DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
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Come le famiglie di Tolstoj anche ciascun teatro è infelice a modo suo. A Torino Roma e Napoli sono scappati i direttori. A Roma, il sindaco sottoMarino licenzia i dipendenti dopo che questi hanno “dimissionato” Muti e dopo aver annunciato che spera di affidare la conduzione di “Aida” a una donna (e perché mai?). Da Bari Rustioni scalpita. In tutti i teatri non c’è un soldo.
Sarebbe da far festa grande alla Scala, dopo la bufera primaverile sul caso Pereira, visto che ieri la Scala ha ottenuto l’autonomia dal ministro Franceschini (un Francesco in minore). Ma anche a Milano si aggira tra gli stucchi e i similori un fantasma strano, un vero e proprio morbo, forse, o qualcosa di poco salutare, uno spiritello che si diverte a colpire prima delle messe in scena.
Per il gran ritorno di “Aida” al Piermarini, l’opera durante la quale Alagna aveva sfancul… il pubblico, Alexander Pereira aveva pensato a Lorin Maazel. Morto poco dopo l’annuncio. Il grande maestro non stava bene, si dirà. Ma una bella sfortuna per Pereira, la stessa con la quale aveva chiuso il suo Festival di Salisburgo con un “Trovatore” senza Placido Domingo: ammalato. Beh, Domingo è anziano, forse si toglie anche un po’ di anni a ogni dichiarazione, un raffreddore è all’ordine del giorno.
Morto Maazel, e chiamato Mehta al suo posto, Pereira ha tentato il colpo grosso: il ritorno di Alagna con Georges Prêtre per festeggiare i suoi novant’anni. Peccato che, poco dopo l’annuncio – era quest’estate – Prêtre sia caduto nel bagno di casa procurandosi una frattura. Addio Prêtre e addio Alagna.
Nel frattempo si è ammalato anche Nello Santi e non se l’è passata bene nemmeno il futuro direttore musicale Riccardo Chailly, che torna questa sera alla Scala con il “Requiem” di Verdi: frattura alla spalla e periodo di riposo. Ma lo spiritello si è esercitato anche intorno al “Requiem” da 198 euro a poltrona dedicato ad Abbado (scomparso).
Dopo il forfait di Ivan Vasiliev, si aspettava per il “Requiem” il divo tedesco Jonas Kaufmann: niente da fare, ammalato all’ultimo minuto pure lui. Incredibile! E’ vero. Ma la cosa più incredibile è il forfait di Anja Harteros, che ha perso biglietti e documenti e non ha potuto prendere l’aereo. Chiamare il parroco per una bella benedizione, anziché un “Requiem”, non sarebbe meglio?
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