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SIAMO BARBARI O BARBARESCHI? - IL FONDO PER LO SPETTACOLO SI FA IN DUE, ELISEO RIDIMENSIONATO: TOLTI 4 DEGLI 8 MILIONI DESTINATI A BARBARESCHI. ANDRANNO IN FAVORE DI ATTIVITÀ CULTURALI NELLE REGIONI COLPITE DAL TERREMOTO – FINANZIAMENTI ANCHE AI CARNEVALI…

Rosaria Amato per “la Repubblica”

 

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Il fondo per lo spettacolo si fa in due e aumenta di nove milioni e mezzo di euro per i prossimi due anni e di 22,5 dal 2020, verranno riconosciuti per la prima volta i Carnevali e le rievocazioni storiche, l' Art Bonus viene esteso anche ai finanziamenti per le orchestre e i centri di produzione di teatro e di danza.

 

Il nuovo codice dello Spettacolo dal vivo, che ha avuto il via libera della commissione Cultura del Senato e andrà in Aula la prossima settimana, risolve in parte anche la tormentata vicenda dell'"emendamento Barbareschi", che destinava 8 milioni al Teatro Eliseo nonostante le forti proteste dell' Agis e delle principali associazioni di settore, che hanno denunciato in tutte le sedi il «colpo ferale inferto alla regola dell' equità di trattamento delle diverse istituzioni culturali del Paese».

 

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Infatti la metà della cifra, i 4 milioni che sarebbero arrivati all' Eliseo nel 2018, vengono invece destinati «in favore di attività culturali nei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016». A favore degli stessi territori erano già stati stanziati 4 milioni per il 2017: la copertura per il 2018 è a carico del "Fondo per gli interventi strutturali di politica economica".

 

Teatro Eliseo Teatro Eliseo

«Non è una decisione contro qualcuno - spiega la relatrice del disegno di legge, la senatrice Rosa Maria Di Giorgi (Pd) - ma un atto di equità: tra un teatro privato e le attività culturali delle zone terremotate, abbiamo preferito sostenere chi aveva più bisogno di questi fondi».

 

A proposito di equità, Di Giorgi assicura che i quasi 10 milioni che si aggiungono al Fus per i prossimi due anni non verranno destinati alle fondazioni lirico- sinfoniche, che già assorbono 180 milioni (che verranno però gestiti in un fondo a parte dall' entrata in vigore della legge) ma a tutti gli altri centri di produzione di spettacoli (che per ora dovranno spartirsi 230 milioni). «Speravamo che con lo sdoppiamento del Fus i fondi sarebbero aumentati in misura maggiore, ma i vincoli di bilancio hanno agito da freno », dice la relatrice.

 

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Per l' elevato costo del provvedimento è stato bocciato anche l' emendamento che destinava alle famiglie una detrazione fiscale di 210 euro per l' iscrizione dei ragazzi tra i 5 e i 18 anni a corsi di teatro, musica e danza. «Lo riproporremo in occasione della prossima legge di bilancio, ma con il correttivo dell' Isee, in modo che vada solo a favore delle famiglie meno abbienti », spiega la senatrice, che in compenso esprime soddisfazione per il via libera della destinazione del 3% del Fus alle attività di formazione allo spettacolo delle scuole (una norma analoga esiste già per il cinema).

 

«Altre novità importanti - prosegue Di Giorgi - sono costituite dall' istituzione del Consiglio Nazionale dello Spettacolo, che diventerà il luogo dove verranno elaborate le strategie del Mibact sugli spettacoli dal vivo: ne faranno parte persone scelte dal ministro della Cultura e dalle categorie interessate. C' è poi una delega al governo per norme che tutelino i lavoratori dello spettacolo, spesso esposti a tutte le forme di precariato.

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Viene molto sostenuta la danza, che finalmente ha un ruolo ufficiale: in precedenza non veniva neanche citata. Ci sono norme a sostegno delle ristrutturazioni dei luoghi dello spettacolo, con particolare attenzione ai comuni con meno di 15.000 abitanti. E vengono promosse le reti dello spettacolo, che già funzionano molto bene in regioni come Toscana e Emilia Romagna».

 

«È la prima legge di sistema sullo spettacolo dopo 50 anni. - rivendica la senatrice Pd - Confidiamo in un' approvazione rapida in Aula e in un iter altrettanto veloce anche alla Camera, visto che tutti i gruppi dei vari partiti hanno già lavorato in pieno accordo». Il provvedimento rappresenta una priorità anche per il ministro della Cultura Dario Franceschini, che ha affermato spesso che intende sostenerne l' approvazione entro la fine della legislatura.

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