SALVATE SAVIANO DA SE STESSO - ANCHE IL FEDELISSIMO PUBBLICO DI RAI3 LO MOLLA: GIANNINI LO INTERVISTA E ‘’BALLARÒ’’ OTTIENE IL RECORD NEGATIVO DI ASCOLTI – IL VENTO E’ MUTATO?

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Adriano Scianca per “Libero quotidiano

 

Saviano
Giannini 
Saviano Giannini

I camorristi sono camorristi, i politici sono collusi con i camorristi, i giudici fanno il gioco dei camorristi, chi critica i suoi libri è camorrista, forse l’Italia intera è camorrista. Non ha più confini l’ira funesta di Roberto Saviano, che non ha digerito la sentenza che ha condannato l’avvocato Michele Santonastaso per minacce aggravate dalla finalità mafiosa, ma ha assolto Antonio Iovine e Francesco Bidognetti.

 

Due boss sanguinari, senza dubbio, che tuttavia, carte alla mano, un tribunale della Repubblica italiana ha ritenuto di dover assolvere per il fatto in oggetto, ovvero le minacce a Saviano stesso e Rosaria Capacchione. Lo scrittore, però, l’ha presa male, anche perché il fatto di essere nel mirino dei boss non è secondario nel successo di quello che Gian Paolo Serino ha maliziosamente definito «il Giovane Holding».

 

Saviano
Giannini 
Saviano Giannini

Saviano ha affidato a Facebook il suo sfogo, con un video in cui fra l’altro dice che la criminalità organizzata ha «solo la parte migliore del Paese contro. Ma l’altra parte, anche se non connivente, è silenziosa e quindi connivente». Una ricostruzione discutibile e che chiama in causa il tasso di moralità di un intero popolo a causa di una sentenza. Martedì sera, poi, Saviano è stato ospite di Massimo Giannini che l’ha chiamato a Ballarò con un occhio all’etica civile e uno ai dati auditel.

 

Almeno quest’ultima speranza è andata frustrata: il talk è stato visto da 1.346.000 telespettatori per uno share del 5,77%. Sono finiti, insomma, i tempi in cui Saviano era l’asso pigliatutto degli ascolti. Tanto più che Giannini - onta suprema - viene raggiunto dall’ex Floris, con il suo DiMartedì (5,55% di share). Un vero disastro per uno che era partito dall’11,7% della prima puntata, sfruttando però l’effetto Benigni.

 

Floris diMartedìFloris diMartedì

L’effetto Saviano, invece, non è pervenuto. Del resto non si capisce come possa continuare a tenere alto l’interesse uno scrittore che non scrive o scrive pochissimo, per cui alla fine ci si ritrova a parlare di come gli abbia cambiato la vita un libro uscito ormai otto anni fa (in mezzo c’è stata la mezza delusione di ZeroZeroZero e la rimasticatura antologica de La bellezza e l’inferno). Lo sappiamo, è stato terribile, ma andarlo a dire per la centesima volta in tv non è la soluzione.

 

Ma cosa ha detto Saviano a Giannini, oltre a riproporci il calvario del post-Gomorra? Per lo più ha commentato la sentenza, pur ironizzando sul fatto che «il trend di questo momento è non commentare sentenze» (trend che pure aveva tra i suoi aficionados proprio «la parte migliore del Paese» quando gli imputati erano gli avversari politici). Per Saviano «ritenere che un avvocato di camorra possa prendere un’iniziativa autonomamente» significa affermare che «allora la camorra non esiste».

 

rosaria capacchione rosaria capacchione

Ma, al di là del merito, questa è davvero una strana logica: quindi quei giudici non stavano deliberando su un fatto specifico, soppesando le prove fattuali, ma dovevano esprimere un giudizio storico, politico, morale neanche sui due boss alla sbarra, ma addirittura sul fenomeno camorristico in sé o forse addirittura sul crimine in quanto tale, magari sul male come concetto metafisico? Conclusione curiosa.

 

Del resto nella chiacchierata con Giannini questo aspetto emerge più di una volta, come nell’accenno un po’ indispettito del conduttore a quelle sentenze che si basano solo sulla «prova formale» o, come ha detto Saviano stesso, a quelle che «aprono ferite». I tribunali, scopriamo, avrebbero il ruolo di sanare le ferite del Paese. La cosa è talmente enorme che alla fine persino lo scrittore ammette: «Forse siamo noi che chiediamo troppo alla giustizia».

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L’intervista finisce con quest’aura di malinconia, con Saviano che annuncia la sua partenza in direzione dell’esilio americano e l’ultima bordata contro l’Italia tutta ormai infettata dalle cosche: «Tu resteresti dove hanno assolto Iovine e Bidognetti?». Insomma, l’Italia è un Paese di merda solo perché non danno ragione a Saviano? La giustizia è tale solo quando danno ragione a lui? Un’intera nazione giudicata in base ai suoi tribunali, i tribunali giudicati in base a una singola sentenza, una sentenza giudicata in base alle aspettative di un solo uomo. Un po’ troppo egocentrismo, persino per l’autore di Gomorra.

FRANCESCO BIDOGNETTI FRANCESCO BIDOGNETTI