
DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE…
Sara Bennewitz per “la Repubblica”
Tra voci e smentite, corteggiamenti e rotture, Roberto Cavalli e i russi di Vtb si sarebbero dati un altro mese di tempo per approfondire la loro conoscenza, studiare i dettagli di una possibile vendita, trovare magari qualche altro partner finanziario e industriale e mettere a punto una governance che affidi all’imprenditore italiano la creatività della maison, e a un management di fiducia la parte amministrativa e commerciale del business.
flavio briatore ritwitta roberto cavalli
Fatto sta, che tra le sanzioni Usa sulla questione Ucraina, un forte rallentamento delle vendite di lusso in Russia e un calo di tutte le griffe quotate in tutto il mondo, l’operazione non nasce sotto una buona stella. Vtb è il private equity di una delle banche di Mosca che è sotto osservazione da parte delle autorità Usa, pertanto bisogna trovare un veicolo a Cipro o in Lussemburgo verso cui triangolare l’operazione.
Inoltre i colloqui iniziali che partivano da una valutazione del gruppo di almeno 800 milioni, si starebbero ridimensionando in maniera significativa, sia in virtù delle nuove scelte - come quella di tener fuori dalla trattativa l’immobile parigino - sia alla luce del mutato contesto economico.
briatore twitta la foto di roberto cavalli con l erezione
E Cavalli che a fine estate aveva rifiutato a malincuore l’offerta di Permira, perché riteneva che i 400 milioni offerti dal fondo anglosassone fossero una cifra ingenerosa, dopo essersi visto promettere dai russi il doppio e poi una cifra ben più contenuta, potrebbe anche decidere di non farne più nulla.
Pare che per garantirsi l’affare Vtb avrebbe addiritttura versato una caparra da 20 milioni, ma al gruppo fiorentino ufficiosamente non risulta nulla al riguardo. Dal 2008 ad oggi sono in molti i pretendenti che si sono avvicinati alla corte di Cavalli.
Che lo stilista 74enne abbia deciso di trovare un socio a cui delegare la gestione e la maggioranza dell’azienda è indubbio, ma su chi possa essere il candidato giusto per gestire l’azienda e potenziare la rete di monomarca esistono molte perplessità. Così come ondivaghe sono le valutazioni di un marchio che ha sì un grande potenziale, ma che richiede anche grandi investimenti per realizzarlo.
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