DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Ecco i consigli di top dj, manager e promoter sui migliori 25 club europei in cui trascorrere la notte di Capodanno.
Breton sceglie il “Fluxus Ministerija” in Lituania, una vecchia fabbrica di scarpe che ospita 10.000 persone, contiene sculture, installazioni, ha poesie scritte sui muri e scale a chiocciola che portano alle torri. Tutto in omaggio al movimento dadaista “Fluxus”.
Tiga seleziona il “Berghain Panorama Bar” di Berlino, ottima acustica e il divieto assoluto di portare cellulare, il che rende la nottata un evento davvero speciale. La “Berlin Community Radio” preferisce invece l’“OHM”, parte nightclub, parte galleria d’arte. Jane Fitz suggerisce il “20/44” di Belgrado, locale storico che prende il nome dalle sue coordinate. Gli interni rimandano a un antico bordello, le finestre affacciano sulle rive del Sava. L’alternativa è l’”Auslage” di Vienna, davvero underground, buio, chiassoso ed economico.
Sam Divine suggerisce l’ “Air” di Amsterdam, Jon Rundell “The Villa” a Oslo, specializzato in house e techno, un luogo nascosto e dotato di coffee shop. Per Samaris il club migliore è il “Kaffibarinn” di Reykjavik, per Monte Martre sono due i posti da visitare a Parigi: il “Badaboum”, tra tavoli e divani e niente musica mainstream, e lo “Yoyo”, sotto il “Palais de Tokyo”, centro d’eccellenza per l’arte contemporanea. L’alternativa parigina per Girls Girls Girls è piuttosto il “Concrete”, una gigantesca nave da rave con la zona chill out in terrazza.
Bambounou consiglia il “Cross Club” di Praga, tutto il stile steampunk, Young Marco opta per il “Salon des amateurs” di Dusseldorf, che propone musica sperimentale in un ambiente che di giorno è museo d’arte moderna, e per il “Kaiku” di Helsinki, interamente rifinito in legno. Kate Simko caldeggia il capodanno al “Propaganda” di Mosca, attivo da venti anni, mentre “Hot Since 82” va sul sicuro con il “DC10” di Ibiza, un’istituzione dell’isola con tanto di “dark room” e celebrità fra i clienti. A Barcellona Tiga consiglia l’
“Elrow”, un luogo di freak, circensi, e drag queen, oppure c’è la serata al “Carpe Diem Lounge Club” e al “Nitsa Club”.
“Trojan Sound System” spinge il “Big Bang” di Roma, una sorta di Babilonia alla Tarantino, la città del peccato che sfugge agli occhi dei turisti. “Magda” opta invece per il “Goa” capitolino, a metà fra dark cabaret e un film di David Lynch. “Osunlade” dirotta al
“Casablanca Soul” di Santorini, al centro dell’isola vulcanica, la “Enchufada Records” al
“Lux” di Lisbona, pista in legno, installazioni audio e video e ambiente gay-friendly. Infine sono da non perdere i party all’”iBoat” di Bordeaux, all’interno di una nave, e, secondo la “First World Records”, al “Barbarellas Discoteque” di Tisno, in Croazia, club anni Settanta i cui afterparty sono leggendari: dopo la furia, tutti a guardare l’alba della costa dalmata.
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