CASSANO FA BARBA E PARRUCCHINO A CONTE: “SE PARLA LUI DI MORALITA’ E’ FINITO IL MONDO” – E GIU’ BOTTE: “IO CHIACCHIERONE? QUAQUARAQUÀ E’ LUI CHE È STATO SQUALIFICATO PER OMESSA DENUNCIA” - CONTE REPLICA E METTE IN DUBBIO “L’IMPEGNO, IL RISPETTO DELLE REGOLE E DEI RUOLI, L’ATTACCAMENTO AL BENE COMUNE DELLA SQUADRA” DEL BARESE - QUELLE NOTTI A BASE DI TROMBATE E CORNETTI ALLA CREMA…

Andrea Sorrentino per "la Repubblica"

L'interista contro lo juventino, il primo in classifica contro il secondo, il leccese contro il barese: troppe cose li separano, di mezzo ci sono troppi anni o troppi secoli di rivalità per andare d'accordo. Eppure sarebbero, anzi sono, professionisti navigati e lautamente retribuiti, e si chiamano Antonio tutti e due. Ma la rivalità è diventata odio, nemmeno troppo sportivo, così Cassano e Conte se le suonano. A parole, almeno, ma il cattivo esempio rimane.

La polemica è tutta nelle dichiarazioni, e parte da quell'accenno di Cassano, ora interista, ai «soldatini » della Juventus qualche settimana fa, alla recente risposta di Conte che allena i bianconeri: «Qui alla Juve ci sono soltanto professionisti seri, non soldatini. Siamo interessati al professionista, perché quando dietro l'uomo c'è solo un chiacchierone allora preferiamo lasciare il giocatore agli altri». Ieri la replica di Cassano in un'intervista a Mediaset e la controrisposta di Conte dal sito della Juve, e chissà chi avrà l'ultima parola.

Cassano (che di passaggio chiude anche la porta dell'Inter a Balotelli: «Siamo in tanti forti, rimaniamo con questi ») dunque attacca ancora l'allenatore, forzando il significato del termine "chiacchierone" e puntando al vivo delle carni di Conte: «Quaquaraquà non sono io, ma lui che è stato squalificato per omessa denuncia. Ho fatto tante cassanate nella mia carriera, e per questo sono stato squalificato. Ma se lui viene a parlare di moralità a me è finito il mondo. Lui che, lo ripeto, è stato squalificato per omessa denuncia».

Risponde Conte, puntuto e circostanziato fino alla crudeltà: «Leggo con stupore le dichiarazioni rilasciate oggi dal signor Cassano, a seguito delle quali mi trovo costretto a fare alcune precisazioni. In primo luogo non ho mai proferito il termine moralità, della quale, tra l'altro, sono molto dotato, nonostante la squalifica per omessa denuncia sulla quale ho già espresso le mie opinioni in passato.

Alla domanda su come vengano effettuate le scelte dei giocatori della Juventus, ho fatto riferimento all'uomo, inteso come interprete del ruolo di calciatore in maniera professionalmente ineccepibile. Vale a dire: l'impegno, il rispetto delle regole e dei ruoli, l'attaccamento al bene comune della squadra. Mi sembra che il signor Cassano nella propria carriera abbia più volte dimostrato sul campo e fuori dal campo, vedi imitazioni di Capello al Real Madrid, o le corna mostrate all'arbitro Rosetti ed altri episodi, di non avere i requisiti richiesti dal sottoscritto.

Inoltre altri aneddoti in tal senso ce li ha raccontati lui stesso nella sua biografia, ad esempio a pag.109. Ritengo pertanto di non dover aggiungere altro, fermo restando che quando uso determinati termini, ne valuto appieno il significato letterale».

A difesa dell'allenatore bianconero interviene Giorgio Chiellini, ex compagno azzurro di Cassano: «La moralità di Conte da 0 a 100? 110 e lode. Credo che Antonio abbia perso il treno per giocare alla Juve. Se l'abbia deciso o meno lui non so».

Ah, volete sapere cosa c'è scritto a pagina 109 del libro di Cassano a proposito del suo periodo spagnolo? «In ritiro all'Hotel Mirasierra, per esempio, noi eravamo tutti al 5° piano. Quindi prendevo una stanza al quarto o al sesto e facevo salire la ragazza durante la notte. Avevo un cameriere amico, al quale davo 50 euro a ritiro. Il suo compito era portarmi 3 o 4 cornetti dopo aver trombato, perché è normale che ti viene fame alle due o alle tre di notte (...).Lui si prendeva la tipa e la faceva uscire dalla porta di dietro. Intanto mi sfondavo di cornetti alla crema. Sesso più cibo: la notte perfetta». Evviva.

 

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