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Capucine Moulas per “Cheek”
Mentre si sta girando il secondo capitolo cinematografico di “Cinquanta sfumature di grigio”, ho voluto vedere con i miei occhi com’è una serata sadomaso parigina, con dominatrici e uomini sottomessi.
31 ottobre, ore 21, quartiere Marais, cerco il numero 8 di Rue de Beauce, dove mi aspettano Francis Dedobbeleer e Eric Indé, co-fondatori dell’associazione “Modernité Relative”. Organizzano la ventisettesima “Nuit Girl Power”, riservata alle dominatrici e ai sottomessi, compresi i debuttanti.
Entro, apro timidamente la tenda, il bar ha luci soffuse, la sala poltrone in pelle nera e tavolini bassi. Davanti al bancone, una scala scende nel sotterraneo. Il bar sembra come qualsiasi altro, tranne che le due donne sulla trentina, in corsetto nero e pantaloni aderenti in lattice, mentre bevono una coppa di champagne, discutono con un cinquantenne a culo nudo, con reggicalze e cappello da poliziotto. Accanto, su un tavolo, la boutique “Fetish Up” vende diversi accessori, dalle catene ai vibratori. Francis mi avverte che qui tutti parlano con tutti e che è vietato il sangue e il soffocamento. Mi sento rassicurata.
il sadomaso si basa sul consenso
Entra una rossa con tacchi altissimi, collare, e occhiali portati in punta di naso. E’ la maîtresse Frédérique, accompagnata dal suo schiavo, e precisa: «Non è il mio fidanzato, solo un uomo con il quale esco». Prima era sottomessa ad un unico padrone, poi è passata ad una relazione “vaniglia”, cioè senza BDSM, infine è passata all’altro lato della frusta.
Scendo nel sotterraneo. C’è odore di umidità e una stanza dei giochi, con una gabbia, catene e la croce di Sant’Andrea. Di fronte, sono allineate le poltrone per gli spettatori. Qui incontro una ventenne, piuttosto bella, che mi dice: «Ho avuto rapporti sadomaso coi miei compagni, ma è la prima volta che oso entrare in un club». Veniamo interrotte da un colpo di frusta. Frédérique ha appena colpito un maschione dai pantaloni abbassati alle caviglie. I clienti si ammassano per osservare. A ogni colpo, risuonano i gemiti di piacere (tanto del frustato che degli spettatori). «Smettila di muoverti», ordina Frédérique. Non sono a mio agio ma sono l’unica. L’esperienza si trasforma in voyeurismo. Un’altra dominatrice bruna mette in gabbia un inglese che si è inginocchiato.
Fortunatamente una dominatrice professionista mi spiega i codici: «E’ così che il sottomesso fa capire alla dominatrice che gli piace. Se la dominatrice non vuole occuparsi di lui, lo respinge con un colpo di piede». La bruna è d’accordo, il suo schiavo le lecca le scarpe. Lei gli cammina addosso, balla sensuale e felina sulla musica elettronica, d’improvviso se la svigna. E’ sempre la dominatrice che decide quando si inizia e quando si finisce.
Un uomo al guinzaglio mi si avvicina in quadrupedia e mi supplica con una voce fragile: «Posso servirle da poggiapiedi mentre prende appunti?». Scoppio in una risata nervosa e rispondo: «Desolata, non partecipo. Sono giornalista, osservo e basta». Lui insiste: «Può farmi delle domande se vuole, e anche insultarmi». Esco dalla stanza e lui mi segue. Gli propongo di sedersi per un’intervista e lui risponde: «Sì, ma preferisco mettermi al mio posto» e si appiattisce sul pavimento. Mi agguanta gli stivali e se li mette sul ventre, poi dice soddisfatto: «Ecco, ora mi può ignorare».
Intanto arriva una vera dominatrice, che gli infila i piedi in bocca e urla: «Almeno renditi utile. Lecca!». Il tutto mentre io ho le scarpe poggiate su di lui. La gente ci fissa. La dominatrice gli ordina di aprire la bocca e ci cicca la cenere dentro. Lui ringrazia, moltissimo, poi mi mette il guinzaglio in mano. Io rifiuto e lo passo alla dominatrice, che lo alliscia: «Bravo, cagnolino». Il cagnolino abbaia, la dominatrice gli sputa in faccia, io me ne vado.
«Se volete provare, potete pisciarmi addosso» mi dice un altro sottomesso. Nonostante il mio rifiuto categorico, lui insiste. Vado nel panico e per allontanarlo mi invento un fidanzato grosso e geloso. «Non è grave», mi risponde «Se mi accettate come schiavo, non vi costringerò a lasciarlo. Non sapete che fortuna che avete: è raro incontrare un maso-romantico».
Un sessantenne nudo mi spiega: «Stasera vede relazioni avviate, ma il sadomaso si può iniziare con le piccole cose. Se dovete comprare il pane, fare i piatti o il bucato, potete chiamarmi e io lo farò». Ho preso il suo numero di telefono, non si sa mai.
il sadomaso fa bene alla coppia
sottomissione bdsm
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