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G. Z. per "la Stampa"
Il Buen retiro è quasi finito, anche se Pep Guardiola sta per ripartire per New York («A godermi del sano calcio visto in tv») l'anno sabbatico è stato ufficialmente chiuso ieri a Zurigo.
Guardiola, tra i candidati al titolo di miglior allenatore vinto dal ct della Spagna, Vicente Del Bosque, ha ammesso di «iniziare a sentire nostalgia della panchina» e ha promesso che sarà «di nuovo in carica per la prossima stagione». Indizi pochi: «Sarebbe davvero indelicato parlare di squadre attualmente gestite da altri e poi io non ho deciso niente. Sono senza un club e sul mercato, però non ho fretta: mi sta benissimo passare qualche altro mese fuori dalla mischia».
L'unica certezza è che il Brasile non lo ha contattato per tentarlo: «Non mi hanno mai fatto una telefonata, non c'è stato alcun tipo di approccio e penso che sia giusto così perché le nazionali meritano allenatori dello stesso Paese. Capire la mentalità è importante per un lavoro delicato come questo e con il poco tempo che ha un selezionatore è fondamentale conoscere quanto più possibile dell'ambiente». Quindi se in futuro sarà un ct sceglierà solo la Spagna.
L'ex blaugrana stava zitto da maggio e ha poche parole per gli Oscar del calcio e per il campionato che si sta giocando senza di lui. à felice che il Barcellona continui a vincere e che oggi sia «evidente quello che ho sempre sostenuto: il Barcellona ha una filosofia che costruisce da anni, ci hanno lavorato molto prima che arrivassi io e continuano anche dopo di me. Come è naturale».
Non ha partite da citare, le visioni sul divano si confondono e il relax totale lo ha definitivamente tolto dalle polemiche. Quasi intorpidito. Quando gli fanno notare la polemica assenza di Mourinho alza le spalle. Non era interessato ai giochetti mediatici quando guidava il Barcellona, figuriamoci adesso.
Preferisce non intervenire sulla rivalità Messi-Ronaldo, sull'assenza di giocatori fuori della Liga nella lista nei migliori e dà il suo giudizio solo sulla scelta di Boateng di lasciare il campo dopo i buu: «Credo che sia giusto chiudere la bocca a chi ancora fa certi cori, non so se andarsene sia l'idea giusta ma potrebbe essere, quando è necessario. Sarebbe meglio fosse la squadra e non il singolo a valutare se e quando prendere questo tipo di decisione».
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