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DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI…
Alessandra Mammì per Dago Art
nico vascellari lago morto
nico vascellari 6
Arriva domani sera a Roma il più bravo performer italiano: Nico Vascellari. E non lo abbiamo deciso noi che sia il più bravo. Ma la mamma di tutti i performer: Marina Abramovic. Che lo ha già premiato anni fa, lo ha seguito da sempre e ora si concede in video conferenza per partecipare all'evento più interessante dell'autunno nella capitale.
Domani venerdì 14 novembre tra le architetture fasciste nell' Aula Bunker del Foro Italico (luogo che già di per sé vale visita) accompagnato dalla video performance della sua madrina, da un concerto live di Arto Lindasy e di Ron Morelli, più una serie di video proiezioni realizzate dal vivo da Bjorn Copeland, artista visivo e membro della leggendaria band Black Dick, parte un Nico Vascellari show con la ricostruzione del suo studio a Vittorio Veneto.
Più che studio, in realtà palcoscenico di eventi che si snoda nel progetto da lui battezzato “Codalunga”. Una vera Codalunga che grazie al supporto di Sky Art HD si prolunga a Roma fino al 8 dicembre nella Casa delle Armi di Luigi Moretti con intenso programma di visioni, suoni, gesta, performance. In fondo alla pagina, il programma completo.
nico vascellari e marina abramovich
Invece per conoscere l'avventurosa storia di Vascellari, ecco il racconto di un incontro di un anno fa, le due o tre cose che sappiamo di lui.
Alessandra Mammì da L'Espresso del 20 ottobre 2013
“Artista sì. Musicista non lo so. Non mi riconosco nella parola.Comunque meglio musicista che rock star, quello proprio no....». Mica facile definire Nico Vascellari, performer, leader di una band punk, artista visivo che è tra i pochi giovani italiani ad aver l’onore di una biografia Wikipedia inglese dove si legge che è nato nel 1976 e «his work is a mix between performance art and sound exploration».
nico vascellari con marina abramovic
Ragazzo alto, muscoloso e atletico. Maglietta nera con teschio a dividere le parole Napalm e Death, testa rasata, eppure sguardo solare e gentilezza istintiva. Un trentenne che lascia New York che lo aveva bene accolto per tornare nel suo paesino, Vittorio Veneto, perché ha bisogno delle sue montagne e delle sue radici. Un artista battezzato da colleghi importanti, da Marina Abramovic a Maurizio Cattelan, come il nome più interessante e sorprendente della sua generazione.E non solo italiana.
Musicista allora no, eppure con la musica ha cominciato Vascellari. Una punk band dal nome “With Love”, ispirazione hardcore con tutto quel che ne consegue. Musica ad alto volume e alta velocità, urla irrefrenabili del cantante, suoni distorti, testi politici di stampo anarchico, aggressività nei concerti e pacifismo nella vita, il tutto accompagnato a pratiche vegane e militanze ecologiche.
nico vascellari i hear a shadow
Coerente alla causa, Nico si rasa i capelli, diventa vegetariano e scatena dal palco tutta l’energia possibile con inevitabile coinvolgimento del pubblico, fracasso e a volte seri problemi. Accadde ad Artissima, la Fiera di Torino qualche anno fa, durante la sua attesa azione “Jesus” in onore di Gesù, Klaus Kinski e GG Allin ( la star del punk apocalittico e borderline, che defecava in pubblico e si prodigava in atti osceni).
Nico, sebbene più composto del suo ispiratore GG, nell’enfasi dell’esibizione si lanciò su uno spettatore scambiandolo per un attore della performance, gli strappò di mano il cellulare e lo distrusse. L’atto era previsto. Ma la persona era sbagliata. Ne venne fuori una rissa.
«È la casualità che completa l’opera. Il suono per me», dice, «è più attivismo che musica. È il mio modo di esprimere disagio, antagonismo, diversità. E il disagio è la fonte della mia energia, quello che trasmetto nelle performance. Per disagio ho oltrepassato i muri tra discipline. Ho rischiato di diventare un pessimo artista e un pessimo musicista. Ma durante i tour europei con il gruppo la mattina giravo per musei, ho visto l’azionismo viennese, Bruce Nauman, Paul McCarthy. E pensavo che lì, nell’arte dei grandi performer, c’era qualcosa che nella musica mancava. E mancava qualcosa che invece nella musica c’era».
I tuffi nel vuoto fanno parte del repertorio scenico dell’hardcore punk. Un più metaforico tuffo nel vuoto e Nico porta quell’arte della rabbia dentro i musei e le gallerie, con tutto il frastuono, l’esagerata amplificazione, il rito del concerto e quello del tour.
Lago Morto, maggio 2009, Vittorio Veneto, ad esempio. Un tour imploso nella sola cittadina natale. Un concerto ogni sera per 16 giorni in luoghi improbabili: una lavanderia a gettone, un bar, una videoteca. E un crescendo di pubblico che applaudiva, urlava, partecipava. Non tutti in paese la presero bene. Il sindaco leghista gli intima di smettere: «Disturbo della quiete pubblica, mi disse.
E io risposi: “Sindaco, mi sento davvero offeso. Intanto è la prima volta che lei mi telefona. Secondo, ho speso tutto quello che avevo per fare questo! Non ho chiesto un soldo pubblico. Siamo partiti da 70 persone e ora sono 600. E non 600 scalmanati ma anziani, mamme e bambini compresi. Lei intanto dovrebbe venire a vedere e poi congratularsi con me. Ha mai visto tanta gente a spasso, a divertirsi, il mercoledì notte a Vittorio Veneto? Io no.Da quando sono nato, questo paese dopo le otto è un posto morto».
Il primo cittadino risponde secco: «Io ti denuncio». Ma l’artista con la sua voce dolce ribatte: «E io la ringrazio.Perché vede, sindaco, vendo così pochi lavori su carta che una denuncia con un timbro di garanzia la metto all’asta e mi ripaga dei concerti».Non aveva capito il sindaco quello che hanno capito invece direttori di musei, critici, colleghi, curatori e fan disposti a passare dalla galleria al centro sociale pur di seguire le sue strane esibizioni.
Perché intorno a Nico si muove una piccola comunità.Persone disposte a donargli il loro vestito preferito affinché lui lo faccia a pezzi e lo usi come abito di scena nelle sue opere.Così costruì con le sue mani un variopinto mantello che lo trasformava in un Papageno straccione. Così ha fatto recentemente per intrecciare una corda come quella degli evasi delle barzellette. L’ha fatta scendere dal suo studio, come quella bianca del celebre lavoro di Maurizio Cattelan che invece scendeva dal Museo. Ma Cattelan la usava per sfuggire al sistema dell’arte. Nico la usa per tornare a casa e al suo luogo di lavoro.
E poi a differenza del più metaforico Maurizio, lui la corda l’ha impugnata davvero e si è arrampicato pigiando i piedi sulle pareti fino al terzo piano del palazzo per rientrare infine dalla finestra. «Tornare a casa, tornare al lavoro, tornare... È più difficile che andar via. C’è uno sforzo da fare. Io l’ho fatto». Come quando lasciò New York dopo tre anni per rientrare nella sua cittadina veneta.«Perché l’Italia è una periferia estesa e non ha senso vivere in una grande città se non ci sei nato o non sei obbligato dal lavoro. E poi era il momento di tornare».
E come ogni altro suo momento lo ha fermato, trasformato in immagine, in azione Una di queste fu inserita da Marina Abramovic nella stretta cerchia delle «più belle performance che ho visto in vita mia».E sulle sue labbra, la frase pesa. Ma fu davvero impressionante quell’evento, “Nico & the Vascellari’s”, ora immortalato e visionato su YouTube. È la storia di un’impresa di Nico e famiglia che si cimentano prima nella composizione di un brano dal titolo “Hotel”, omaggio alla frase “Questa casa non è un albergo”.
Poi, tutti insieme, si lanciano nella esecuzione del medesimo: la sorella impugna l’insegna Nico & Vascellari ricamata in un neon violetto. La mamma e il babbo come due cariatidi sollevano sulla testa di Nico una tavola di compensato, quasi fosse un tetto. Nico canta a ugola spiegata lo sgradevole brano del disagio familiare ripiegato sotto quel tavolaccio che incombe. L’esile mamma non c’è la fa più a sostenere il peso. Il tetto sta per cedere sulla testa del figlio ma ecco che la figlia corre in soccorso del fratello, sostenendo miracolosamente sia il tetto con il capo sia il nome di famiglia tra le braccia.
Di fronte a tanta simbolica, quasi omerica visione, persino la grande Abramovic presidente di giuria non resiste. E lui a Trento vince il Premio Internazionale della Performance. Che lo ha incoronato di sicuro artista. Musicista non sappiamo...
PROGRAMMA COMPLETO – AULA BUNKER
14.11 Marina Abramovic + Arto Lindsay + Ron Morelli + Bjorn Copeland
19:00 – 02:00
–
15.11 Yuri Ancarani + Domenico Crisi + Dave Saved
19:00 – 24:00
–
16.11 Invernomuto
11:00 – 23:00
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17.11 William Basinski + Dj Ben Saadi (*)
21:00 – 24:00
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18.11 Filipa Ramos + Matteo Nasini
19:00 – 23:00
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19.11 Laura Barreca + Riccardo Benassi
19:00 – 23:00
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20.11 Marco Mathieu
19:00 – 23:00
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22.11 Luca Lo Pinto
19:00 – 23:00
–
23.11 Diego Perrone
19:00 – 23:00
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24.11 Von Archives
19:00 – 23:00
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27.11 Prurient (*)
19:00 – 24:00
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28.11 Emiliano Montanari + Enrico Ghezzi
19:00 – 23:00
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29.11 Nero Magazine
19:00 – 23:00
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30.11 Vatican Shadow + Dj Gatto Nero (*)
19:00 – 24:00
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01.12 Antonio Grulli
19:00 – 23:00
–
02.12 Atelier Impopulaire (Pia Bolognesi – Giulio Bursi)
19:00 – 23:00
–
03.12 Luigi Ontani
19:00 – 23:00
–
04.12 Pier Paolo Pancotto + Nick Oberthaler
19:00 – 23:00
–
05.12
06.12 Marselleria + Diorama Magazine
19:00 – 24:00
–
07.12 Fabio Quaranta
19:00 – 23:00
–
08.12 Carlos Casas + Ninos Du Brasil
19:00 – 23:00
*Appuntamenti esterni all’aula bunker per ragioni di ordine pubblico
nico vascellari per zegna
nico vascellari coda lunga
nico vascellari
nico vascellari
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