
DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI –…
Paolo Salom per il “Corriere della Sera”
In 3D o tradizionale. L’importante è che il pubblico più numeroso del pianeta possa riconoscersi. La Cina guarda a Hollywood. Ma è soprattutto Hollywood a guardare oltre il Pacifico. Bye bye Manhattan. Ora lo skyline che conta e che fa sospirare gli spettatori, non solo in Asia, è quella di Hong Kong.
Gli ingredienti sono più o meno gli stessi: grattacieli e acqua. Ma i paesaggi dell’ex colonia britannica, sospesi come sono tra passato e futuro, aggiungono un sapore esotico (per noi) e familiare per gli spettatori che le Major americane corteggiano da anni (o almeno da quando gli incassi domestici sono in costante flessione).
Provare (a vedere) per credere. L’ultimo prodotto della saga dei Transformers (episodio numero 4: L’età dell’estinzione ) è un esempio di come la Cina stia diventando il mercato da blandire apertamente, puntando subito al sodo: incassi facili. E così è stato. Uscito a fine giugno, il film di fantascienza ha scalato in pochi giorni le classifiche guadagnando più di qualunque altro lungometraggio mai apparso nella Repubblica Popolare, a oggi oltre 300 milioni di dollari.
Vero che i cartelloni pubblicitari hanno tappezzato i viali delle megalopoli cinesi per settimane, alzando le aspettative. Le immagini di Optimus Prime, Bumblebee e degli altri protagonisti, più o meno umani, sono arrivate quasi a guardare negli occhi il ritratto di Mao in piazza Tienanmen, a Pechino.
Ma a conquistare il cuore degli asiatici sono state soprattutto le lunghe scene girate a Hong Kong, i frequenti riferimenti alla cultura e ai prodotti locali e, persino, al governo di Pechino, invocato — proprio nella città autonoma che vorrebbe più libertà — come possibile salvatore della Terra dall’invasione aliena. «Da quando Hollywood ha cominciato a introdurre elementi cinesi nei film — ha spiegato al quotidiano britannico Guardian Yang Yunfan, 33 anni, pubblicitaria e fan degli Autobot — ci siamo tutti esaltati. Abbiamo pensato: “Wow, la Cina ora conta per davvero, è diventata un Paese importante”».
Parole, e disposizione, che i grandi nomi della Mecca del cinema hanno intuito già da tempo. Sono diversi anni che le produzioni , magari realizzate negli Stati Uniti, strizzano l’occhio al Dragone d’Oriente con parti affidate a star come Gong Li (Miami Vice , Hannibal Lecter - Le origini del male ) o Jackie Chan (tra i più recenti: Karate Kid - La leggenda continua e la trilogia Rush Hour , l’ultimo X Men ) — Jackie ha addirittura avuto l’onore di essere il primo cinese a lasciare le impronte delle mani e dei piedi sul marciapiede delle star, a Los Angeles.
GWYNETH PALTROW NEL FILM IRON MAN
Così, anche nell’ultimo Transformers ci sono interpreti orientali: l’affascinante Li Bingbing, 41 anni, e l’ex pugile Zou Shiming, 33. Ma il segreto dello straordinario successo di questo film, considerato che la vicenda, secondo diversi critici internazionali, «è davvero povera di contenuti», risiede probabilmente nella capacità tutta hollywoodiana di solleticare i gusti del pubblico cui intende rivolgersi.
Gli americani (e gli occidentali) sono demotivati o hanno meno dollari da destinare alla visione di un film? Ecco pronta la Cina, Paese dove 10 nuove sale vengono inaugurate ogni giorno (erano 18.200 alla fine del 2013, contro le 40 mila americane) e dove il mercato cinematografico dovrebbe raggiungere nel 2014, secondo le stime, un valore di 4,6 miliardi di dollari, con un incremento di un terzo sull’anno scorso. Come stupirsi se, appena arrivati all’aeroporto della capitale, si trasale alla vista delle statue di cera, a grandezza naturale, di Leonardo DiCaprio e Kate Winslet?
ROBERT DOWNEY JR IN IRON MAN TRE
Ecco dunque che non ci si limita più a invitare una bella attrice, o un campione di arti marziali a far parte di una storia americana. Si trasforma (perdonate il gioco di parole) la storia americana in una storia per metà cinese. Se poi tutto questo debba comportare chinare il capo di fronte alla severa censura del Celeste Impero (il governo, come abbiamo visto, è descritto in maniera sempre positiva) o far pestare per bene un agente della Cia da un personaggio cinese, beh, poco male, visto il risultato al botteghino.
D’altro canto, come ha sottolineato, sempre al Guardian , David Hancock, esperto della società di consulenza globale Ihs, «il centro di gravità delle produzioni cinematografiche è sempre più orientato verso l’Asia». E Hollywood è interessata anche a Paesi come la Malaysia, il Vietnam, l’India. Prepariamoci dunque a una nuova stirpe di attori e ambientazioni esotiche, sì, ma solo per noi.
DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI –…
FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA…
DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER…
FLASH – ARIANNA MELONI NON VA PIÙ A PALAZZO CHIGI, DOVE HA UNA STANZA A SUA DISPOSIZIONE, MA DA…
DAGOREPORT – PERCHÉ ROBERTO TOMASI, CONSIDERATO FINORA VICINO A SALVINI, HA ATTACCATO…
FLASH – FAZIO, CHE STRAZIO! INIZIANO A SERPEGGIARE MALUMORI AL CANALE “NOVE” PER I RISULTATI DI…