
FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO…
Natalia Aspesi per “la Repubblica”
Aveva inventato le PR, le Pubbliche Relazioni per la moda che stava nascendo a Milano negli anni ‘70, una moda già trionfante e ancora povera e innocente. In quei primi tentativi italiani di superare la moda francese, meta raggiunta dieci anni dopo, Barbara Vitti si impose ai timidi inizi delle sfilate e ai narcisismi incauti degli stilisti, con la sua capacità di inventare un mondo, poi diventato realtà, di lussi e stravaganze e feste e star, che incantavano i giornali.
Se la contendevano, Giorgio Armani e Krizia, Valentino e Gianni Versace, e lei inventava per loro eventi allora inimmaginabili: John Travolta ai ricevimenti di Armani che poi riusciva a imporre sulla copertina di Time nel 1982, la sfilata di Valentino nella piazza della città dove è nato, Voghera, affollata da più di 14mila plaudenti, la grandiosa mostra di Avedon a Palazzo Reale per festeggiare Versace.
Quando la moda italiana cominciò e industrializzarsi, a invadere ogni continente dove esplodeva una nuova ricchezza, e le pubbliche relazioni divennero una professione chic, Barbara Vitti smise di divertirsi. Aveva già allevato con piglio severo una bella squadra di ragazze capaci di inventarsi storie sempre più adatte ai nuovi modi di comunicare: su quell’ambìto mestiere scrisse anche un libro di successo,
Professione PR . Poi fu chiamata dall’allora sovrintendente della Scala Carlo Fontana, che ancora le è grato per aver tolto polvere al modo di festeggiare il 7 dicembre, organizzando cene di massima eleganza in luoghi di antica milanesità. Ormai la moda era per lei un impiccio, erano tanti i suoi interessi e le sue capacità: fece apparire un lusso l’acqua minerale, necessario il design grandi firme, opere d’arte le gomme d’automobile, indispensabile la Fondazione Veronesi.
armani valentino ferre versace o
Non le mancò la politica, quando Filippo Penati, allora considerato lindo e probo, da sindaco di Sesto San Giovanni si candidò a presidente della Provincia di Milano. Bisognava trovargli un look più impegnativo e rassicurante, e l’arduo compito di intervento su barbetta, capelli, taglio e colore dell’abito, fu affidato a Barbara Vitti e a Quirino Conti.
Il suo ricco archivio, la Signora Pr, come la chiamavano affettuosamente, lo ha donato al Centro Interdipartimentale della Università Statale. È morta lontano dalla città dei suoi successi, dalla Milano che l’amava e l’ammirava, dalle sue amicizie, dai suoi medici, dalla sua casa: è morta in Sicilia, dove era arrivata solo cinque settimane fa, luogo a lei del tutto estraneo, per i soliti errori della vita.
BARBARA VITTI 2
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