DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Estratto da lastampa.it
«Se nella scena rap si dà per scontato che la violenza faccia parte del gioco, entro un anno ci scappa il morto, lo dico da due anni. Dobbiamo arrivare a questo?»: Fedez lancia l’allarme sul gangsta rap e il dissing nella nuova puntata di «Muschio Selvaggio», il podcast che vede alla regia Louis Sal e lo stesso Fedez.
Nell’ambito di un confronto generazionale tra due icone della scena musicale napoletana, Gigi D'Alessio e Luchè, si torna a parlare del rapper Shiva, arrestato con l’accusa di tentato omicidio: Fedez ricorda come il mondo del rap si sia mosso all’unisono in sua difesa, al momento dell’arresto, sollevando degli interrogativi sul pericolo di questi atteggiamenti, «Vittimizzarlo, dire che si trova nelle grinfie dello Stato, non è eccessivo?». E aggiunge: «Ci sta dispiacersi se un amico è in galera. Ma leggendo i commenti del pubblico si ha la sensazione che sia passato quasi per vittima, questa cosa non è un po’ pericolosa?».
Fedez, Marracash e i due ospiti parlano della cultura del gansta rap, che fomenta odio e ribellioni di quartiere: Luché racconta della sua adolescenza in un quartiere problematico, dove morti e violenze sono all’ordine del giorno, e di come il gansta rap racconti proprio di queste realtà difficili ma quotidiane. Incisivo il commento di Gigi D’Alessio, che puntualizza: «Un conto è raccontarle, un conto è inneggiare agli episodi di violenza. Racconto che nel mio quartiere la gente si ammazza e poi dico che è bello viverci...sono due cose completamente diverse».
Proliferano le riflessioni sul rap oggi, e si approfondisce il dibattito recente sulle influenze dei testi delle canzoni sui giovani, sulla possibilità che questo genere musicale inciti a comportamenti violenti. Gigi D'Alessio si chiede: «Ma per essere un rapper devi per forza avere una pistola in casa?
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