DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Elvira Serra per il “Corriere della Sera”
Signora Loren, come si firma? Con il «ph» o senza?
«Se è una lettera privata, Sofia con la f: l' altro è il nome d' arte».
A che ora si alza la mattina?
«Alle 5, non ho mai cambiato abitudini da quando ero bambina. Mio nonno mi svegliava, io andavo in cucina e cominciavo a studiare per la scuola. Lui mi portava l' orzo e un pochino di pane e mi diceva: "Lelletta, come hai passato la nottata?". E io: "Bene". Ed ero contenta».
E oggi cosa fa quando si sveglia?
«Guardo la tivù per le notizie. Leggo, controllo la posta, faccio sempre qualcosa perché sono abituata a lavorare e questo sarà per sempre».
È golosa?
«Mi piace lo zucchero, lo mangio a cucchiaini, come i bambini».
E a pranzo cosa mangia?
«Eh, quando hai un po' di problemi a ingrassare devi stare attenta. La Ninni mi chiede cosa voglio e io rispondo: "Vediamo..."».
Lei però sa cucinare. Fa ancora il sugo?
«A Napoli tutti lo sanno fare. Ma non è elementare, ha bisogno del gusto di chi lo fa».
E lei che gusto ha?
«Io lo faccio quando mi sento nella pelle che tutta la famiglia sta bene, che le cose vanno bene e anche se non è domenica io il ragù lo faccio perché facendolo pensi a tante cose tue, ricordi il passato, il presente e pensi al futuro. È una cerimonia, come anche la genovese».
Il ragù bianco con le cipolle?
«Le cipolle sono fondamentali, grandi, bianche. Non è facile da preparare perché piangi tanto tagliandole, io infatti mi metto gli occhialetti per andar sott' acqua».
Sophia Loren sa rapire anche quando racconta di come sbuccia le cipolle. Sarà per lo sguardo birbante, di eterna ragazza alla scoperta del mondo («Non si finisce mai di imparare», dirà a un certo punto). Sarà perché è abituata a dare il massimo, qualunque cosa sia.
Ci incontriamo a Roma nella suite presidenziale che il Boscolo Exedra le ha dedicato. Camicia e pantaloni di seta rossi, 83 anni appena compiuti, è ancora bellissima. All'inizio perplessa per la sfilza di domande che sbircia sui fogli («Ma è un esame?»), poi si lascia andare e racconta, quasi senza filtri: di sicuro meno di quanti ne vorrebbero l'agente Carlo Giusti e il figlio di lui Andrea, che assistono all'intervista ottenuta grazie alla mediazione di Msc Crociere.
Come sta Ninni?
«Benissimo, vive sempre con me (era la tata dei suoi figli Carlo jr ed Edoardo, ndr ). Stiamo a Ginevra e quando arrivano i ragazzi con i bambini da Los Angeles facciamo festa».
I suoi adorati nipoti: Vittorio e Lucia, Leonardo e Beatrice. Cosa fa con loro?
«Quando vogliono giocare io mi stanco, non ho mai giocato neanche da bambina, facevo le cose che facevano i grandi: mettere a posto la casa, cucinare, stare con la mia amichetta Adele che purtroppo non c' è più. Non è che avevamo la possibilità dei giochi di adesso, come questi computer che non posso vederli, neanche quando vogliono telefonarmi certe volte ci riesco. "Ma che esagerata che sei", mi dicono».
ascella non depilata di sofia loren
Quindi niente WhatsApp.
«Nooo! Ma so più o meno cos' è...».
L'email?
«Ce l'ha Ninni, ormai ha imparato a usarla e lo fa al posto mio. È molto comodo perché ho un sacco di posta che arriva e amo rispondere».
A casa che musica ascolta?
«Sono molto per le canzoni americane degli inizi della mia carriera: Frank Sinatra, con cui poi ho lavorato... Erano cantanti meravigliosi».
E dei contemporanei?
«Mi piace Massimo Ranieri, ha una voce fantastica e poi canta in napoletano ed è diventato un bravissimo personaggio di teatro. Ama veramente quello che fa e si sente, sono proprio appassionata a quell' uomo...».
Cosa canta sotto la doccia?
«Ma io non faccio la doccia, faccio il bagno».
E in vasca, nulla?
«No, non mi piace cantare nell' acqua, ho sempre paura di affogare».
Non può aver paura di affogare, è stata così temeraria in Africa sotto i mari!
«Eh già, non sapevo nuotare, ma il primo giorno mi hanno buttato in acqua e ho rischiato di annegare: avevo detto che nuotavo come un pesce sennò non mi prendevano. Cominciavano le menzogne per lavorare, per imporsi...».
Per la carriera interruppe gli studi.
«Ho lasciato la seconda magistrale superiore con tutti zero: quando vidi i cartelli con quei voti tornai a casa vergognandomi. Ma andavo sempre a Roma con mia madre per i provini».
Non pensò mai di riprendere?
«No, si impara tanto nella vita».
Di suo padre che ricordo ha?
«Mi scusi, ma tutto quello che lo riguarda io lo dimentico».
Lui con la moglie ebbe due figli. A Sette disse che erano due bravi ragazzi.
«E che colpa avevano loro? Sono nati dopo di me e di mia sorella...».
Uno morì giovane, con l' altro vi siete mai frequentati?
«No, ma non perché non ho voluto. So che abitava a Milano perché la madre era di lì... Credo che lavorasse in banca, credo che si sia sposato...Tutto credo... Non è che ho cercato di evitare un'amicizia, ci siamo allontanati naturalmente senza rancori».
Invece vede ancora i figli di suo marito, Alex e Guendalina Ponti?
«Quando c'era il padre li vedevo spesso perché era normale, abitavamo tutti a Roma. Guendalina fa l'avvocato, se Edoardo ha bisogno di qualcosa la chiama. Non con Alex, che fa un altro lavoro che non si inserisce nel nostro».
Suo marito riposa a Magenta? Va a trovarlo?
«Sempre. Milano non è di passaggio per me, ma lì ho molti amici e poi di Carlo ci sono le nipoti, le sorelle. Vado con la speranza di stare un po' tranquilla con lui ancora una volta, e pregare e ringraziarlo sempre».
Un giorno, il più lontano possibile, vuole riposare a Magenta accanto a lui?
«Oh Maronna ... Non ci ho pensato ancora. Ma se dovessi pensarci seriamente, preferirei Roma perché in fondo a Roma ho cominciato la mia vita, non a Napoli perché dopo la guerra non è che pensavi al futuro... Roma invece mi ha dato l'opportunità di pensare a quello che volevo fare nella vita, alle persone da conoscere, a come arrivarci. Se voglio sfogarmi, però, parlo in dialetto napoletano, non l'ho dimenticato!».
È vero che ha un appartamento nella Trump Tower?
«Ma no che non è vero! Se lo sarà inventato il signor Trump».
Il suo Papa?
«Papa Francesco. Guardi, questo rosario che indosso me lo ha regalato lui un mesetto fa, eravamo in udienza privata in Vaticano, con mia sorella Maria, con Alessandra, una sua figlia. È stato molto emozionante».
Aveva visto i suoi film?
«Ah non lo so, non l' ho chiesto, non volevo esagerare, non è che lo vedi tutti i giorni!».
È stata testimonial per Dolce & Gabbana. È spiaciuto a Roberta Armani, sua cara amica?
«No, assolutamente no. E poi Napoli è la mia città, non ci sono problemi».
E Valentino?
«Ci siamo sentiti pochi giorni fa, era in barca, felice, ha tanti progetti. È importante averli».
Lei li ha?
«Sì, certo, ma sono segreti...».
Si è pentita di non essere andata a ritirare l' Oscar per La Ciociara ?
«No, io mi emoziono sempre moltissimo. Non me lo aspettavo, sono timida, se fossi andata mi sarebbe venuto un infarto sul palco».
Il premio a cui è più legata?
«L'Oscar alla carriera».
I suoi attori preferiti?
«Gli inglesi: Vivien Leigh, Laurence Olivier, vorrei tanto parlare come loro, ma ci devi nascere...».
E tra gli italiani?
«Marcello Mastroianni, l' amore della mia vita, professionale eh... Eravamo proprio una bella coppia, non provavamo mai, io le battute le sapevo tutte a memoria, per carità, lui un po' meno, ma dopo dieci minuti era perfetto».
sofia loren yvonne de carlo gina lollobrigida
Solo un attore l' ha delusa: Marlon Brando.
«Ma no, quando con una persona non ti trovi bene devi pensare a quello che ha fatto prima. Lui non era facile, ma aveva un curriculum così grosso che faceva paura».
Tornando indietro rifarebbe i 17 giorni di carcere a Caserta del 1982, per i 12 milioni di vecchie lire non dichiarati vent' anni prima?
«Dopo 40 anni la Cassazione ha stabilito che fu un errore del commercialista... Comunque sì, andrei lo stesso. Mi sono trovata meglio di quanto immaginassi, le suore mi avevano messo in cucina, facevo il brodino. Sapevo di non meritarlo, ma l' ho fatto quasi per esperienza».
Pertini le negò la grazia. Lo rivide dopo?
«No».
La persona più importante della sua vita?
«Mia madre, non c' è dubbio».
Riuscì a salutarla prima che morisse quasi per un caso.
«Mi ero fermata a Zurigo per una coincidenza. D'improvviso mi sono detta: ma perché non vado a Roma a vedere mia madre? Il giorno dopo che sono arrivata è morta. Senza di me sarebbe stata sola».
Come se lo è spiegato?
«Con l' amore».
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