, sembra essere più quello di aiutare chi pubblica a raccogliere abbonamenti da fruire poi in diversi modi che concludere la questione sul social. Il periodo è comunque di grande ibridazione: Google, per esempio, metterà presto un altro piede nella logica social che regge il web proponendo agli utenti una sorte di bacheca personalizzata.

 

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Tornando a Facebook, ci vorrà in ogni caso del tempo. I primi test con un gruppo ristretto di testate partiranno solo a ottobre e l’iniziativa si allargherà nel 2018 solo se arriveranno risultati soddisfacenti.

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