
AZZ! LA DUCETTA CI STA PENSANDO DAVVERO DI PORTARE L’ITALIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026 - PERCHÉ…
LA "FLOPPATA" È FATTA: IL REMAKE DI "BIANCANEVE" È UN DISASTRO AL BOTTEGHINO - IL FILM, COSTATO CIRCA 330 MILIONI DI DOLLARI TRA PRODUZIONE E MARKETING, NE HA INCASSATI SOLO 143 NELLE PRIME DUE SETTIMANE - UNA CATASTROFE ANNUNCIATA: I PIPPARDONI WOKE E TURBO-FEMMINISTI, LE POLEMICHE PER LE DICHIARAZIONI PRO-GAZA DELLA PROTAGONISTA RACHEL ZEGLER, LE PROTESTE DELLE PERSONE AFFETTE DA NANISMO (NON HANNO APPREZZATO L'USO DELL'IA PER RAPPRESENTARE I SETTE NANI), HANNO ALIENATO IL PUBBLICO - LA SVOLTA POLITICALLY CORRECT DELLA DISNEY HA FATTO PIÙ DANNI DELLA GRANDINE: QUEST'ANNO HA PERSO IL 16% IN BORSA - UN CLASSICO CASO DI "GO WOKE, GO BROKE" (CHI DIVENTA WOKE, FALLISCE) - VIDEO
Estratto dell'articolo di Giuseppe Timpone per www.investireoggi.it
Un crollo dei due terzi ai botteghini americani e di un terzo sul piano mondiale. E’ questo il bilancio della seconda settimana di proiezione di Biancaneve, la versione politicamente corretta di Walt Disney che sta ricevendo un’ondata di critiche dal pubblico. Stando ai dati al 30 marzo scorso, sono stati incassati 143,1 milioni nel mondo, di cui 67 milioni sul mercato nordamericano. Troppo pochi per una produzione costata non meno di 250 milioni e il cui dato complessivo per New York Times, comprese le spese di marketing, lieviterebbe a 330 milioni.
Gal Gadot - regina cattiva di biancaneve
CULTURA WOKE NEL NOME DELL’INCLUSIONE
[…] Biancaneve è stato un capolavoro di zizzania. Walt Disney da anni ha abbracciato la cultura woke nel tentativo di mostrarsi una media company inclusiva. Note le diatribe con il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis. Nello specifico, l’attrice Rachel Zegler, che ha origini sudamericane, non è così chiara di carnagione come da favola tradizionale. Al contrario, ha un colorito mulatto che di per sé stona con la visione che tutti abbiamo della protagonista. […]
I sette nani scompaiono dal titolo, perché si tratterebbe di “body shaming”. E il principe azzurro che bacia Biancaneve non è più il momento centrale della storia; anzi, quasi si sorvola per non urtare la sensibilità di quanti intravedono nel gesto un atto di violenza contro l’inerme giovane avvelenata dalla strega cattiva. […]
Gal Gadot - regina cattiva di biancaneve
WALT DISNEY PESANTE IN BORSA
Walt Disney in borsa perde quest’anno il 16%, ben più del 5% dell’indice S&P 500. […] Il mercato teme che intestardirsi sulle politiche D&I (Diversity and Inclusion) alieni definitivamente le simpatie di parte del pubblico, oltre che dell’amministrazione Trump. Il presidente americano ha scritto ai CEO delle società quotate per chiedere loro di non seguire più tali pratiche, che negli anni avevano portato ad un clima esasperante già in fase di selezione dei lavoratori.
gal gadot rachel zegler biancaneve
Le assunzioni sono avvenute in molti casi seguendo criteri etnici per inseguire questa o quella minoranza e accontentare il gentil sesso. Se i numeri daranno conferma del flop, Biancaneve sarà solo l’ennesimo caso di quel “go woke, go broke” di cui si parla da tempo a Wall Street. […]
[…] 2. LA NUOVA BIANCANEVE E IL PARADOSSO DEI NANI DIVENTATI INVISIBILI A HOLLYWOOD: STEREOTIPI E UNA TEORIA DEL COMPLOTTO, COSA SUCCEDE. «LA CULTURA WOKE CI DANNEGGIA»
Estratto dell'articolo di Giacomo Fasola per www.corriere.it
Biancaneve senza i nani. Il nuovo remake della Disney, al cinema da giovedì 20 marzo, ha eliminato i sette nani dal titolo: Biancaneve, punto. E li ha sostituiti sullo schermo con delle creature realizzate in computer grafica. Una scelta che ha fatto arrabbiare gli attori e l’intera comunità delle persone nane (circa 2.000 persone in Italia). Marco Sessa, presidente dell’associazione delle persone con acondroplasia, la forma di nanismo più comune, la definisce senza mezzi termini «una fesseria che rischia di farci diventare ancora più personaggi e ancora meno persone».
[…] IL GENERE FANTASY
Per decenni le persone nane sono state rappresentate al cinema solo in due modi: o freak, o creature appartenenti al mondo fantasy. Nella prima versione Disney di Biancaneve, datata 1937, i sette nani sono personaggi comici e caricaturali, per certi versi simili a dei bambini, con un nome che ne rispecchia il carattere (Brontolo è burbero, Pisolo assonnato...).
Due anni dopo il film Il Mago di Oz, dove il popolo dei Munchkin che Dorothy libera dalla Strega Cattiva dell'Est è interpretato da 124 attori nani provenienti da teatri e circhi, diede origine a una teoria cospirativa secondo cui questi attori erano riuniti in una società segreta che influenzava le scelte di Hollywood. Una teoria a maggior ragione assurda, se si considera che il cinema ha sempre confinato le persone nane in ruoli secondari o degradanti.
[…] Solo a partire gli anni Duemila il cinema ha saputo proporre personaggi con nanismo più complessi e meno stereotipati. Buona parte del merito va all’attore americano Peter Dinklage, che oltre a interpretare il ruolo di Tyrion Lannister ne Il Trono di Spade ha recitato da protagonista in diversi film. In Cyrano, per esempio, è un Cyrano de Bergerac caratterizzato non dal naso enorme ma dalla bassa statura.
Ma si tratta, purtroppo, di casi isolati. «Questi ruoli di elfi, folletti, gnomi e creature fantastiche sarebbero molto più gradevoli se il ruolo successivo fosse quello di un medico o di un avvocato o di un padre o di un marito o di un interesse amoroso», ha spiegato al Guardian Mark Povinelli, attore ed ex presidente dell’associazione Little People of America. «Ma questo non succede. E non sta accadendo nemmeno adesso».
[...]
BIANCANEVE, DALL’INIZIO
È stato proprio Peter Dinklage, l’attore con acondroplasia più famoso, il primo a prendersela con il remake di Biancaneve. «Ma stai ancora raccontando la storia di Biancaneve e i sette nani?» disse l’attore nel 2022, quando le riprese del film non erano ancora iniziate, rivolgendosi ai produttori. «Non ha senso per me, stai ancora realizzando quella fottuta storia di una tale arretratezza su sette nani che vivono insieme in una grotta».
A Dinklage aveva risposto direttamente la Disney, spiegando di aver adottato un approccio diverso per evitare stereotipi. L’idea iniziale era sostituire i sette nani con creature magiche di etnie e stature diverse. Alla fine il regista Marc Webb ha scelto di usare la CGI: i nani sono stati interpretati da attori di altezza media e poi ricreati in computer grafica.
LA POLEMICA DEGLI ATTORI
Gli attori nani, dunque, sono stati esclusi dal film. E non l’hanno presa bene: «Non è giusto, perché non ci sono ruoli per attori della mia statura» ha detto Dylan Postl. «Non posso presentarmi per le parti di Harrison Ford o George Clooney perché non fa per me. Questi ruoli da nani invece sono per persone della mia statura, e ora mi sono stati tolti. Pensate anche agli stuntman o alle controfigure: un sacco di gente ha perso il lavoro».
Gal Gadot - regina cattiva di biancaneve
«Il politicamente corretto danneggia le nostre carriere» ha rincarato la dose Choon Tan. «Ci sono molti attori capaci che avrebbero voluto interpretare questi ruoli e l’utilizzo della CGI ci ha portato via una delle poche opportunità che abbiamo. Non la userebbero per un personaggio alto, quindi perché farlo per i nani? Mi sento discriminato».
Critico anche Martin Klebba, l'unico attore nano nel cast del remake (ha prestato la sua voce a Brontolo e fatto da consulente). «Non è che i nani possono sparire dalla storia di Biancaneve perché qualcuno non li vuole» ha detto. «Non ho mai capito la questione del "non fare i nani": la storia esiste da sempre ed è un classico. E avrei anche preferito mantenere il titolo originale».
Hollywood e il paradosso dei nani, diventati invisibili: esoterismo, stereotipi e un’assurda teoria del complotto. «Il politicamente corretto ci danneggia»
Il nuovo Biancaneve
[…] «SEI UGUALE ALL’ATTORE DEL TRONO DI SPADE»
«Io credo che il nanismo sarebbe più capito, e accolto, se ci fossero più film con attori nani come protagonisti» dice Gioele Torresan, 27enne con acondroplasia che ha recitato a teatro. «Quando mi dicono che sono uguale all’attore del Trono di Spade sorrido, perché non ci assomigliamo affatto: abbiamo solo la stessa condizione».
«Fino all’adolescenza ho sofferto per il nanismo, poi ho fatto uno switch e oggi lo considero un vantaggio, perché mi permette di interpretare parti che altri non possono fare... Sempre che non decidano di sostituirle con l’intelligenza artificiale com’è accaduto in Biancaneve» dice Gianluca Cofone, nel cast dei film Io sono Babbo Natale e Chi ha incastrato Babbo Natale e prossimamente anche in una serie Netflix. «L’esperienza di Peter Dinklage dimostra che chi è davvero bravo riesce a emergere».
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