DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
VIDEO - SEAN PENN STRAPARLA E FUMA AL ''LATE SHOW'' CON STEPHEN COLBERT
1. ESTRATTI DAL LIBRO DI SEAN PENN: UN'ORGIA DI ALLITTERAZIONI DA POETA DELLA DOMENICA
sean penn fuma da stephen colbert
“There is pride to be had where the prejudicial is practiced with precision in the trenchant triage of tactile terminations.”
“Bob’s boyhood essence set him up for a separation from time, synergy, and social mores, leading him to acts of indelicacy, wounding words, and woeful whimsy that he himself would come to dread.” - page 12
“Silly questions of cherries saved served to sever any last impression Bob might have had of Spurley as a serious citizen.” - page 94
“There is pride to be had where the prejudicial is practiced with precision in the trenchant triage of tactile terminations.” - page 125
“His dream's desert daylight diffusion dictated disturbances in the void of visual detail.” - page 142
“Hence, his life remains incessantly infused with her identity-infidelity, and her abhorrent ascensions to those constant salacious sessions of sexual solitaire she’d seen as self-regard.” - page 11
“Whenever he felt these collisions of incubus and succubus, he punched his way out of the proletariat with the purposeful inputting of covert codes, thereby drawing distraction through Scottsdale deployments, dodging the ambush of innocents astray, evading the viscount vogue of Viagratic assaults on virtual vaginas, or worse, falling passively into prosaic pastimes.” - page 36
“Behind decorative gabion walls, an elderly neighbor sits centurion on his porch watching Bob with surreptitious soupçon.” - page 71
“While the privileged patronize this pickle as epithet to the epigenetic inequality of equals, Bob smells a cyber-assisted assault emboldened by right-brain Hollywood narcissists.” - page 99
2. «INUTILE, REPELLENTE» IL FLOP LETTERARIO (CON ACCANIMENTO) DELLA STAR SEAN PENN
Matteo Persivale per il ''Corriere della Sera''
La prima idea era quella buona. Nel 2016, Sean Penn aveva registrato - con la voce del magnifico attore che è - un audiolibro: Bob Honey Who Just Do Stuff , un romanzo buffo e complicato dallo stile che una volta si sarebbe definito «sperimentale». Non l' ho scritto io, aveva spiegato l' attore, ma un tizio che ho conosciuto in Florida - un certo «Pappy Pariah», ovviamente uno pseudonimo, ma tant' è. E non era successo nulla di male.
Adesso però Penn ha fatto coming out letterario: il libro è suo, così l' ha firmato con il suo nome e l' ha dato da pubblicare a un editore prestigioso, Simon & Schuster, che pubblica tanti premi Nobel, e poi Anne Frank, Philip Roth e Don DeLillo e Stephen King e tantissimi altri grandi.
leila e sean hanno inciso un audiolibro
Cos' è successo? Una quantità di stroncature, sulla stampa americana e britannica, della quale non si ricordano precedenti almeno negli ultimi anni, un fiume inarrestabile di sarcasmo, ironia, insulti. Il generalmente pacato New York Times si è unito al coro di stroncature, almeno in maniera educata. «Per certi versi repellente, per altri versi semplicemente stupido», ha scritto The Guardian . E così via, insultando. Perché tanto odio? Il libro è davvero così brutto?
Il Corriere della Sera l' ha letto e la conclusione, triste, è che se fosse uscito sotto pseudonimo presso magari una casa editrice meno prestigiosa non sarebbe successo nulla. Le persone famose - gli attori specialmente - che scrivono libri vengono visti da molti, o quasi tutti, i critici, come celebrità che hanno l' hobby della scrittura, e quello che si fa per hobby è per definizione poco serio, e dunque si tratta di libri poco seri.
Penn poi ha una serie di problemi di immagine: odiatissimo dalla destra americana per le posizioni progressiste, i viaggi umanitari (un po' ingenui) in Iraq, l' amicizia con Hugo Chávez.
sean penn charlize theron the last face
I progressisti non gli perdonano le battutacce da uomo sì di sinistra ma assolutamente lontano dal politically correct («Chi ha dato il permesso di soggiorno a questo figlio di buona donna?», disse alla notte degli Oscar riferendosi al regista messicano, vincitore per Birdman , Alejandro González Iñárritu, gelando la platea) e le perplessità di recente espresse sul movimento antimolestie #metoo proprio nel suo sfortunato romanzo (che il protagonista inveisca contro Donald Trump, «uno dei Cavalieri dell' apocalisse», auspicandone l' assassinio, non lo ha certo aiutato).
the last face sean penn charlize theron
E così poco importa che Penn sia andato a Haiti a aiutare dopo il terremoto, a New Orleans devastata dall' uragano Katrina, che sia stato un grande sostenitore dei matrimoni gay quando ancora erano illegali: gli basta fare una dichiarazione filoargentina sul tema delle isole Falkland per scatenare i giornali britannici, intervistare l' allora latitante boss «El Chapo» Guzmán per finire indagato dal ministero della Giustizia messicano. Insomma, è abituato ad avere tutti contro.
Con il suo romanzo è andato volontariamente al macello (letterario). Suoi colleghi - nell' industria hollywoodiana - hanno scritto raccolte di racconti non memorabili (Tom Hanks: Tipi non comuni , Bompiani) senza essere spernacchiati a mezzo stampa. Però va anche detto che un altro attore, David Duchovny, che ha il talento dello scrittore vero, l' occhio per il dettaglio e il senso dello humour, forse è stato penalizzato proprio perché la letteratura è per lui un secondo lavoro.
Il romanzo di Penn non è bruttissimo: è, semplicemente, un po' inutile, rimastica una moda letteraria postmoderna abbondantemente fuori tempo massimo, e non basta un maestro della letteratura di questi anni, Salman Rushdie, a garantire per Penn dicendo che Bob Honey piacerebbe a Thomas Pynchon.
Pynchon dimostra esattamente che per scrivere libri senza trama che si reggono sul linguaggio bisogna essere dei geni. Della letteratura.
Penn è un genio, ma della recitazione cinematografica.
Con una filmografia destinata a restare al di là delle polemiche sulle sue scelte politiche e sul suo talento di scrittore. Ma che è difficile meriti davvero gli insulti ricevuti per questo dimenticabile ma non spaventosamente brutto libro.
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