MANAGER DEL TUBO – GRILLO MONTA LA POLEMICA SUL GASDOTTO DELLA TAP CHE PASSERA' DALLA PUGLIA - I "NO TAP" E LA REGIONE PUGLIA CONTRO L'EX MANAGER DI BANKITALIA GIAMPAOLO RUSSO...

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Dal blog "http://www.beppegrillo.it/m/2014/03/il_lobbista_della_tap_in_parlamento_fuorilelobby.html"

Da un po' di tempo si parla del Trans Adriatic Pipeline (TAP), un progetto per la costruzione di un gasdotto che partendo dal confine tra Turchia e Grecia arriverà in Italia sulle coste pugliesi passando attraverso l'Albania e il mar Adriatico. Un progetto che ha assunto un ruolo ancor più strategico e di rilevanza geopolitica dopo i fatti ucraini. TAP è anche il nome della la multinazionale svizzera (BP, Statoil, Axpo, Socar, Total, E.On, Fluxys) che è scesa in Italia per costruire appunto questa infrastruttura che dovrebbe portare il gas dai ricchi giacimenti del Mar Caspio fino all'Italia e da qui in giro per l'Europa.

Progetto strategico quello di TAP si dice in giro, che aiuterebbe il nostro Paese a non dipendere dalla Russia e dall'Algeria, per il quale i governi Monti prima e Letta poi si sono spesi non poco, mostrando al pubblico tanto di cartine con il percorso e profondendosi in baci e abbracci quando gli Azeri hanno scelto TAP chiudendo le porte a Nabucco, che di fatto avrebbe tagliato fuori il nostro paese. Grecia e Albania stanno appoggiando il progetto -interamente a capitale privato- cercando di coglierne tutti i possibili vantaggi, il nostro Parlamento ha ratificato lo scorso autunno l'accordo intergovernativo tra i tre paese che "assicurerà la cooperazione degli Stati per la tempestiva costruzione e l'efficiente operatività del nuovo gasdotto".

Tutto bene, dunque: nel 2019 avremo il nostro gas degli amici Azeri o Azerbaigiani che dir si voglia? Non proprio, a dispetto di tutti gli accordi firmati e dei proclami fatti, sembra proprio che in Puglia questo gasdotto non lo vogliano, non solo soliti i comitati NO TAP, ma anche la Regione Puglia che lo scorso gennaio l'ha bocciato. E a questo punto vien proprio da chiedersi come mai? O meglio per colpa di chi chi chi chi chichichirichi?

È presto detto, l'artefice di questo non troppo lento fallimento sembra essere Giampaolo Russo, manager ramingo che partendo da Banca di Italia, dopo aver saltellato tra Enel e Edison, senza dimenticare anche un suo passaggio in Glaxo Smith-Kline e nel fu Sviluppo Italia (e nessuno lo rimpiange), sperava di essersi finalmente accasato diventando Manager per l'Italia di TAP. Ma con Russo, purtroppo, l'Italia sta rischiando seriamente di fare l'ennesima figura da incapace e immatura perché, con la sua supponenza, sta aiutando a buttar via un investimento che per quanto non esagerato dimostrerebbe che l'Italia è in grado di attrarre fondi privati dall'estero.

Il brillantone, invece di spiegare in modo tecnico i benefici del progetto, snocciola -con la sua parlantina a mitraglia- conoscenze in campo energetico e industriale creando un certo grado di irritazione nei cittadini e nelle istituzioni salentine poco propense a farsi abbindolare dal borioso amministratore in cerca di (vana) gloria. Non pago, Giampaolo Russo sembra ci provi gusto a inzigare e a battibeccare con i politici pugliesi che, dopo l'imbarazzante attacco agli assessori Capone e Barbanente, intorno a lui oramai hanno fatto terra bruciata; nessuno più lo vuole incontrare, anche per non sorbirsi i suoi lunghi e vacui monologhi.

Invece che far diventare l'Italia hub energetico per l'Europa pare proprio che proprio Russo stia facendo naufragare il gasdotto prima ancora di arrivare ad attraversare l'Adriatico dalla costa albanese.

 

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