NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Glauco Maggi per "la Stampa"
Warner Music Group e la Bgm Music finanziata dalla società di private equity Kkr sarebbero ormai a un passo dall'accordo, secondo Reuters , per una acquisizione che la Warner inseguiva da anni: la divisione discografica del gruppo rivale Emi. Nel riportare l'anticipazione, il Wall Street Journal avverte che l'uscita dal gruppo degli aspiranti della Vivendi Sa, la più temuta concorrente, ha messo in pole position la Warner, che da questa estate è posseduta dal miliardario russo-americano Lev Blavatnik.
Il prezzo della transazione si collocherebbe tra un miliardo e un miliardo e mezzo. Il colosso francese dello spettacolo e delle telecomunicazioni Vivendi ha rinunciato alla gara perché non ha raggiunto un accordo con Citigroup sugli impegni finanziari che ha la Emi verso i dipendenti in tema pensionistico. Lo ha rivelato una fonte interna, mentre un secondo testimone delle trattative non ha escluso che l'Universal Music Group, l'impresa maggiore al mondo in campo discografico e che è parte di Vivendi, possa rientrare in gioco.
Peraltro, la stessa Citigroup potrebbe decidere a questo punto che non è il tempo giusto per vendere. Intanto, la Mac Andrews & Forbes Holding del miliardario newyorkese Ron Perelman non si è ritirata dall'asta e continua a essere in gara, seppure non sia la favorita. Citigroup sperava di incassare 4 miliardi dalla cessione della Emi, che vantando nomi del calibro dei Beatles e dei Coldplay, ma ciò non è avvenuto per la riluttanza delle banche a prestare denaro nell'attuale crisi finanziaria, e soprattutto per il loro timore nell'entrare nel business della musica, i cui margini di profitto sono tutti da definire con l'avvento di Internet.
Ora l'addio di Vivendi alla competizione potrebbe rendere più difficile per Citigroup raggiungere i suoi obiettivi. Il coinvolgimento della banca statunitense risale al 2007, quando prestò al finanziere britannico Guy Hands il denaro per comprare il gruppo Emi, compreso il suo braccio discografico. Non essendo riuscita a distribuire il credito su altri partner a causa della recessione mondiale, quando Terra Firma Capital Partners di Hands si è avviata verso l'insolvenza, la banca ha sequestrato nel febbraio la società e da allora è alla ricerca di compratori.
Se ci sarà una fusione tra Emi e Warner, che conta nel suo portafoglio Bruno Mars e un complesso di fama come i Red Hot Chili Peppers, sarebbe il coronamento di un flirt di cui si parla da anni. Il catalogo della Emi Publishing ha 1,3 milioni di canzoni, dalla iconica «New York New York» a successi come «Rolling In The Deep» di Adele.
Già nel 2007 Warner cercò di comprare la rivale, ma perse l'asta con Terra Firma, che fece un'offerta ricca in contanti perché aveva un piano per adattare la compagnia al digitale. L'operazione fallì. Ora Blavatnik vuole la Emi per aumentare il fatturato risparmiando sulle spese, grazie ai tagli che farebbe delle strutture e del personale in eccedenza. Inoltre, potrebbe rafforzare i due marchi per respingere la concorrenza, per esempio di iTunes della Apple.
La Warner ha conquistato lo stato di pretendente preferito per la Emi dopo essersi assicurata il finanziamento per l'offerta vincente dalle banche Ubs Ag, Credit Suisse Group, Nomura Holdings e Macquarie Group. Da parte sua, dopo aver tentato di piazzare tutta la Emi ad un solo acquirente, Citigroup ha considerato di dividere in due la holding, per ottimizzare l'incasso dalle due vendite separate.
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