MEMORIE DI MASSIMO FINI - “QUANDO GRILLO INIZIÒ A FARE SUL SERIO CON M5S, LA MOGLIE PARVIN SPERAVA GLI ANDASSE MALE - CRITICAI LA SUA SCELTA DI SOSTENERE RODOTÀ AL COLLE. DOPO MI DISSE: ‘AVEVI RAGIONE’”

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MASSIMO FINI UNA VITAMASSIMO FINI UNA VITA

Estratto del libro “Una Vita” di Massimo Fini

 

[…] Quando Grillo cominciò a fare sul serio con 5Stelle Parvin mi disse che sperava che non gli andasse bene. Probabilmente preferiva godersi in pace il marito e la sua bella famiglia allargata. Poi le cose sono andate diversamente. Molti, di questi tempi, mi avvicinano chiedendomi di procurargli un contatto con Grillo, credendo che io sia una sorta di criptoideologo dei 5Stelle.

 

Ho molta simpatia per Beppe, ammiro l’enorme dispendio di energie, intellettuali e fisiche, che ha messo per costruire il suo movimento, ma nei confronti della sua azione politica conservo la distanza critica che un giornalista deve sempre mantenere di fronte a ciò di cui si occupa. Ogni tanto nei miei articoli critico le sue sciocchezze o ingenuità, come quando si incaponì a sostenere per la Presidenza della Repubblica quel vecchio arnese radical chic, buono per tutte le stagioni, di Stefano Rodotà.

MASSIMO FINIMASSIMO FINI

 

Poi gli mando un sms: «Hai visto?». E lui risponde: «Avevi ragione, come sempre». Ma poi continua a fare i cazzi suoi, com’è giusto che sia. La mia conoscenza di Gianroberto Casaleggio, oltre a essere del tutto episodica, è molto più recente. E il modo con cui l’ho conosciuto dice di quanto io sia fuori dal mondo. Quelli del blog di Grillo mi chiamarono per un’intervista.

 

Andai in via Morone 6, la stessa strada dove, d’angolo, c’è la casa del Manzoni. Prima dell’intervista mi introdussero in una stanza dove era seduto un uomo sulla cinquantina, alto, allampanato, con una bizzarra capigliatura. Mi dissero il nome che io percepii come ‘Ze Roberto’. Il tipo mi tenne una ventina di minuti parlandomi del tema dell’intervista, che verteva su questioni internazionali come son quasi tutte quelle che mi fa il blog di Grillo, e di altre questioni generiche. Io friggevo: «Ma quando mi fanno l’intervista? Non ho tanto tempo da perdere».

 

BEPPE GRILLO A PORTO CERVO CON LA MOGLIE PARVIN FOTO DA LIBERO jpegBEPPE GRILLO A PORTO CERVO CON LA MOGLIE PARVIN FOTO DA LIBERO jpeg

Finalmente entrammo in un piccolo studio e lo strano tipo mi pose le domande. La seconda volta si ripeté la stessa scena, ma l’intervista me la fece un ragazzo dello studio, Paolo Pegorari, molto bravo a montare e a dare ritmo e senso a quel che dico. Alla fine chiesi a Paolo: «Ma quello là si chiama proprio ‘Ze Roberto’, come l’ex mezzala del Bayer Leverkusen?».

 

«No, si chiama Gianroberto. È Gianroberto Casaleggio». Avevo incontrato il tenebroso e ambitissimo Casaleggio, che ogni giornalista vorrebbe intervistare, e non me ne ero neanche accorto. Fuori dall’ambito professionale l’ho incrociato una sola volta. Stavo consumando un breakfast con Grillo e la mia fidanzata, in via Morone, la sede della società.

BEPPE GRILLO CON LA MOGLIE PARVIN TADJK BEPPE GRILLO CON LA MOGLIE PARVIN TADJK

 

Beppe parlò soprattutto con lei, architetto, di biolaghi e di tecnoecologia che è uno dei suoi pallini e che io non condivido perché, come mi disse Paolo Rossi, filosofo della scienza. «la tecnologia come risolve un problema ne apre altri dieci ancora più complessi». Casaleggio entrò nella stanza, si fermò pochi minuti e sparì senza prendere parte a quel frugale pasto. Di lui so quindi quello che sanno tutti. È timido e riservato. A me è sembrato una testa fine, un partner ideale per Beppe che un po’ arruffone lo è.

CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea MOGLIE DI GRILLO PARVIN TADJIKMOGLIE DI GRILLO PARVIN TADJIK