DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Giusti per Dagospia
Novello Novelli
SgumSgumeSgumSgumeSgum. Se ne è andato anche Novello Novelli, caratterista storico dei film di Francesco Nuti e del cinema fiorentino in generale. Buffo, con una faccia di pietra, sembrava già anziano a 60 anni. E infatti, nel cinema, aveva sempre fatto il vecchio se non proprio il moribondo o il morto fin dai primi anni ’90. Geometra, viveur, poi impresario dei due comici Mario e Pippo Santonastaso, “si andava in giro dal Piemonte fino ingiù”, fa l’incontro della sua vita quando lo scovano i Giancattivi, trio comico formato da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci, e gira con loro Ad ovest di Paperino nel 1982.
Lega soprattutto con Nuti, “co’ Francesco ci si intendeva al volo, a Roma di casa stavo da lui”, e, quando Nuti girerà i suoi film da protagonista e poi da regista, lo vorrà sempre a suo fianco. Eccolo in Son contento, dove fa il babbo del Nuti, “40 anni alla Sip… so’ stato bene… so’ stato male… ci sono stato e basta!”, in Madonna che silenzio c’è stasera!, Tutta colpa del Paradiso, Stregati. In Caruso Paskoski subisce il tormentone del “dammi un bacino” del Nuti. Lui, integerrimo poliziotto, non lo poteva sopportare nel film, ma nella vita, per le strade di Firenze glielo chiederanno tutti di dargli un bacino, “finché erano belle ragazze, andava bene, ma se erano giovanotti…”.
In Willy Signori e vengo da lontano fa il morto, “di più non potevo fare”. Ma ha un gran ruolo anche in Benvenuti a casa Gori di Alessandro Benvenuti, dove fa il babbo addirittura di Carlo Monni, dove è celebre un suo monologo, “è da quando so’ nato che tutti mi vogliono veder morto”. Lavora anche con altri registi, Maurizio Ponzi lo chiama in Noi, uomini duri con Renato Pozzetto, Mario Monicelli lo vuole in Cari fottutissimi amici, Bruno Colella lo vuole come padre di Moana Pozzi in Amami, dove recita anche Massimo Ceccherini.
Ma quando lo chiama Francesco Nuti è sempre pronto. Lo vediamo così nello sfortunato Occhipinocchio. E anche quando lo chiama Ceccherini, che lo vorrà come suo padre in La mia vita a stelle e strisce. Grande maschera toscana di un cinema comico degli anni ’80 che oggi ci appare davvero lontano, ha vissuto per sessant’anni con la sua moglie tra Poggibonsi e Castiglion della Pescaia, dove lo andai a intervistare per Stracult, comparendo anche in parecchi film locali, Cenci in Cina con il Paci, Uscio e bottega, e in parecchie serie tv, da Don Matteo e I Cesaroni. Sempre allegro, simpatico e disponibile.
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