gad lerner

“DEL TERRORISMO NERO PURTROPPO SI PARLA POCO. COME SAREBBE BELLO, OGGI, SE LA RUSSA E COMPAGNIA CANTANTE AVESSERO IL CORAGGIO DI DIRE CHE I LORO ERANO CAMERATI CHE SBAGLIAVANO” - GAD LERNER A RUOTA LIBERA SU SOFRI E L’OMICIDIO CALABRESI (“LA CONDANNA A 20 ANNI PER ADRIANO E’ UNA INGIUSTIZIA”) - "LE FOTO IN BARCA CON DE BENEDETTI? UNO NON PUÒ AVERE AMICIZIA CON IL PROPRIO EDITORE? CARLO HA UNA STORIA INTERESSANTE, CON DEI DIFETTI EVIDENTI…” – LA QUERELA DEL PADRE, LA RACCOMANDAZIONE DI CELLI AL TG1 E LE DIMISSIONI DA DIRETTORE, LA BORDATA A MUGHINI – A ROMA SONO STATO TENTATO DAL POTERE. DALLE DONNE ME NE SONO BEN GUARDATO. C’ERA GIÀ DAGOSPIA. RICORDO CON GRANDE DIVERTIMENTO UNA CENA CON UNA CARISSIMA AMICA DI MIA MOGLIE UMBERTA…”

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Francesco Melchionda per https://perfideinterviste.it/gad-lerner-nei-secoli-infedele/ - Estratti

 

 

GAD LERNER IN VACANZA CON CARLO DE BENEDETTI

Gad Lerner, che ricordi ha della Beirut negli anni della sua gioventù?

Ho lasciato Beirut all’età di tre anni. I ricordi me li sono costruiti frequentandola più e più volte negli anni della maturità. Se penso ai suoi odori, al suo cibo, alla sua luce, alla possibilità di andare a sciare in altura e, a pochi chilometri più giù, fare addirittura il bagno a mare, o al fatto che non c’erano confini con Israele prima del 1948, beh, ho avuto conferma che è un posto meraviglioso…!

 

 

(...)

GAD LERNER ALLA MANIFESTAZIONE PRO GAZA

Cosa la spinse, negli anni dei furori ideologici e della violenza e ammazzamenti, a scrivere per il quotidiano Lotta Continua?

Innanzitutto, che non mi riconosco in queta grottesca definizione: si vede che lei è troppo giovane per averli vissuti e che si accontenta delle formulette che i vincitori hanno usato per chiudere quella che gli storici definiscono un’esperienza non riducibile alla definizione di “anni di piombo”.

lerner de benedetti

 

Per come l’ho vissuta io, sono stati anni nei quali la ricchezza nazionale si è spostata sensibilmente a vantaggio di chi lavorava rispetto a chi, invece, viveva di rendita o di profitti… E posso ricordare anche altro: abbiamo avuto un buon sistema pensionistico, una sanità pubblica, diritti civili come il divorzio, l’aborto, e potrei continuare…

 

Detto questo, ci sono stati anche dei conflitti aspri, in un Paese che, di conflitti, ne aveva già vissuti, e di molto più sanguinosi. Anche i miglioramenti, o le trasformazioni, dipendono dai conflitti. Il senso delle proporzioni ci dice che non è stata una guerra civile, ma un modo di scimmiottarla, il che è deprecabile e ridicolo. L’Italia è un paese feroce, però non penso che quella stagione di cui lei parlava nella domanda, sia stata la più feroce, anzi…

GAD LERNER ALLA MANIFESTAZIONE PRO GAZA

Si è vergognato di qualcosa, quando con Lotta Continua, scatenaste quella infame campagna contro il commissario Luigi Calabresi?

Potrei cavarmela dicendo: ero troppo giovane… Ma, siccome mi dà fastidio la banalità degli aggettivi che lei adopera “infame campagna”, lei vada a vedere cosa c’era d’infame nell’Italia che portò alla morte in questura di un innocente (Giuseppe Pinelli), o a quello che subì Pietro Valpreda, descritto come la belva, come il vero colpevole della strage di Piazza Fontana.

 

Era un tempo feroce, e quello che avvenne nella questura di Milano ancora non è una verità chiarita fino in fondo. Certo, ci sono stati degli eccessi verbali adoperati contro il commissario Calabresi; se vuole chiedermi se il comunicato che Lotta continua pubblicò il giorno stesso del suo assassinio fosse ragionevole nella sua formulazione, beh, le dico subito che era un comunicato sbagliato, brutto, forse infame. Ma, nella storia di Lotta Continua, non c’è niente d’infame. Potrebbe far comodo, dopo tanti anni, prenderne le distanze, ma la considero un tesoro della mia vita, persino sul piano professionale…

gad lerner carlo de benedetti

 

Quando Sofri ha compiuto 80 anni, lei ha scritto: Buoni 80 anni caro Adriano. Vissuti dalla parte giusta…” E gli oltre vent’anni di galera per l’omicidio di Calabresi, come li considera?

Un’ingiustizia!

Perché?

Perché non era colpevole; perché hanno fatto di tutto affinché lui se ne andasse dall’Italia. La sequenza de processi e dei loro annullamenti era sapientemente costruita per fare in modo che quest’uomo lasciasse l’Italia: gliene hanno dato agio e possibilità più volte. E, invece, lui, a differenza di altri imputati, ha scelto di farseli tutti, gli anni di prigione, e undici anni dentro una cella sono davvero tanti.

 

Quando ho cominciato a fare carriera, diciamo così, soprattutto quando dirigevo il Tg1, sono andato a trovarlo nel carcere di Pisa tutte le volte che potevo, facendo in modo che si sapesse… Vengo da quella storia, e non la rinnego. Da giovane militante, se proprio lo devo confessare, Sofri non mi stava neanche troppo simpatico. Mi dava fastidio che lo trattassero con un eccesso di venerazione e che se ne compiaceva anche…

 

lerner sofri

Era un “giusto”, Sofri?

È un uomo che ha messo il cipiglio e anche una certa arroganza, se vuole, al servizio di cause difficili, minoritarie, ma che erano quelle giuste. Basti pensare alla questione dei carcerati, per arrivare all’assedio di Sarajevo, passando per la Cecenia… Il tutto, senza fare carriera, senza diventare ricco… Adriano è un uomo povero, basta visitare casa sua, e poi mi dite che cosa ci ha guadagnato…

 

Chi ha ammazzato, secondo lei, Calabresi?

Non lo so! Probabilmente, qualcuno che stava organizzando, in Italia, forme di lotta armata: ce n’erano anche all’interno di Lotta Continua. I servizi d’ordine all’interno di Lc sono stati una pessima scuola di formazione politica culturale. Qualcuno ne ha tratti gli insegnamenti i più lontani da quelli che erano gli scopi della nostra lotta. Detto questo, sono assolutamente convinto dell’innocenza di Pietrostefani, Bompressi e Sofri…

GAD LERNER - MANIFESTAZIONE PD AVS M5S PER GAZA - FOTO LAPRESSE -

 

Che rapporto lei ha, oggi, con Mario Calabresi?

Cordiale e distaccato: ovvero, lo conosco poco, ogni tanto capita d’incontrarci, ma non abbiamo mai lavorato insieme, e non avrei difficoltà a farlo. Ovviamente, inutile nasconderlo, da entrambe le parti, c’è imbarazzo, essendo lui convinto della colpevolezza di Lotta Continua. Di fronte al dolore di un figlio che ha visto il padre ammazzato, faccio un passo indietro.

 

Pensa ancora che i terroristi sono compagni che sbagliano, come dicevate negli anni del terrorismo rosso? Chi ammazza non è un criminale?

PIER LUIGI CELLI

Vedo che lei ha questo pallino… Mi sembra ovvio che fossero compagni che sbagliavano. L’ipocrisia sarebbe stata dire non sapevamo chi fossero, che erano fascisti, o provocatori. La sinistra ufficiale, per lungo tempo, ha cercato di dire questo. Noi, invece, rispondevamo: no, purtroppo, non è così, sono dei nostri. Come sarebbe bello, oggi, se La Russa e compagnia cantante avessero il coraggio di dire che i loro erano camerati che sbagliavano…. Del terrorismo nero, che tante morti ha causato, purtroppo si parla poco, si passa alla chetichella…

 

Com’è stato possibile che suo padre Moshe, dop aver letto il suo “Scintille” l’abbia addirittura querelata? Cosa aveva scritto di così offensivo?

Avevo scritto delle cose che lui, per fortuna, dopo ha capito… Ho dovuto capire, ad un certo punto della mia vita quanto le tragedie familiari non rese esplicite potessero guastare i rapporti, causare malesseri, nevrosi nelle generazioni successive. Mio padre era un uomo molto sofferente, orgoglioso, che ha dovuto trapiantarsi più volte, parlava tante lingue ma nessuna era la sua lingua madre.

 

ignazio la russa

Perfino il mio successo professionale, del tutto inaspettato, l’ha vissuto come qualcosa che avrebbe dovuto vivere lui. Nella Shoah mio padre ha avuto tutta la famiglia sterminata, tranne i suoi genitori. La nonna materna, per via dello sterminio della sua famiglia, era furibonda, arrabbiata, con delle nevrosi non da poco, e noi, compreso papà, ce ne vergognavamo che fosse così. Nel libro, quindi, ho cercato di raccontare la sua storia, le sue sofferenze, e la separazione da mia madre. Quando il libro è uscito, papà, leggendolo, si è sentito ferito. Io, invece, credo di aver onorato la sua memoria. La faccenda della querela è stata, per me, molto dolorosa e imbarazzante. Per fortuna, poi, è stata ritirata…

ignazio la russa

 

Cosa non ha imparato, soprattutto negli anni della sua adolescenza, da suo padre?

Era un bell’uomo, aveva un suo fascino, e piaceva alle donne; ma su di noi riversava tutte le sue insicurezze: continuava a dirmi che non dovevo fidarmi dei miei amici, “ma non ti rendi conto che ti prendono sempre in giro?”… Quindi, quando sono stato adolescente, ho avuto delle timidezze. Ma, siccome non voglio solo dire cose negative, con il senno di poi, posso affermare che il suo cosmopolitismo (e quello di mia madre) mi ha dato molto…

 

Nel 2015, dopo dieci anni di collaborazione, lascia Repubblica, rea di pagarla poco. Cosa pretendeva da un giornale in crisi, nei bilanci e nella vendita delle copie? Guadagnava bene, comunque…

la scelta dei partigiani gad lerner 5

No, per niente! Guadagnavo molto bene, ma in televisione: in quegli anni, ricordo, ero a La7. A Repubblica, ero un collaboratore esterno, occasionale. Poi, il rapporto con il giornale cominciò a diventare più assidua: le richieste, infatti, cominciarono ad intensificarsi, mi chiedevano articoli, viaggi, reportages.

 

Dentro di me pensavo: bene, lascio la televisione, e rientro nei giornali, Ezio Mauro mi diceva: Gad, ora che non c’è più Giorgio Bocca, devi avere più spazio. La mia ultima dichiarazione dei redditi percepiti da Repubblica stava sui 23 mila euro lordi… Probabilmente, loro pensavano che guadagnassi bene da altre parti, potevano far finta di nulla… Con Ezio Mauro non ci sono state lunghe trattative: preferisco dare tagli netti, al buio…

 

Quanto guadagnava al Tg1?

Quasi un miliardo di vecchie lire all’anno…

Morgan - Teresa De Sio - Marco Travaglio - Gad Lerner - Peter Gomez

 

Chi la raccomandò al Tg1? Si sa che in Rai senza spinte politiche non si va da nessuna parte…

Mi raccomandò Pierluigi Celli, all’epoca direttore generale della Rai. Quando mi chiama per sondare la mia disponibilità, gli dico: guarda, la proposta mi tenta molto, però facciamo un esperimento: che tu tieni per te questa idea, e che nessuno lo sappia. La posi come condizione, a lui e Zaccaria, che era il presidente. Loro, divertiti, accettarono. Per fortuna, fino al giorno del Cda in cui proposero il mio nome, la notizia non venne fuori. Pensavo, arrogantemente, che questa cosa mi rafforzasse come direttore; invece, mi indebolì parecchio…

GAD LERNER - BARBARA DURSO - FUNERALI SILVIO BERLUSCONI

Fu un’esperienza pessima, la sua…Durò solo tre mesi…

Tutt’altro. Fu meravigliosa. Abbiamo fatto un bellissimo telegiornale, con degli ascolti pazzeschi…

 

Cosa successe con quel servizio sui pedofili… Cadde lì, se non erro…

Non ho mai pensato che fosse un trappolone, come tanti sostenevano. Il desk, quel giorno, era un po’ sguarnito: quando arrivò il materiale da Castellamare di Stabia, mi raccomandai più e più volte di trattarlo con delicatezza. Alle 7 di sera, dopo che il Tg3 di Rizzo Nervo lo manda in onda, mi chiama Celli e mi fa: hai visto cosa hanno combinato al Tg3? Io, di rimando, gli dico: tranquillo, Pierluigi, ho già dato disposizioni che noi non lo manderemo. Alle 20, mi metto davanti il tg, e noi, addirittura in due diversi servizi, usiamo quelle immagini. Mi infurio, corro giù in diretta, improvviso un editoriale, e chiedo scusa ai telespettatori. Per non volermi sentire l’anatra zoppa, dopo pochi giorni scelsi di dimettermi: mi sembrava la cosa più ovvia e giusta.

la scelta dei partigiani gad lerner 3

Come le venne in mente di tirar fuori quel bigliettino legato a Landolfi, che, all’epoca, era in Alleanza Nazionale?

La sfida che mi veniva rivolta era: “sei attaccato alla poltrona, fai tutte queste scene, ma tanto poi è ovvio che rimarrai. Noi, invece, difendiamo la mortale pubblica, la famiglia”. Mi son girate le scatole: non puoi chiedermi la mattina un favore e la sera dirmi che sono un caso di immoralità pubblica. Allora, mi sono tolto questo sfizio…

gad lerner e stefano balassone

 

Carlo Verdelli ha scritto un libro: Roma non perdona. Si ritrova nella descrizione fatta da Verdelli?

Stimo molto Carlo. Sono tornato a Repubblica proprio quando lui ne è diventato direttore. Mi spiace come Elkann l’ha trattato a Largo Fochetti; è stato cacciato come fosse un delinquente, e sostituito, poi, da uno che con la storia di Repubblica c’entra poco o nulla. Nella gestione Rai, Verdelli ha avuto un’esperienza più lunga della mia: anche lui era un po’ una scheggia impazzita. Il suo libro l’ho letto, e temo che l’ambiente Rai non sia cambiato molto…

A Roma, è stato più tentato dalle donne o dal potere?

Dal potere, sicuramente. Dalle donne me ne sono ben guardato. C’era già Dagospia… Ricordo con grande divertimento una cena con una carissima amica di mia moglie Umberta…

 

Che si chiama?

Daniela Vitta…

E quindi?

gad lerner

Eravamo a cena dalle parti di Piazza di Spagna. Daniela era vestita in maniera abbastanza vistosa. All’uscita dal ristorante, c’erano 4-5 paparazzi pronti a immortalarci. Ero felice come una pasqua perché potei telefonare a Umberta e raccontargli, divertito, quello che era appena successo… A Roma sono stato molto attento…

 

Si nascondeva bene?

Non ne avevo bisogno: lavoravo come una bestia… Tanti giornalisti, infatti, mi detestavano perché li buttavo giù dal letto al mattino presto… A Roma mi sentivo davvero un marziano… Quando ho conosciuto i padroni d’Italia – Agnelli, De Benedetti, Tronchetti Provera – e mi vedevo seduto con loro, sapevo di essere molto diverso. E ritengo che anche loro sapessero perfettamente che non c’entravo nulla con quel mondo. Pensavo di dominare la situazione, e invece sono stato ingenuo…

 

E perché? Sembra così scafato…

Perché sono stato disarcionato…

Cosa pensava quando vedeva torme di giornalisti chini dinanzi ad Agnelli?

gad lerner laura boldrini

Che io non avevo bisogno d’inginocchiarmi!

 

È una persona avida, bramosa?

Mi piace andare in un bell’albergo o in un buon ristorante e non dover guardare il conto. Più che bramoso o avido, sono stato molto spendaccione…

Quando stilò, sul Venerdì di Repubblica, quella lista di proscrizione contro alcuni giornalisti di destra, paragonati a quelli del Ventennio fascista, Mughini, su Dagospia, scrisse: “Sono rimasto allibito, allibito da tali porcate intellettuali degne di un semianalfabeta. Mai e poi mai avrei creduto che nel terzo millennio qualcuno potesse fare delle liste di proscrizione talmente sciatte e sciagurate…” Le chiedo: come le venne in mente di scrivere una cosa del genere?

La riscriverei, uguale e identica, perché penso che le argomentazioni adoperate da Feltri, Sallusti, Belpietro, soprattutto quando hanno affrontato il tema dei migranti e l’Islam, beh, come si fa a non pensare a quello che scriveva Telesio Interlandi, persona tra l’altro spregevole…

 

Mughini ha scritto un libro su Interlandi…

Sì, l’ho letto e penso che Mughini sia stato anche molto, molto indulgente…. Forse solo lui si è dimenticato le copertine che Interlandi dedicava sulla difesa della razza…

 

(...)

Mario Giordano?

Mario è stata una mia scoperta televisiva. Oggi, penso, si è dissipato: ha preso una strada che non gli giova.

GAD LERNER AI TEMPI DI LOTTA CONTINUA

Hanno sempre fatto discutere le sue foto in barca con l’ingegnere De Benedetti: non ha mai pensato che fosse inopportuno avere questa vicinanza con quello che, per anni, è stato anche il suo editore-padrone?

Assolutamente no! Mi scusi: uno non può avere amicizia con il proprio editore? Io voglio bene a De Benedetti. Carlo ha una storia interessante, con dei difetti evidenti…

 

Tipo? Cosa non sopporta di Cdb?

Io di De Benedetti sopporto tutto, sennò non direi che gli voglio bene. Ricordo che, spesso, si è comportato con troppa disinvoltura nel mondo della finanza e anche nel rapporto con la politica. E’ un tipico esemplare di spirito animale del capitalismo; delle volte, se penso a quello che successe con Société Générale de Belgique, dico sicuramente che ha fatto il passo più lungo della gamba…Questo gli ha procurato degli inciampi, degli incidenti e delle impopolarità: sicuramente non è stato venerato e omaggiato da tutte le parti…

Gad Lerner

 

E a Repubblica era amato, secondo lei?

Penso di sì; certo, era un padrone, e i padroni a volte tradiscono chi sta sotto di loro… E ci vuole un certo pelo sullo stomaco per cacciarti.

GAD LERNER LEGGE LA VERITA'gad lerner dopo inter manchester cityGAD LERNERGAD LERNER

 

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