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virzi micaela ramazzotti valeria bruni tedeschi ai nastri dargento
Marco Giusti per Dagospia
Nastri d'Argento 2016. 'Ce rode proprio er culo pe' la sconfitta dell’Italia' dice a nome di tutti Sabrina Ferilli sul palco del Teatro Antico a Taormina per la consegna dei Nastri d’Argento 2016. Certo, se l'Italia avesse vinto, la premiazione sarebbe stata molto più allegra, ma anche così ha acquistato un sapore particolare con tutto il pubblico del cinema italiano unito al pubblico di Taormina che seguiva la partita urlando.
Pronti poi, a ogni blackout maledetto dello schermo o a ogni intervallo a scatenarsi nella richiesta dei selfie con accorsi e verdone. “Sono fiero di fare parte della comunità del cinema italiano”, ha detto Paolo Virzì, premiato per “La pazza gioia”, Miglior Film, mentre le sue protagoniste Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti vincevano come Migliori Attrici.
stefano accorsi ai nastro dargento
Virzì ha in pratica indicato che la fierezza di far parte di questo cinema dimostra una rinascita particolarmente felice del nostro cinema, che unisce attori e generi diversi in una specie di nuovo corso dove, finalmente, non ci sono più gelosie fra autori, attori e tutti non aspettano che di collaborare fra di loro. Beh, i premi, a film come “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti, Miglior Opera Prima e miglior Attore Non Protagonista, Luca Marinelli, a “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, che ai Nastri ha vinto come migliore Commedia, a “Veloce come il vento”, che ha vinto per il Miglior Attore, Stefano Accorsi, e per la promessa Matilda De Angelis (Premio Biraghi), in realtà dimostrano un atteggiamento più dialogante, meno parruccone da parte della stampa.
stefano accorsi ai nastro dargento
E infatti Gabriele Mainetti ha ringraziato, e nessuno lo ha mai fatto, proprio la stampa più giovane e attenta che ha contribuito al lancio del suo film. Va detto però che proprio “Jeeg”, un anno fa, è stato rifiutato da Venezia in tutte le sezioni. Segno, forse, che questo giardino incantato magari esiste solo a piccoli tratti. Anche il rifiuto da parte del mondo del nostro cinema e della critica di un film come “A Bigger Splash” di Luca Guadagnino, non mi sembra che dimostri tutta questa pacificazione fra i nostri autori.
Però i riconoscimenti decrerati a due film di genere come “Perfetti sconosciuti”, che mixa commedia e cinema d'autore e rilancia Paolo Genovese nella serie A (forse) da festival se non da Oscar, e di “Jeeg”, sono alla fine delle zampate fortemente volute dal pubblico, che ribaltano il parrucconismo del nostro cinema e dei nostri festival e premi maggiore. Quasi una vendetta postuma del mullerismo, che avrebbe di sicuro lanciato un\'operazione tra cartoon e realismo come “Jeeg” (lo fece già con Gipi e i Manetti no?).
sabrina ferilli ai nastri dargento
In qualche modo lo svecchiamento del nostro cinema e se vogliamo la costruzione di un momento felice sembrano provenire da precise scelte del pubblico e della critica più giovane, come se già fossimo in un post-rondismo. Va da sé che poi a Checco Zalone e a Gennaro Nunziante non venga mai dato nessun premio, malgrado facciano una commedia così fortemente politica e, di fatto, antirenziana. Ma comunque i conti si dovranno fare, prima o poi col fenomeno Zalone. Come si devono fare con il cinema di Stefano Sollima, ai Nastri premiato solo con la Miglior Attrice Non Protagonista, Greta Scarano. Bravissima, per “Suburra”. E i conti non sono certo quelli che Pietro Valsecchi, produttore di “Quo Vado?”, ha fatto fare a Luigi Abete
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