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LA VENEZIA DEI GIUSTI - AVEVAMO DAVVERO BISOGNO DI UN'ALTRA VERSIONE DI FALSTAFF IN SALSA AUSTRALIANA CON TAGLIO POLITICO ANTIBREXIT DOPO IL CAPOLAVORO DI ORSON WELLES? ''THE KING'' È UNA BUONA E ONESTA VERSIONE GIOVANILE, PENSATA SOPRATTUTTO PER LA STAR TIMOTHÉE CHALAMET NEL RUOLO DEL FIGLIO RIBELLE CHE DIVENNE RE. PIÙ ADATTO AGLI ANNI DI CHIARA FERRAGNI E DI SALVINI CHE NON AI TEMPI DI SIR JOHN FALSTAFF E DEL VECCHIO ORSON
Marco Giusti per Dagospia
Avevamo davvero bisogno di un'altra versione di Falstaff in salsa australiana con taglio politico antiBrexit dopo il capolavoro di Orson Welles? The King, diretto dall'australiano David Michod, il regista del notevole Animal Kingdom e di The Rover, prodotto dalla Plan B di Brad Pitt e da Netflix e presentato oggi in concorso è una buona e onesta versione giovanile della storia in chiave padre-figli con tanto di rapporto speciale tra il giovane King Henry V e il vecchio e gaudente Sir John Falstaff. E con un finale che attualizza il tutto politicamente. Ma il film è pensato soprattutto per la star Timothée Chalamet nel ruolo del figlio ribelle che divenne re.
Lo vediamo agitarsi con spadone e spadino in un cast di gran livello che vede Joel Edgerton come Falstaff, Ben Mendelsohn come Henry IV, Robert Pattinson come biondo ez depravato Delfino di Francia e Lily-Rose Depp come Caterina d'Aragona. Forse un po' magrolino per combattere con o senza armatura. Ma sarà lui a portare gli inglesi oltre la Manica per combattere gli odiosi francesi.
Proprio vedendo la celebre battaglia di Azincourt, molto fisica e ben girata malgrado le non così numerose comparse, oltre a chiedermi perché tutti questi australiani sono così interessati al vecchio Falstaff e a King Henry, mi rendevo conto che il film, onesto, ben costruito, con ottimi attori, è molto lontano dalla complessità della versione di Welles, col suo geniale montaggio, le tante inquadrature del suo assistente Jesus Franco, la musica di Lavagnino.
Al punto che finiamo per fissarci su trovate minori, una bella decapitazione realistica, il taglio di capelli di Chalamet, le battute sulla lingua inglese di Pattinson, "mi piace, è semplice e brutta" e di Falstaff sull'essere re. "Un re non ha amici. Ha solo seguaci e nemici". Battuta che in originale ci colpisce per i termini di followers e haters. Che rende moderno il tutto. Forse più adatto agli anni della Brexit, di Chiara Ferragni e di Salvini che non ai tempi di Sir John Falstaff e del vecchio Orson.
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