DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
Alessandro Bocci per il "Corriere della Sera"
Gli inglesi siamo noi. Rispetto al passato, il mondo si è capovolto. La tronfia Inghilterra del pallone, figlia di un calcio fisico e spavaldo, ora è una squadra diversa. Logica, duttile, organizzata. Infida. Mister Roy il calcio lo intende come lo intendiamo noi, privilegiando l'aspetto tattico. Nel suo caso difesa attenta, gli spazi del campo bene occupati, ripartenze fulminanti. Capello aveva tracciato la strada, Hodgson ha portato avanti il programma senza stravolgimenti, mettendoci un po' del suo.
Noi, invece, siamo cambiati. «Non ci sono risultati senza il gioco», la rivoluzione culturale di Cesare Prandelli. Il modulo è un falso problema. Una conseguenza dell'atteggiamento. Inghilterra-Italia non sarà come le ultime volte. Di solito gli attendisti eravamo noi. Stavolta potrebbero essere loro. Gli azzurri cercheranno di controllare la partita, facendo girare palla il più velocemente possibile e attaccando la profondità .
I sudditi della Regina, invece, proveranno a ripartire infilandosi negli spazi che non gli dovremo concedere. Soprattutto sfruttando la forza devastante di Wayne Rooney, 27 gol nell'ultima Premier, due in più in nazionale. Si è fatto un gran parlare di Steve Gerrard, il capitano degli inglesi, che piace molto ai nostri centrocampisti (è l'idolo di De Rossi, Marchisio e Montolivo), ma il giocatore che può cambiare l'equilibrio è il campione di Manchester.
«Rooney ed Eto'o sono attaccanti moderni che in campo fanno tutto tranne il portiere», racconta volentieri Ancelotti, il più internazionale tra i nostri allenatori. Wayne, faccia da discolo, esperto in balotellate, è uno dei primi cinque attaccanti del mondo: ha forza, visione di gioco, senso del gol. Soprattutto altruismo. Il suo credo è la squadra. Inoltre, non dà punti di riferimento. Imprendibile negli spazi, sfrutta tutto il fronte dell'attacco e ha un gran tiro. Qualità e fisico. Prandelli sta studiando come fermarlo, almeno come arginarlo. Ieri, allo stadio Municipale di Cracovia, sono cominciate le prove tattiche lontano dall'occhio indiscreto delle telecamere.
Allenamento sbarrato. Non è detto che la prima prova sia quella decisiva. Ma intanto è un punto di partenza dopo due giorni di scarico per recuperare le energie. E per mettere il talento d'Oltremanica nella condizione di non nuocere il c.t. è orientato a scegliere la difesa a quattro, la stessa usata contro l'Irlanda, con Barzagli e Bonucci centrali visto che Chiellini è indisponibile. Gli esterni, Abate e Balzaretti, avranno il compito arduo di frenare i dirimpettai Milner (o Walcott se Hodgson sceglierà il 4-4-2 più offensivo) e Young.
Particolarmente sollecitato sarà il milanista, considerato che Rooney parte dalla trequarti, libero di colpire dove e più gli piace, ma predilige la parte sinistra. L'Italia dovrà essere corta e attenta. Con centrocampisti pronti a fare le due fasi e particolarmente abili in quella di non possesso palla. Servirà densità nella zona in cui agirà Rooney, con raddoppi di marcatura sistematici.
Pirlo avvierà l'azione; Thiago Motta, che ha smaltito gli acciacchi, potrebbe essere confermato vertice alto del rombo, anche se ieri in quella posizione è stato provato pure Montolivo. L'unico cambio rispetto all'Irlanda sarà in attacco: il c.t. è orientato a dare fiducia a Balotelli a scapito di Di Natale. Mario contro gli inglesi e contro Rooney. La sua partita. La sua occasione. La sua rivincita. Speriamo anche la sua consacrazione.
CESARE PRANDELLI jpegWAYNE ROONEYPRANDELLI - ITALIA-IRLANDAWAYNE ROONEYhodgson 002MARIO BALOTELLI E WAYNE ROONEYCASSANO ITALIA-IRLANDADI NATALE E BALOTELLI
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