
DAGOREPORT – TUTTI A GUARDARE L’UCRAINA, MA IN ISRAELE È IN CORSO UN GOLPETTO DI NETANYAHU: “BIBI”…
1. VIVENDI SPINGE MEDIASET AI MASSIMI IN PIAZZA AFFARI
Maddalena Camera per “il Giornale”
TARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIA
Mediaset ai massimi in Borsa. Ieri il titolo del gruppo del Biscione è salito del 2,2% e da inizio anno lo scatto è stato del 37%. I meriti, secondo gli analisti, vanno alla ripresa economica ma anche alle possibili strategie di «merger» che la francese Vivendi potrebbe mettere in atto. In un'intervista al Financial Times, infatti, l'ad di Vivendi, Arnaud De Puyfontaine ha precisato che il gruppo non è interessato a Sky e considera la britannica Itv «troppo cara».
C'è però la volontà di diventare un operatore «completamente dedicato ai media e ai contenuti» anche attraverso «acquisizioni di trasformazione» sfruttando gli 11 miliardi di cassa a disposizione. Non c'è dubbio che, a parte Sky, anche se qualcuno ritiene il merger tra le due società «possibile», tra i candidati a una fusione con la pay tv francese Canal Plus, controllata da Vivendi ci potrebbe essere proprio Mediaset. Anche Mediobanca Securities, in un report, sottolinea questa possibilità.
Vincent Bollore e Alberto Nagel foto LaPresse
«Riteniamo che Mediaset potrebbe costituire una interessante opzione strategica per Vivendi - spiega Mediobanca - la fusione consentirebbe a Canal Plus di entrare direttamente nel mercato televisivo italiano e in quello spagnolo: un'operazione in contanti, carta o un mix delle due potrebbe essere fattibile». L'opzione è da tempo sotto osservazione.
Vivendi è stata a lungo in trattative con Cologno Monzese per un ingresso nella pay-tv Premium, ma l'operazione è, per il momento, in stand-by. «Prima o poi - ha spiegato Mediobanca - verrà anche per il settore media e tv europeo il tempo delle fusioni e acquisizioni anche grazie alla mossa di Sky, che ha creato un leader europeo con una forte presenza nella pay tv in Gran Bretagna, Italia e Germania. Per questo anche altre società potrebbero intravedere la necessità di creare un'alternativa internazionale nel medio termine».
Il gruppo è presieduto da Vincent Bolloré, primo azionista che, proprio ieri, è salito dal 12 al 14,5% una mossa questa che prelude nuovi equilibri. Bollorè dunque tramite la sua Vivendi si ritroverà dunque ad essere primo azionista di Telecom quando sarà completata la cessione a Telefonica di Gvt, operazione che porterà in dote anche l'8,3% della società telefonica.
Tra le mosse che potrebbero favorire un accordo tra Canal Plus e Mediaset c'è anche la presenza di Tarak Ben Ammar, imprenditore franco tunisino molto amico sia di Bolloré che della famiglia Berlusconi, nel consiglio di Vivendi che sarà rinnovato il prossimo 17 aprile in occasione dell'assemblea degli azionisti.
Vivendi nel frattempo ha annunciato di essere in trattative esclusive per rilevare l'80% di Dailymotion da Orange per 217 milioni. na acquisizione che può essere interpretata come il primo tassello nella strategia «all media» che la società si sta apprestando ad intraprendere e che potrà portare Bolloré a sfidare il vecchio tycoon australiano Rupert Murdoch e la sua Sky nel settore della pay tv in Europa.
2. BERLUSCONI CERCA SOCI FORTI O LA PACE TV CON MURDOCH
Ettore Livini per “la Repubblica”
Le grandi pulizie sono finite. Dopo l’ annus horribilis del 2012 (chiuso in passivo di 287 milioni) Mediaset è tornata al dividendo e al centro del risiko prossimo venturo dei media in Europa. Non ci voleva l’outing di Vivendi per capirlo. Il primo segnale della svolta è arrivato con l’asta per i diritti della Champions League per il triennio 2015-2018. Una partita dove il Biscione — con una super-offerta vicina ai 700 milioni — ha ribaltato i pronostici battendo la favoritissima Sky.
Il riassetto del business in Spagna, con la cessione di Digital Plus e l’ingresso di Telefonica in Mediaset Premium, ha messo un po’ d’ordine nelle attività del gruppo, chiarendo le strategie e dando una prima (ricca) stampella alla zoppicante pay-tv di Cologno. La Borsa ne ha preso atto da un po’ di tempo, regalando un inverno tutto d’oro — almeno sul fronte degli affari di famiglia — a Silvio Berlusconi: il titolo ha messo le ali, mettendo insieme negli ultimi sei mesi un guadagno dell’84%. E il valore della quota in portafoglio a Fininvest è salito da allora di ben 700 milioni.
Tamponate le emergenze finanziarie e rimessi in sesto i conti, Mediaset deve ora decidere cosa fare da grande. La ripresa della congiuntura, specie in Spagna dove nel 2014 il gruppo ha fatto 60 milioni di profitti, aiuta a essere ottimisti. Il mondo delle tv sta però cambiando e nessuno ad Arcore si illude di poter continuare a lungo a fare tutto da soli: la pay-tv è costata tantissimo, i diritti del calcio sono stati un altro salasso e con l’arrivo di Netflix & C. anche in Italia è necessario iniziare a guardarsi attorno per cercare partner con cui dividere oneri e onori.
L’ingresso di Telefonica in Mediaset Premium (pagando 100 milioni per l’11,1% del capitale) è solo il primo tassello. Il Biscione è pronto ad aprire il business della pay-tv ad altri partner. Al Jazeera e Canal+ hanno già esaminato il dossier per un possibile investimento. Anche se dietro le quinte resta il sogno dello storico armistizio con Sky. Due piattaforme tv a pagamento sono troppe per il nostro paese, dicono gli analisti. E se Berlusconi e Murdoch riuscissero a dimenticare i vecchi rancori e unire le forze, avrebbero molto da guadagnare entrambi.
Tutto cambierebbe, ovviamente, se la partita delle alleanze si giocasse al piano superiore. Cioè sul capitale di Mediaset. Le avances di Vivendi (come quello di Telefonica prima) confermano come le distanze tra media, tlc e internet si stiano accorciando molto rapidamente. Telecom Italia si prepara ad accogliere come azionista la holding transalpina di Vincent Bolloré, vecchia conoscenza di casa Berlusconi. E pure su questo fronte, anche se allo stato siamo alla fanta-finanza, i possibili sviluppi per il Biscione sono molti.
confalonieri con marina e piersilvio berlusconi
Il rebus, una volta, sarebbe stata l’indisponibilità di Berlusconi a mollare la presa sulle tv di casa. Gli ultimi mesi però hanno detto con chiarezza che in Fininvest non esistono più tabù. Il Milan è in vendita, Villa Certosa pure. Mondadori ha lanciato l’offerta su Rcs libri, Ei Towers si è avventurata nella stranissima (ma non troppo) Opa su Rai Way, mentre anche la partecipazione in Mediolanum, complici i diktat di Banca d’Italia, è sul mercato.
Mauro Crippa Confalonieri Mario Giordano Piersilvio Berlusconi Giuliano Adreani
Arcore, come molte altre dinastie industriali tricolori, sta approfittando del buon momento di Piazza Affari per passare all’incasso, rendendo più semplici le gestioni dei patrimoni tra le nuove generazioni. Tasto ancora più sensibile a Villa San Martino dove tra i due rami di famiglia non sempre è filato tutto liscio. A febbraio via Paleocapa ha messo sul mercato il 7,7% del capitale Mediaset senza troppe remore. E se inizierà il risiko delle tv, nessuno dubita che l’ex-Cavaliere sarà pronto a far scelte radicali anche su Cologno.
DAGOREPORT – TUTTI A GUARDARE L’UCRAINA, MA IN ISRAELE È IN CORSO UN GOLPETTO DI NETANYAHU: “BIBI”…
DAGOREPORT - LA SITUAZIONE DEL GOVERNO MELONI È GRAVE. PROBABILMENTE NON SERIA, MA DISPERATA SÌ - SE…
DAGOREPORT - LE MATTANE DI TRUMP SVEGLIANO L'EUROPA: DOPO IL VIAGGIO IN INDIA, URSULA VOLA A…
FLASH! - SIETE CURIOSI DI SAPERE CHI E' IL PREMIER CHE HA PUNTATO I PIEDINI A BRUXELLES PER…
DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA'…
DAGOREPORT – SANPAOLO FOLGORATO SULLA VIA DI ELKANN! LA FONDAZIONE TORINESE, AZIONISTA DI PESO DI…