COME DENTRO UN FILM - L’ULTIMA FRONTIERA DELL’INTRATTENIMENTO TRA CINEMA E FLASH-MOB: PAGARE PER VIVERE UN FILM IN PRIMA PERSONA - 21 MILA PERSONE SI SONO RITROVATE LONDRA PER L’HAPPENING ISPIRATO A “LE ALI DELLA LIBERTÀ”

CASABLANCA SECRET CINEMACASABLANCA SECRET CINEMA

Stefano Pistolini per “Il Venerdì -Repubblica”

 

Fabien Riggall, l’inventore di Secret Cinema, ha avuto una grande idea: «Abbiamo creato un rapporto nuovo coi film. Anziché andare in un multisala a vedere la solita pellicola in 3D, l’esperienza definitiva: vivere il film in prima persona, vestiti come i personaggi, letteralmente entrando nella storia».

 

Oltremanica, Secret Cinema è diventato una mania. Ci si iscrive al suo sito (www.secretcinema.org) e si attende l’invito a vedere un film il cui titolo è tenuto segreto e in una location misteriosa. Si compra il biglietto online e si aspettano le istruzioni, ormai ogni volta più spettacolari. 

 

LE ALI DELLA LIBERTa? SECRET CINEMALE ALI DELLA LIBERTa? SECRET CINEMA

Secret Cinema nasce nel 2007 come happening: 400 persone a vedere Paranoid Park di Gus Van Sant, il film sullo skateboard, in un tunnel dismesso, trasformato da Riggall e i suoi in uno skate park clandestino. Oggi i numeri sono diversi: 21 mila persone si sono date convegno a Londra in un edificio scolastico diroccato, tutte in uniforme da detenuti o secondini, per l’happening ispirato a Le ali della libertà, l’epopea carceraria con Tim Robbins. Nell’occasione si poteva provare il brivido di una perquisizione approfondita, un colloquio con uno psicanalista criminale, una cella d’isolamento e le docce comuni. Prezzo: 34 sterline, drink esclusi.

ritorno al futuro secret cinemaritorno al futuro secret cinema

 

Secondo Riggall, partecipare a Secret Cinema non ha niente a che vedere con l’abituale esperienza di un film: «Migliaia di persone in costume e un ambiente ricostruito, che evoca una vicenda resa mitica dal suo successo: l’emozione è fortissima». Metteteci titoli come Casablanca (in abiti anni 40) o Lawrence d’Arabia (cammelli e dozzine di attori arabi assoldati per l’occasione).

 

Aggiungeteci un esercito di coreografi che coordinano il rifacimento di alcuni «episodi» di un film: il risultato è una forma d’intrattenimento che mescola cinema e flash mob, prende in prestito dai videogiochi il desiderio di protagonismo e si nutre attraverso i social network. Il tutto, la scorsa estate ha assunto dimensioni giganti: 60 mila biglietti venduti per Ritorno al futuro, un serie di eventi che offrivano l’esperienza di cinque ore in un suburbia americano anni 50, appositamente allestito. 

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Con 17 produzioni all’attivo, ora Riggall guarda al mercato internazionale. Se fare un film oggi è un grosso rischio, riusare un vecchio successo è molto più pratico. Sono storie eccezionali: anziché rivederle un’altra volta, adesso si paga volentieri per viverle. A Cinecittà dovrebbero prendere nota.