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Estratto dell’articolo di Anna Gandolfi per www.corriere.it
IL PASSAGGIO INCRIMINATO DELL ARTICOLO DI FILIPPO FACCI SUL CASO LA RUSSA
«Soffro d’insonnia, è mattina, i miei neuroni non so dove siano. Lei mi chiama a metà del primo caffè e mi vuole intervistare: capisce che mi sento vittima».
Parte ironico.
«Ho preso talmente tante pesciate in faccia, di recente e in passato, che non mi creo grandi problemi. Rivendico la mia coerenza e rifarei tutto quello che ho fatto o detto».
Filippo Facci non si sottrae, «anche se, oltre alla situazione di disagio sopra descritta, mi trova nel mezzo di un trasloco. Passo da Milano 2 a Milano 2, convivo con la donna per cui ho lasciato la madre dei miei figli.
A lei, quest’ultima, devo il più recente dei polveroni che mi hanno investito sui giornali (la notizia di una battaglia legale che lo vede ammonito per stalking, ndr). Sono però felicissimo per questo spostamento, sentimentalmente e — cinico — perché la nuova soluzione implica un risparmio: non ho soldi e il contratto in Rai mi servirebbe parecchio.
Poi non me lo faranno? Pazienza. Niente che non mi sia già successo: nel 1995 l’allora presidente Letizia Moratti strappò un ingaggio da 66 milioni di lire perché erano uscite intercettazioni che hanno fatto dire che ero craxiano. Apriti cielo! Adesso ci risiamo...».
Il giornalista […] è un fiume in piena. Finito al centro delle polemiche prima di tutto per le frasi sul caso di Leonardo La Russa […]. «Cercavano l’incidente e alla fine l’hanno trovato».
[…] Però le parole sulla vicenda di La Russa jr («La ragazza era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache») le ha scritte lei.
«Quello è stato un errore stilistico, un fallimento professionale: il mio compito da giornalista è farmi capire, non fare battute […] Io non giudico o colpevolizzo. Ho scritto ciò che hanno scritto tutti ed è cronaca: la giovane ha assunto droga e poi è stata con lui».
TAFACCI - MEME BY EMILIANO CARLI
Ha aggiunto che «ogni racconto di lei sarà reso equivoco dalla polvere prima di entrare in discoteca». Per la legge è violenza anche cercare un rapporto con una persona non presente a sé stessa.
«Qualche conoscenza di farmacologia ce l’ho. La cocaina, di cui si parla in questa vicenda, ha tra gli effetti l’aumento della lucidità e non il contrario».
[…] «[…] Comunque l’articolo (pubblicato su Libero l’8 luglio) era ineccepibile, tranne che per quel passaggio. […] è stato usato per attaccarmi. Ma avrebbero trovato altro. Adesso c’è un processo che io non accetto, tantomeno da politici che strumentalizzano o da un Cda con cui nemmeno ho firmato un contratto per una frase su un giornale che con la Rai non c’entra. Perché?».
Perché è in gioco c’è uno spazio sulla televisione pubblica e fa tutto curriculum, nel bene o nel male?
«Allora guardiamolo, il curriculum. È appena stato ripubblicato un mio libro sui misteri della musica classica, ho scritto di storia, ho avuto rubriche (molto apprezzate) su periodici femminili, ho lavorato per L’Unità, Repubblica, come per L’Avanti, per Il Giornale, Il Foglio.
Questo per dimostrare che so perfettamente padroneggiare registri diversi. Se si parla di me per la Rai, dovrò essere giudicato per ciò che farò in Rai. Non vedo la stessa attenzione preventiva, che ne so, su Saviano e sul fatto che magari va in onda e insulta la presidente del Consiglio...».
Facci, è un periodo parecchio agitato.
«L’altro giorno ho chiamato la mia avvocata, Annamaria Bernardini de Pace: sono su tutte le prime pagine. Lei non ha commentato. Sa che mi assiste gratuitamente? Credo di essere l’unico caso […]. Mi segue nella vicenda con la mia ex. Una storia allucinante su cui vorrei fare delle precisazioni».
Dica.
«Ho letto che sarei stato ammonito dal questore anche per un episodio che si è svolto fuori dalla scuola di mio figlio, che io avrei dato calci allo scooter di lei e le avrei alzato con un colpo la visiera del casco. Tutto impreciso.
Io ero arrabbiato perché avevamo avuto una discussione legata a divergenze sui metodi educativi, non ho dato calci con l’intento di far male ma solo uno, per stizza, al cavalletto. Ero appena stato operato alla gamba quindi si figuri la potenza.
La visiera? L’ho abbassata con un dito, era un segno di commiato. Ho raccontato all’avvocata l’accaduto e lei mi ha consigliato: denuncia subito sennò lo farà la tua ex. E io l’ho fatto. I fatti riportati da molti giornali sono contenuti in una controdenuncia, la sua: a essere stata denunciata per prima è lei».
[…] Si parla di insulti, mail ingiuriose.
«Vediamo anche come siamo arrivati a questa situazione. Io ero e sono esasperato. La ex è stata lasciata e non ha accettato la cosa, forse perché la mia compagna è più giovane e ciò le ha dato fastidio, a mio parere la stalker è lei. Ha continue richieste economiche per il mantenimento dei nostri due figli (14 e 6 anni).
Dovrei versarle più di quanto percepisco mensilmente. In generale, oggi, tra i due affitti (mio e suo, per la casa dove sta con i ragazzi) e le spese, le uscite sono superiori alle entrate.
Per sanare un debito con il fisco ho fatto la cessione del quinto dello stipendio, per starci dentro l’anno scorso ho chiesto una liquidazione anticipata al Fondo pensionistico giornalisti: senza ciò sarei in strada. Se salta il contratto con la Rai saltano pure le basi per le pretese che accampa la mia ex».
È un giornalista noto. Come è arrivato a questa situazione economica?
«Facile. Mi sono costruito una casa in zona Lambrate che venivano anche dall’estero a vedere: un loft con piscina sul tetto. Passo più lungo della gamba. Mi è costata e ho fatto il mutuo. Nel frattempo le mie entrate sono scese, gli spot per cui usavo la casa sono venuti meno, denunciavo il reddito ma non riuscivo a pagarci sopra le tasse e quindi è arrivato il fisco. Per farla breve, ho svenduto la casa a un milione di euro, per sanare tutto se ne sono andati subito 900 mila euro, da lì per far mantenere alla mia ex il tenore di vita richiesto devo togliere le spese di mantenimento mie, sue, dei figli».
Lei lavora con le parole eppure è sempre lì che si crea il problema.
«E allora facciamo un’altra precisazione, dopo quello che ho letto ancora su di me. Sarei stato radiato dall’Albo dei giornalisti: falso. C’è stata una censura per una mia presa di posizione sull’Islam, cosa che mi è pure valsa una querela da parte di un signore islamico che nemmeno conosco. Ho parlato dell’Islam, non degli islamici. Problemi con le parole io non ne ho: non sono mai stato un bamboccione, ho perso mia madre da piccolo e mio padre non c’era, mi sono fatto da solo e mi assumo le responsabilità delle cose che dico».
Mai un pentimento?
«Mai. Sono così. E non sono razzista, non sono fascista, non sono sessista e non sono un vittimizzatore. Semmai, in questo caso, vittima. Adesso se permette vado a finire di bere il caffè».
filippo facci l alpinista 3FILIPPO FACCI TESSERINO GIORNALISTA
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