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Silvio Gulizia per "Wired.it"
Il primo approccio all'Huffington Post italiano, online dalla scorsa mezzanotte, è stato complicato. L'idea di Wired.it era di fare un confronto con l'originale Huffington Post americano, ma digitando l'indirizzo .com ci siamo ritrovati al .it. Dopo una veloce ricognizione, abbiamo notato che un piccolo bottone sopra la voce " home" permette di scegliere quale edizione consultare. Il sottotitolo originale "The Internet newspaper: news blogs video community" si è perso a favore di un meno programmatico "in collaborazione con il gruppo Espresso".
A differenza dell'originale, la versione italiana dell'Huffington ha optato, almeno per il momento, per una minore sobrietà e un ricorso al colore che trasforma i titoli delle notizie principali in un arcobaleno in cui ci si perde un po'.
La prima impressione è quella di trovarsi davvero di fronte all'Huffington Post tradotto in italiano. C'è tutto: ci sono le notizie, i blog (verranno lanciati a scaglioni), c'è la possibilità di abbonarsi alle notizie e registrare il proprio account per commentare e condividere notizie e commenti, ci sono foto, video e gallery.
La polemica suscitata dalle parole del direttore Lucia Annunziata nei confronti dei blogger ("I blog non sono un prodotto giornalistico, sono commenti, opinioni su fatti in genere noti; ed è uno dei motivi per cui i blogger non vengono pagati") sembrano un lontano ricordo a leggere il primo post del direttore, per tre quarti dedicato all'importanza della voce di chi (sono 186 i blogger arruolati) ha già deciso di confrontarsi e scontrarsi dalle pagine dell'HuffPost.
Fra questi ci sono nomi illustri come l'ex ministro Tremonti, il segretario della Fiom Landini, il sottosegretario Catricalà , politici, fotografi, giornalisti e persone comuni, persino una suora. I post dei blogger (probabilmente non sarà così per tutti) si trovano anche in mezzo alle notizie, trattati come tali. Per Arianna Huffington d'altra parte il ruolo dei blogger è sempre stato cruciale: "Sono certa che ci sarà sempre bisogno del New York Times e di Repubblica - ha detto in un'intervista al quotidiano romano - Non credo alla fine dei giornali. Ma dobbiamo anche riconoscere che in certe circostanze ogni cittadino può diventare un corrispondente, un giornalista".
Nel post di lancio Annunziata detta la linea: si parlerà molto di politica ed economia. La prima apertura non a caso è dedicata al caso Polverini, in linea con quella degli altri quotidiani online, con i quali l'HuffPost si va a confrontarsi direttamente. I primi botti la redazione promette di spararli nel corso della giornata di oggi, in cui il giornale verrà presentato ufficialmente. Non avendo la necessità di riservare gli scoop all'edizione cartacea, l'HuffPost promette di arrivare prima degli altri nel dare le notizie.
La cosa che maggiormente differenzia l'Huffington dagli altri quotidiani online è che il lettore è al centro del progetto. Con un proprio account può commentare, conquistare badge, seguire altri utenti e diventare punto di riferimento. L'utente è parte attiva del giornale, in Italia come in America. Per tenere a bada blogger e utenti Annunziata ha annunciato l'uso di un software battezzato Julia, in grado di individuare le parole politicamente scorrette.
Per il momento l'Huffington Post italiano ha uno sparuto numero di sezioni: Politica, Economia, Cronaca, Culture e Diritti. In quest'ultima uno spazio non comune è dedicato all'universo gay (la parola ritorna 14 volte nella prima pagina di notizie): si tratta per lo più di polemiche, meglio se centrate su cosa ha detto o fatto una star.
In Culture c'è di tutto un po', mentre è su Politica, Economia e Cronaca che l'HuffPost punta tutto. Spicca l'assenza di sezioni importanti dell'originale, come Spettacoli, Tecnologia e Moda. Dovrebbero arrivare in seguito. L'uso regolare e costante di gallery fotografiche, video e il connubio con i social network rende il quotidiano una fedele copia dell'originale.
Dando un occhio alle prime pagine dei numeri zero, comparse sul profilo Facebook del quotidiano, scopriamo che l'Huffington italiano sta indagando un modo di comunicare che trasmetta commento nel momento in cui si dà la notizia, lavorando sulle parole come sulle immagini e gli accostamenti. Uno degli obiettivi è seguire il più possibile gli eventi in tempo reale. L'edizione americana non a caso ha una intera sezione dedicata a questo. Per il momento quindi siamo davanti a un progetto in fase di startup, con molta carne al fuoco e un modello che funziona da seguire. Ora si passa alla prova sul campo.
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