il gigante gentile

LA CANNES DEI GIUSTI - SPIELBERG PRESENTA IL SUO ''GIGANTE GENTILE'', DAL CAPOLAVORO DELLA LETTERATURA PER L'INFANZIA DI ROALD DAHL, E HA FATTO UN OTTIMO LAVORO, CON UN MARK RYLANCE ('IL PONTE DELLE SPIE') SPETTACOLARE. NON SO SE È UN GRANDE FILM, MA È MOLTO SENTITO E COSTRUITO COME IL SUO ''ET''

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Marco Giusti per Dagospia

 

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Cannes. Il GGG o Il Grande Gigante Gentile di Roald Dahl e' il romanzo che ha costruito la generazione di ragazzi che ha ora venti-trentanni ed e' il futuro dell'Europa. Conoscono le battute del gigante a memoria e adorano il suo disgustoso menu'. E, grazie alle tavole meravigliose di Quentin Blake, sanno perfettamente come e' fatto il GGG dalle grandi orecchie, i suoi nove giganti cattivi che gli stanno vicino laggiu' nel regno dei Giganti, e la piccola Sophie, l'orfanella protagonista del libro che viene rapita nella notte dal GGG, che diventa da subito il suo migliore amico.

 

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Capolavoro di Dahl e della letteratura per l'infanzia della seconda meta' del 900, il GGG e' forse il romanzo piu' noto e amato da una generazione non ancora troppo contaminata dalla saga di Harry Potter. Dahl e' ben altra cosa è ha ben altra storia personale rispetto alla Rowling. Cosi' fa un certo effetto vedere sullo schermo di Cannes, dove "Il GGG" in versione Steven Spielberg e' stato proiettato stamane, associato a Dahl il nome della Disney.

 

Perche' Dahl, durante la guerra, gia' celebre, lavoro' per anni a una versione di "Gremlins" per Walt Disney‎ che non vedra' mai la luce. Dahl e Disney hanno quindi un conto in sospeso da allora che forse solo ora, grazie a Spielberg, alla sua geniale sceneggiatrice Melissa Mathison (a lei il film e" dedicato, "Our Melissa") che lo ha scritto prima di andarsene un anno fa, alla meravigliosa musica di John Williams e a una strepitosa performance di Mark Rylance che tratta il testo del gigante come fosse King Lear, trova forse soddisfazione.

 

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Diciamo pero' che Spielberg e la Disney spingono per una versione piu' buonista e per tutti del GGG, tagliano qualche punta che potrebbe sembrare antipatica, ma rimangono fedeli sia al testo di Dahl, alla sua idea di avventura per l'infanzia e anche alla grafica di Quentin Blake, che e' magnificamente citata in una sequenza. Difficile dire se il tipo di animazione attuale, che digitalizza i volti degli attori, sia la strada migliore per portare sullo schermo la creatura di Dahl e tutti i nove giganti cattivi. Certo oggi, lontani dall'animazione tradizionale, e' il metodo migliore per arrivare a un grande pubblico internazionale.

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Anche i Gremlins in versione disneyana non erano piu' gli spiritelli cattivi ideati da Dahl, la Disney e' la Disney e Spielberg e' Spielberg, ma credo che il compromesso tra la geniale prosa e la cattiveria di Dahl e il buonismo magico spielberghiano sia particolarmente riuscito. E riporta in primo piano un capolavoro che Harry Potter ha un po' oscurato, ma i vecchi fan continuano ad adorare.

 

Per chi non lo sapesse il GGG, che ha rapito l'orfanella Sophie, un po' perche' lo ha scoperto, un po' perche' si sente solo, lavora sui sogni della gente. Proietta incubi e desideri che costruisce lui stesso, ascoltando con le sue grandi orecchie tutte le persone del mondo. Non e' cannibale, come i nove giganti che vivono con lui dai nomi terribili, ma mangia solo una specie di rapa puzzolente con la quale fa un liquore verdastro che provoca terribile scorregge a chi lo beve.

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Una volta che i giganti cattivi hanno scoperto che ha con se' un piccolo essere umano, sara' costretto a tradirli. La stessa Sophie lo portera' a colloquio con la Regina e i Giganti saranno confinati su un'isola lontana. Dietro alla figura del GGG c'e' lo stesso gigante Dahl, dietro la ragazzina la sua stessa figlia Sophie. Era un grande libro sull'amore per il proprio lavoro, inventare sogni, e per la propria figlia. Forse anche sul chiudersi dal mondo.

 

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Spielberg e la Mathison lo hanno capito benissimo e hanno fatto un grande lavoro. Mark Rylance e' spettacolare, sara' difficile doppiarlo in italiano, anche se la traduzione del romanzo della Salani era bella come quella inglese e se la Disney lavorera' su quel testo, anche la nostra versione potrebbe essere perfetta. Da noi uscira' solo il 1 gennaio. Non lo so se e' un grande film di Spielberg, come "Il ponte delle spie', di certo e' un film molto sentito, costruito come i suoi grandi titoli degli anni 80, come "E.T.". E questo per il pubblico non sara' indifferente.